Stella |
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Un film di Sylvie Verheyde.
Con Leora Barbara, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Guillaume Depardieu, Thierry Neuvic.
continua»
Drammatico,
durata 102 min.
- Francia 2008.
- Sacher
uscita venerdì 5 dicembre 2008.
MYMONETRO
Stella
valutazione media:
3,06
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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san silvestrodi makszFeedback: 0 |
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giovedì 1 gennaio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
visto mentre fuori scoppiavano i botti di capodanno:-) stella è un riuscito racconto di formazione di ispirazione autobiografica, ambientato nel'77 con una protagonista, stella, che ha 11 anni, una famiglia un po' disastrata e una totale mancanza di cultura (quel signifien/chygniphien alla lavagna). fa amicizia con la figlia di un noto psichiatra anche scrittore e tramite lei si avvicina ai libri. un'altra amica, dalla famiglia-caso clinico, è da stella cercata anche perché forse standole vicino diverrà bella come lei. stella è un po' innamorata di alain-bernard, fascinoso amico di famiglia, e da lei è invece attratto un altro amico del padre, che le fa dono di un dipinto con una barca che si chiama come lei e di un libro sui cani, chiedendo in cambio un bacio, un bacio vero (probabilmente la ragione dell'alquanto inspiegabile divieto ai minori di 14 anni). il film vive grazie all'ottimo cast e alla sincera ispirazione della regista, qui al terzo lungometraggio. "stella" è riuscito, ma non perfetto: ho trovato un po' invadente la colonna sonora, talora anche inutile, come nella scena-citazione dei 400 colpi, dove l'erede di antoine doinel corre accompagnata da una carrellata verso sinistra. qui e lì sono notabili un po' di furberie, quei classici ammiccamenti da cineclub; ho però amato la scena di stella in libreria, quella con lei e l'amica con i due coetanei che cercano di abbordarle e quella immediatamente precedente, quest'ultima soprattutto per meriti tecnici (la fluidità delle riprese e il naturalismo della fotografia). da menzionare anche la scena del ballo con "ti amo" di umberto tozzi, dal testo "caldo" ma comprensibile solo dal pubblico italiano. un modo per sdoganare impulsi e sentimenti e il loro sbocciare tramite parole straniere, quindi meno imbarazzanti per esempio di -che so- "je t'aime moi non plus" (mi scuso per l'esempio banale) o di mylène farmer che probabilmente all'epoca manco c'era. vabbè, nel complesso un bel film, che si inserisce in un filone tipicamente francese (da decenni specialisti in cinema più che per l'infanzia "con" l'infanzia), ma a mio parere non riesce ad andare oltre all'ispirazione di due grandi capolavori del genere: "l'esquive" di kekiche, e "entre les murs" di cantet. buon anno!
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