no_data
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mercoledì 5 febbraio 2025
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forse un omaggio a due grandi.
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Avnet, il regista di "Sfida senza regole", mette insieme un "noir" con appiccicato il contenuto della consueta corruzione della polizia americana; in realta' si assiste ad un omaggio ai due "mostri sacri" di Hollywood, De Niro (ancora memore del Travis di "Taxi driver" con le sue furibonde liti) e Pacino, raffinato seguace dell'altro, e "guilty" per gli omicidi), che risulta morente come gia' nei precedenti "Scarface" e "Carlito's way" di De Palma. Lo spettatore risulta abbastanza perplesso per questa scissione del film.
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giovedì 16 maggio 2024
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parole
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Usa troppe parole inutili.
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eugen
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venerdì 22 settembre 2023
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il killer non e''il maggiordomo...
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Diretto da Jon Avnet e scritto da Russelll Gerwitz, "Righteous Kill", del 2014, e'veramente in primis ma quasi unicamente un dilm d'attori: Robert De Niro con (e contro, volendo)Al Pacino,, con Carla Cugino, Jophn Leguizamo, 50 Cent e vari/e altri/e, il film e'chiaramente di detection, in quanto si insegue-cerca di identificare un serial killer, da parte di due detectives provetti e al limite della pensione, con metodi talora"extra-oridnari", decisamente dalla pistola facile e non adusi a compromessi, "Righteous Kill"non si caratterizza per particoalre orgiinalita'rispetto a prodotti analoghi del genere, ma appunto per la qualita'intepretativa, con i due protagonisti, tormentati(soggetti anche a visita psichaitrica, avendo confessato la loro facilita'all'omicidio, pur se con finalita'postive, miranti cioe'a identifcare e punire il colpevole di crimini efferati), che sia nelle sequenze comiche sia in quelle drammatiche(penso alle "confessioni"di De niro e anche di Al Pacino, ma anche ai toni scanzonati, come quando De Niro incastra una testimone che aspira cocaina, mostrandole trqnquillamente il tesserino da detective), si dimostrano due"ras"dello schermo, due interpreti di livelli ineguaglaibile.
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Diretto da Jon Avnet e scritto da Russelll Gerwitz, "Righteous Kill", del 2014, e'veramente in primis ma quasi unicamente un dilm d'attori: Robert De Niro con (e contro, volendo)Al Pacino,, con Carla Cugino, Jophn Leguizamo, 50 Cent e vari/e altri/e, il film e'chiaramente di detection, in quanto si insegue-cerca di identificare un serial killer, da parte di due detectives provetti e al limite della pensione, con metodi talora"extra-oridnari", decisamente dalla pistola facile e non adusi a compromessi, "Righteous Kill"non si caratterizza per particoalre orgiinalita'rispetto a prodotti analoghi del genere, ma appunto per la qualita'intepretativa, con i due protagonisti, tormentati(soggetti anche a visita psichaitrica, avendo confessato la loro facilita'all'omicidio, pur se con finalita'postive, miranti cioe'a identifcare e punire il colpevole di crimini efferati), che sia nelle sequenze comiche sia in quelle drammatiche(penso alle "confessioni"di De niro e anche di Al Pacino, ma anche ai toni scanzonati, come quando De Niro incastra una testimone che aspira cocaina, mostrandole trqnquillamente il tesserino da detective), si dimostrano due"ras"dello schermo, due interpreti di livelli ineguaglaibile. Mai come in questo caso(o meglio mai tout court)conviene chiedere in anticipo chi sia l'assassino, che certamente non puo'essere il maggiordomo, personaggio non presente nel cast. Eugen
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lordfreedom93
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sabato 2 maggio 2020
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i due giganti di nuovo insieme in un film orrendo
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De Niro e Al Pacino sono due detective prossimi alla pensione. Si ritrovano ad indagare su un serial killer che ha come obbiettivo dei presunti criminali e lascia sulla scena del crimine dei sonetti in rima.
Tralasciando il montaggio videoclipparo che sin dai titoli di testa lascia perplessi, tralasciando la poliziotta ninfomane (che personaggio imbarazzante, che vergogna!) che va prima con de Niro e poi con John "Benny Blanco" Leguizamo. Ragionando sulla sostanza del prodotto abbiamo un film misero, con personaggi bidimensionali e assolutamente dimenticabili, un film che ha come scopo quello di attirare più pubblico possibile solo dai poster, in cui i due grandissimi sono insieme dopo tanti anni.
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De Niro e Al Pacino sono due detective prossimi alla pensione. Si ritrovano ad indagare su un serial killer che ha come obbiettivo dei presunti criminali e lascia sulla scena del crimine dei sonetti in rima.
Tralasciando il montaggio videoclipparo che sin dai titoli di testa lascia perplessi, tralasciando la poliziotta ninfomane (che personaggio imbarazzante, che vergogna!) che va prima con de Niro e poi con John "Benny Blanco" Leguizamo. Ragionando sulla sostanza del prodotto abbiamo un film misero, con personaggi bidimensionali e assolutamente dimenticabili, un film che ha come scopo quello di attirare più pubblico possibile solo dai poster, in cui i due grandissimi sono insieme dopo tanti anni. E il discorso di Michael Mann in cui spiegava perchè in "Heat" non li aveva mostrati nella stessa inquadratura ("sono troppo grandi per stare nello stesso frame") perde subito quota. Più che rimanere affascinati dal vedere i due insieme si rimane basiti: non sembrano nemmeno loro, spaesati, abbandonati sulla scena di un film orrendo. Da dimenticare quanto prima.
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elgatoloco
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sabato 30 luglio 2016
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grande film d'attori
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Si potrà anche parlare di un film non particolarmente "nuovo"e"interessante"sul piano stilistico, ma non ne sono affatto convinto: Jon Avnet propone un film allucinato, che inchioda alla sedia(o alla poltrona)fin dalle prime sequenze, quelle del tiro a segno, percorrendo poi tutto al film, fino al tragico finale, a suo modo"shakespeariano". Un film che, rifiutando ogni facile manicheismo, mostra come non ci siano"buoni"e"cattivi"in absoluto, ma al contrario ci siano personalità complesse, caratteri inestricabili, in qualche modo, dove anche (se non soprattutto)cadono, in quanto destituite di vera capacità tassonomica, le classificazioni psichiatriche, ormai peraltro in disuso o sopravvissute(sopravvenenti)quando non si hanno armi migliori.
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Si potrà anche parlare di un film non particolarmente "nuovo"e"interessante"sul piano stilistico, ma non ne sono affatto convinto: Jon Avnet propone un film allucinato, che inchioda alla sedia(o alla poltrona)fin dalle prime sequenze, quelle del tiro a segno, percorrendo poi tutto al film, fino al tragico finale, a suo modo"shakespeariano". Un film che, rifiutando ogni facile manicheismo, mostra come non ci siano"buoni"e"cattivi"in absoluto, ma al contrario ci siano personalità complesse, caratteri inestricabili, in qualche modo, dove anche (se non soprattutto)cadono, in quanto destituite di vera capacità tassonomica, le classificazioni psichiatriche, ormai peraltro in disuso o sopravvissute(sopravvenenti)quando non si hanno armi migliori. Un caso apparentemente inestricabile, appunto, dove il"colpevole"è dove si ritiene che(non)possa essere; d'altronde non è affatto un quiz à la Ellery Queen o à la Agatha Christie, perché la questione sta altrove, in dimensioni ben"altre"e diverse dalla semplice risoluzione del rebus-quiz o quant'altro sia. Trovare l'assassino è il problema minore e quando lo si sarà trovato, viene da aggiungere senza minimamente voler indirizzare sul nome dell'omicida(lasciando anche aperto il genere di chi ha compiuto gli efferati delitti, trattandosi di un serial killer, che"infiocchetta"i delitti con poesie), molti spettatori(e spettatrici)saranno molto delusi/e, vista la grande capacità empatica di tutti gli interpreti(ma anche qui bisogna aggiungere il genere femminile), a iniziare da due straordinari mattatori"forever"stanislawskyani e strasberghiani come Bob De Niro e Al Pacino, in palese competizione(sinergica, però), dove l'acquisizione del metodo dell'identificazione(non totale, però, ossia non semplice"immersione")con il personaggio non esaurisce le capacità interpretative, in quanto rimane aperto in pieno(e qui è profuso a piene mani)ciò che definiamo senza problemi"natural gift", appunto, senza le quali nessun metodo(né quello accennato né quello brechtiano, né quelli orientali)servono né possono servire. Una lezione di recitazione e interpretazione magistrale. El Gato
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luigi chierico
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domenica 11 ottobre 2015
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proprio cosi'
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Ancora una volta il cinema americano cerca di mettere a fuoco il malcostume che si annida nei vari corpi a tutela dello stato e dei cittadini, FBI-CIA-SCERIFFI-POLIZIA URBANA-POLIZIA CRIMINALE,e per farlo non si fa scrupolo di far fuoco su tutti, e tutti infatti, bene o male, sparano su tutti.
Non è una novità che in America circolino liberamente le armi da fuoco tanto da essere usate da chiunque anche per commettere sparatorie in scuole o college ecc.
A prescindere dalla trama di questa noiosa storia piuttosto confusa ed ingarbugliata il film è stato girato egregiamente da Jon Avnet e per riuscirci si è avvalso di due attori eccezionali , una coppia già vista insieme in : La sfida e Il Padrino – parte seconda.
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Ancora una volta il cinema americano cerca di mettere a fuoco il malcostume che si annida nei vari corpi a tutela dello stato e dei cittadini, FBI-CIA-SCERIFFI-POLIZIA URBANA-POLIZIA CRIMINALE,e per farlo non si fa scrupolo di far fuoco su tutti, e tutti infatti, bene o male, sparano su tutti.
Non è una novità che in America circolino liberamente le armi da fuoco tanto da essere usate da chiunque anche per commettere sparatorie in scuole o college ecc.
A prescindere dalla trama di questa noiosa storia piuttosto confusa ed ingarbugliata il film è stato girato egregiamente da Jon Avnet e per riuscirci si è avvalso di due attori eccezionali , una coppia già vista insieme in : La sfida e Il Padrino – parte seconda. La presenza di questi due mostri di bravura non basta però a trasformare il giudizio da mediocre ad ottimo.
Nulla quaestio sulla interpretazione efficace dei due poliziotti nell’ultima impresa prima di andare in pensione, ma vederli l’un contro l’altro armati dopo aver tenuto il pubblico per tutta la durata del film a scommettere o a dirsi “vedrai che è lui” non ha dato nulla di suspense o di brivido. Alla fine per i due detective Rooster e Turk, pensando probabilmente “finalmente è finita”, l’ultimo colpo è stato liberatorio, e certo lo è stato anche per Al Pacino e Robert De Niro che si sono dovuti accontentare della presenza nel corpo del corpo di Carla Gugino. chibar22@libero.it
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yurigami
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domenica 26 ottobre 2014
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carino
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non so perché questo film non sia stato gradito molto, invece a me è piaciuto, non è un capolavoro, ma è un film carino da vedere il pomeriggio quando non si sa cosa guardare. Giannini come doppiatore potenzia la recitazione di ogni attore, anche il più scarso, complimenti davvero.
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marco chiappetta
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mercoledì 10 ottobre 2012
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onesto poliziesco salvato dal cast
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I detective Turk e Rooster, ormai prossimi alla pensione, si ritrovano ad indagare su un serial killer con la passione per la poesia. Dopo una prima fase senza particolari sviluppi, le indagini si indirizzano verso il marcio presente all'interno del dipartimento di polizia, a cui anche i protagonisti hanno partecipato in passato. A complicare le cose la collaborazione con due giovani colleghi e la bella agente Karen Corelli, che soffre di dipendenza dal sesso. Il film è un onesto poliziesco, anche con un discreto colpo di scena, che però non convince fino in fondo. La vicenda è circoscritta ai pochi personaggi principali e sembra non ampliarsi mai, per intenderci non c'è quella sensazione che il nemico sia la fuori nelle immense città americane.
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I detective Turk e Rooster, ormai prossimi alla pensione, si ritrovano ad indagare su un serial killer con la passione per la poesia. Dopo una prima fase senza particolari sviluppi, le indagini si indirizzano verso il marcio presente all'interno del dipartimento di polizia, a cui anche i protagonisti hanno partecipato in passato. A complicare le cose la collaborazione con due giovani colleghi e la bella agente Karen Corelli, che soffre di dipendenza dal sesso. Il film è un onesto poliziesco, anche con un discreto colpo di scena, che però non convince fino in fondo. La vicenda è circoscritta ai pochi personaggi principali e sembra non ampliarsi mai, per intenderci non c'è quella sensazione che il nemico sia la fuori nelle immense città americane. Non si registrano scene di particolare spettacolarità o bellezza visiva ma vedere De Niro e Pacino recitare insieme, anche se un po' attempati per questi ruoli, è comunque un evento che da solo vale la visione della pellicola.
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jayan
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lunedì 10 settembre 2012
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un capolavoro di stile, un film molto originale
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All'inizio, avendo letto altre recensioni dei critici non tutte favorevoli, pensavo fosse un film scadente. Quando l'ho visto invece mi sono ricreduto. Non posso dire alcuni particolari altrimenti rivelo il finale. Posso solo dire che il film è fatto e interpretato molto bene. Un film capolavoro e molto originale, anche se apparentemente potrebbe sembrare un comune film poliziesco. Da vedere assolutamente. Straordinari Robert De Niro e Al Pacino. Magnifiche le ambientazioni.
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alessandro venier
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giovedì 19 gennaio 2012
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sfida senza regole. vince la noia
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Al Pacino e Robert De Niro appaiono di nuovo nella stessa inquadratura tredici anni dopo "Heat - La Sfida" (Michael Mann, 1995). Le aspettative erano alte, i risultati non raggiungono certo la sufficienza.
Se il film di Mann elevava all'ennesima potenza l'abilità e l'innata bravura dei due attori americani, il nuovo film di Avnet li conduce in un abisso di manierismi e cliché.
Complice della mancata riuscita di "Sfida senza regole" è sicuramente una sceneggiatura poco credibile e infarcita di stereotipi cinematografici (e perchè no anche polizieschi). Il film fatica a decollare e soltanto alla fine si intravede un barlume di luce nei volti di due mostri sacri del cinema.
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Al Pacino e Robert De Niro appaiono di nuovo nella stessa inquadratura tredici anni dopo "Heat - La Sfida" (Michael Mann, 1995). Le aspettative erano alte, i risultati non raggiungono certo la sufficienza.
Se il film di Mann elevava all'ennesima potenza l'abilità e l'innata bravura dei due attori americani, il nuovo film di Avnet li conduce in un abisso di manierismi e cliché.
Complice della mancata riuscita di "Sfida senza regole" è sicuramente una sceneggiatura poco credibile e infarcita di stereotipi cinematografici (e perchè no anche polizieschi). Il film fatica a decollare e soltanto alla fine si intravede un barlume di luce nei volti di due mostri sacri del cinema.
Il resto è noia.
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