ultimoboyscout
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giovedì 28 luglio 2011
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anything for her, una scoperta.
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E' il film che ha attirato le attenzioni di Paul Haggis, che ne ha fatto un instant remake, "The next three days" e che senza l'interesse del regista sarebbe rimasto sconosciuto ai più. Senza voler fare paragoni ( a mio avviso che fa l'originale ha sempre ragione, sui remake possiamo discutere) è un bel film, nonostante un budget non eccessivo e un Lindon che non ha l'impatto bestiale di Crowe, ma è un attore comunque validissimo, autore tra l'altro di un'interpretazione intensa, credibile, drammaticamente profonda come il ruolo e la situazione richiedono. Un bel film, una grande idea, l'uomo comune contro tutti e contro qualcosa di più grande di lui, è affascinante e coinvole lo spettatore, la regia è accettabile ma la tensione non raggiunge picchi di un certo livello come accade nel film di Haggis (purtroppo vedere il remake prima dell'originale come ho fatto io non è correttissimo) e anche il ritmo è meno serrato.
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E' il film che ha attirato le attenzioni di Paul Haggis, che ne ha fatto un instant remake, "The next three days" e che senza l'interesse del regista sarebbe rimasto sconosciuto ai più. Senza voler fare paragoni ( a mio avviso che fa l'originale ha sempre ragione, sui remake possiamo discutere) è un bel film, nonostante un budget non eccessivo e un Lindon che non ha l'impatto bestiale di Crowe, ma è un attore comunque validissimo, autore tra l'altro di un'interpretazione intensa, credibile, drammaticamente profonda come il ruolo e la situazione richiedono. Un bel film, una grande idea, l'uomo comune contro tutti e contro qualcosa di più grande di lui, è affascinante e coinvole lo spettatore, la regia è accettabile ma la tensione non raggiunge picchi di un certo livello come accade nel film di Haggis (purtroppo vedere il remake prima dell'originale come ho fatto io non è correttissimo) e anche il ritmo è meno serrato. Va detto che è fatto indubiamente bene e che se Haggis lo ha scelto è perchè ci sono dei valori e delle potenzialità evidenti e se ha rifatto il film in maniera identica è perchè la prima opera è di indiscusso valore e non solo per omaggiare il pur bravo Fred Cavayè.
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toty bottalla
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martedì 24 maggio 2011
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film francese all'americana!
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Avvincente, dal sapore melanconico tipicamente francese e dall'azione vagamente americana. La trama è appassionante ma l'avventura del protagonista è troppo fortunata per essere credibile. Film comunque gradevole. Saluti.
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guidobaldo maria riccardelli
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sabato 9 aprile 2016
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adrenalina d'oltralpe
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Da manuale questo thriller girato da Fred Cavayé, alla sua opera prima, nel quale tutti gli aspetti vengono curati con precisione ed equilibrio: avvincente la sceneggiatura, preciso il montaggio e degna di nota la regia, capace di dosare al meglio gli accenti, intervallati da piacevoli intermezzi riflessivi.
Viene reso al meglio il dramma, a partire dall'iniziale irruzione della Gendarmerie, continuando con i claustrofobici incontri controllati in carcere, per finire con le scorribande conclusive.
Ottima anche la scelta di inserire la "tentazione" per il marito Julien, assolutamente fermo nello scansarla.
Molto in forma Vincent Lindon, convincente anche Diane Kruger.
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