mary22
|
lunedì 20 aprile 2009
|
demenziale
|
|
|
|
Già la situazione di partenza e quella di una famiglia folle che vive isolata dal mondo..
l'unica figlia sana e distaccata vede di andarsene presto
al presentarsi di un evento che invece alimenta la pazzia degli altri.
La vera vittima è il bambino contagiato dalla follia soprattutto materna.
Esasperato..scene francamente ridicole. L'assurdità del film non permette riflessioni
se non quella che la famiglia è l'unico posto veramente brutto in cui vivere.
|
|
[+] lascia un commento a mary22 »
[ - ] lascia un commento a mary22 »
|
|
d'accordo? |
|
/bizzarrevisioni.iobloggo.com
|
martedì 14 aprile 2009
|
false partenze: quando il trailer t'inganna....
|
|
|
|
Mi ricordo di avere visto il trailer di questo film. Non so bene dove ma sembrava divertente. Ricordo la musica squillante, il ritmo serrato, le immagini grottesche. Ricordo di avere letto in qualche manifesto scritte del tipo: “La commedia dell'anno!”, “IRRESISTIBILE!!!, o roba del genere. Insomma tutta lasciava presagire l'ennesima commedia francese per passare un paio di orette spensierate al cinema, giusto quello che ci voleva. D'altronde la domenica sera è un momento difficile per tutti. Le facce della gente in sala mi rimandavano la stessa impressione. Gente che ama il cinema certo, ma che qualche volta vorrebbe concedersi una sana boiata. Però “Natale a Rio” non è concesso, è cafone. Allora ripieghiamo sul "sottile umorismo francese".
[+]
Mi ricordo di avere visto il trailer di questo film. Non so bene dove ma sembrava divertente. Ricordo la musica squillante, il ritmo serrato, le immagini grottesche. Ricordo di avere letto in qualche manifesto scritte del tipo: “La commedia dell'anno!”, “IRRESISTIBILE!!!, o roba del genere. Insomma tutta lasciava presagire l'ennesima commedia francese per passare un paio di orette spensierate al cinema, giusto quello che ci voleva. D'altronde la domenica sera è un momento difficile per tutti. Le facce della gente in sala mi rimandavano la stessa impressione. Gente che ama il cinema certo, ma che qualche volta vorrebbe concedersi una sana boiata. Però “Natale a Rio” non è concesso, è cafone. Allora ripieghiamo sul "sottile umorismo francese". Peccato che col passare dei minuti il sottile umorismo francese diventasse sempre più labile, difficile da intravedere. Di fragorose risate non se parla. Al massimo qualche leggera smorfia del viso, tipo risata isterica, autosuggestione pura. Dopo 45 minuti non resta altro che accettare la realtà: niente di più lontano dalla commedia, grottesco si, ma tragico.
La storia è quella di una famiglia felice che vive a pieno, nella sua intimità, il rapporto di coppia e quello genitori/figli. Il quadro è idilliaco fino al giorno dell'inaugurazione dell'autostrada che gli passa accanto. Continuamente sottoposta agli sguardi fugaci dei passanti, o alle oppressive attenzioni durante le code di Agosto, la famiglia inizia a sfaldarsi. Ma è soprattutto il rumore a fungere da elemento simbolico, che costringe la famiglia all'isolamento, trasformando la loro casa da un ambiente vitale ad un'immensa tomba muraria.
Ovviamente di divertente in tutto questo non c'è niente. Allora perché quel trailer, perché volermi ingannare così spudoratamente. Alla fine il film sarebbe stato anche carino, la trovata c'era e rendeva bene l'idea. Ma era Domenica sera, un momento difficile per tutti. Un vero colpo basso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a /bizzarrevisioni.iobloggo.com »
[ - ] lascia un commento a /bizzarrevisioni.iobloggo.com »
|
|
d'accordo? |
|
maz
|
lunedì 9 marzo 2009
|
banale
|
|
|
|
banale.
niente altro che banale.
|
|
[+] lascia un commento a maz »
[ - ] lascia un commento a maz »
|
|
d'accordo? |
|
isabella vanni
|
venerdì 13 febbraio 2009
|
sotto sotto...è un horror
|
|
|
|
Come le piccole/grandi fragilità dei singoli membri di una famiglia possono rapidamente degenerare in paranoie e violenza contro i propri cari quando poste dinanzi a una situazione di estremo disagio.
In fondo è sociologia, ma non ce ne rendiamo conto, perché il film usa il linguaggio e i mezzi del cinema puro: recitazione (ottima), sceneggiatura (efficace), regia (fredda e puntuale); senza dare alcuno spazio ad accorgimenti di stampo documentaristico.
Uno Shining con tanti Nicholson e senza implicazioni paranormali.
Sconsigliato a chi non ama gli horror.
Consigliato a chi li affronta pur di non perdersi un bel film.
[+] ma che bello l'horror!!!
(di alessita)
[ - ] ma che bello l'horror!!!
|
|
[+] lascia un commento a isabella vanni »
[ - ] lascia un commento a isabella vanni »
|
|
d'accordo? |
|
pipay
|
lunedì 9 febbraio 2009
|
vite in gabbia. quale salvezza?
|
|
|
|
Film davvero originale, se non addirittura geniale. Ottima la regia e ottima l'interpretazione degli attori, soprattutto quella del bambino. Una famiglia è costretta a subire il disagio causato dall'apertura di una autostrada che era rimasta inutilizzata per quindici anni. L'autostrada passa proprio accanto alla loro abitazione, così la loro vita diventa un inferno. Ma l'autostrada non è altro che la metafora dei disagi, delle ingiustizie e delle imposizioni che ci pervengono dall'alienante e caotica vita moderna e soprattutto dal "Potere", da coloro che pretendono di controllare tutto e di invadere anche la nostra privacy. La difficoltà di adattamento è quasi insuperabile. Così la famiglia diventa un oscuro rifugio di quattro "brutti sporchi e cattivi" in preda all'alienazione e costretti ad una disperata solitudine.
[+]
Film davvero originale, se non addirittura geniale. Ottima la regia e ottima l'interpretazione degli attori, soprattutto quella del bambino. Una famiglia è costretta a subire il disagio causato dall'apertura di una autostrada che era rimasta inutilizzata per quindici anni. L'autostrada passa proprio accanto alla loro abitazione, così la loro vita diventa un inferno. Ma l'autostrada non è altro che la metafora dei disagi, delle ingiustizie e delle imposizioni che ci pervengono dall'alienante e caotica vita moderna e soprattutto dal "Potere", da coloro che pretendono di controllare tutto e di invadere anche la nostra privacy. La difficoltà di adattamento è quasi insuperabile. Così la famiglia diventa un oscuro rifugio di quattro "brutti sporchi e cattivi" in preda all'alienazione e costretti ad una disperata solitudine. Ma alla fine non resta che abbattere muri e barriere e ritrovare quel raggio di luce, quell'aria, se pur contaminata, che ci permette di sopravvivere in un contesto ambientale sociale "inquinato" e aberrante. Film da non perdere. Meriterebbe almeno un Oscar.
[-]
[+] e aggiungo...
(di pipay)
[ - ] e aggiungo...
[+] perché non ti firmi?
(di pipay)
[ - ] perché non ti firmi?
|
|
[+] lascia un commento a pipay »
[ - ] lascia un commento a pipay »
|
|
d'accordo? |
|
missvirgo
|
giovedì 5 febbraio 2009
|
luoghi fragili
|
|
|
|
Io penso che per capire veramente questo film bisogna aver provato per almeno una volta nella propria vita la sensazione di essere del tutto vulnerabili alle richieste della società in cui si vive. La nevrosi non nasce nella psiche di un individuo singolo ma dalla sua mancata capacità di adattamento a delle regole collettive. La scelta di trovare rifugio nella propria casa è a volte l'unica per chi si sente disorientato e indifeso, anche se la scelta può rivelarsi autodistruttiva. Come quei piccoli animali spauriti che cercano rifugio in luoghi angusti e oscuri, i personaggi si rinchiudono dentro le mura della propria "home" mentre si inabissa nelle profondità del silenzio (il padre immerso dentro la vasca da bagno).
[+]
Io penso che per capire veramente questo film bisogna aver provato per almeno una volta nella propria vita la sensazione di essere del tutto vulnerabili alle richieste della società in cui si vive. La nevrosi non nasce nella psiche di un individuo singolo ma dalla sua mancata capacità di adattamento a delle regole collettive. La scelta di trovare rifugio nella propria casa è a volte l'unica per chi si sente disorientato e indifeso, anche se la scelta può rivelarsi autodistruttiva. Come quei piccoli animali spauriti che cercano rifugio in luoghi angusti e oscuri, i personaggi si rinchiudono dentro le mura della propria "home" mentre si inabissa nelle profondità del silenzio (il padre immerso dentro la vasca da bagno). E sarà proprio la madre, risollevandosi come da un sonno profondo, a decidere coraggiosamente di uscire dalla tana mentre qualcuno, passando in macchina, poserà un ultimo sguardo su di loro..
[-]
[+] ma come fai?
(di ma sei matta)
[ - ] ma come fai?
[+] concordo con missvirgo!
(di pipay)
[ - ] concordo con missvirgo!
|
|
[+] lascia un commento a missvirgo »
[ - ] lascia un commento a missvirgo »
|
|
d'accordo? |
|
lucky54
|
lunedì 2 febbraio 2009
|
bel film sulla solitudine !
|
|
|
|
all'inizio ti sembra un film scanzonato. Pensi di farti due risate di fronte a situazioni assurde quanto grottesche ( vedi il trasporto dell'enorme frigorifero da una parte all'altra dell'autostrada ). Poi senza neanche accorgertene entri in un incubo ed alla fine quando la famiglia si "mura" ti sembra che anche a te spettatore manchi l'aria e ti senti soffocare!
Più che una storia una metafora sulla/e solitudine/i dei nostri tempi moderni e sulla paura . Bel film. Provaci ancora ... Ursula.
|
|
[+] lascia un commento a lucky54 »
[ - ] lascia un commento a lucky54 »
|
|
d'accordo? |
|
gaiakanti
|
domenica 1 febbraio 2009
|
barricarsi
|
|
|
|
Il film ci porta all'inizio a gustare un'atmosfera di domestica allegria, di scanzonata nudità, di imprecisata assenza di regole. Pesano fin da subito, tuttavia, i volti seri delle due figlie: una è rinchiusa nel suo mondo adolescenziale, icompresa e poco incline ai divertimenti sguinzagliati degli altri membri della famiglia; l'altra, una giovane sexy sempre in costume e con la sigaretta in bocca, passa le giornate sul lettino a prendere il sole, ai margini dell'autostrada. Non un progetto, non una qualsivoglia operatività, non una finestra relazionale con il mondo.
L'apertura dell'autostrada mette in evidenza delle ombre angosciose, come un faro improvviso. La madre è attaccata a quel luogo come ad una follia, e lascerebbe partire tutta la sua famiglia senza di lei piuttosto che lasciarlo: un luogo che a tutti noi spettatori appare un vero inferno, l'assurdo ambientato nel nulla, l'invadenza senza nome, la lotta impossibile contro un flusso ininterrotto di veicoli inarrestabili.
[+]
Il film ci porta all'inizio a gustare un'atmosfera di domestica allegria, di scanzonata nudità, di imprecisata assenza di regole. Pesano fin da subito, tuttavia, i volti seri delle due figlie: una è rinchiusa nel suo mondo adolescenziale, icompresa e poco incline ai divertimenti sguinzagliati degli altri membri della famiglia; l'altra, una giovane sexy sempre in costume e con la sigaretta in bocca, passa le giornate sul lettino a prendere il sole, ai margini dell'autostrada. Non un progetto, non una qualsivoglia operatività, non una finestra relazionale con il mondo.
L'apertura dell'autostrada mette in evidenza delle ombre angosciose, come un faro improvviso. La madre è attaccata a quel luogo come ad una follia, e lascerebbe partire tutta la sua famiglia senza di lei piuttosto che lasciarlo: un luogo che a tutti noi spettatori appare un vero inferno, l'assurdo ambientato nel nulla, l'invadenza senza nome, la lotta impossibile contro un flusso ininterrotto di veicoli inarrestabili. Il padre sembra capace di atti creativi e sensati, all'inizio. Sa abbracciare, sa tornare a ridere, sa rassicurare e giocare. Sa portare un grande freezer sulle spalle. Sa però anche rinunciare a partire, per non lasciare sola la moglie. Ma poi la follia sembra ancor più fosca, ed è la sua. Poco alla volta murerà la casa, chiuderà ogni accesso non solo di rumore ma anche di aria. Non si capisce perchè e in quale momento accada, ma il suo buon senso diventa solo rinuncia e desiderio di morte.
La rottura finale del muro ci fa certo riprendere fiato come dopo 2 ore di prigionia in un ascensore bloccato, ma ci si chiede se è proprio necessario entrare nella follia e toccare la prossimità della morte per asfissia per poter apprezzare un pò d'aria, o il semplice sollievo di decidere di partire da ciò che ci fa male.
Ecco, credo che il cinema potrebbe ambire a molto di più per ritrarre ciò che è veramente e umilente umano, e potrebbe provare a far sperare, invece che a sconvolgere e toglire il fiato.
[-]
[+] concordo
(di mary22)
[ - ] concordo
[+] concordo
(di dealer26)
[ - ] concordo
[+] ma dai
(di vapor)
[ - ] ma dai
[+] è un film non una tisana del buonumore
(di vapor)
[ - ] è un film non una tisana del buonumore
|
|
[+] lascia un commento a gaiakanti »
[ - ] lascia un commento a gaiakanti »
|
|
d'accordo? |
|
|