Il sogno made in Italy del sarto africano
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Altro film a sfondo reale e portatore di densi contenuti questo che è il secondo della regista. Reale e autobiografico è il protagonista affidato al senegalese Thierno Thiam, nome del personaggio ma anche dell’interprete. La sua è la storia di un ragazzo che sognando di diventare sarto lascia il Senegal per l’Italia, patria della moda. Lascia il Senegal della dignitosa povertà, dei solidi affetti, dei principi appresi dal maestro della scuola coranica. Per la realizzazione di un sogno ostacolato da mille deviazioni: dall’equivoco che lo manda in galera sospettato di terrorismo islamico alla vendetta della signora borghese che gli salta addosso e, respinta, lo accusa di molestie facendolo licenziare da un tappezziere che aveva creduto in lui. Il massimo livello di complicazione quando, lasciando provvisoriamente a Roma la fidanzata italiana incinta, parte per Dakar a sposare (e mettere incinta) la moglie scelta dalla famiglia. Molto apprezzabile il tono antiretorico (ingentilito da tante trovatine leggere sparse, a partire dal saggio e buffo amico africano che a Roma lavora come addetto dell’Ama alla pulizia stradale) che però non evita del tutto l’andatura goffa e didascalica.
Da La Repubblica, 19 settembre 2008
di Paolo D'Agostini, 19 settembre 2008