lussio
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domenica 25 marzo 2012
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finalmente, la musica senza tanti fronzoli
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Per chi è nato a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta il Metal rappresenta una tappa quasi obbligata nel gorgo della propria adolescenza. Chi, di quella generazione, non ha ascoltato almeno una volta una canzone dei Metallica, degli Slayer o degli Iron Maiden? Anche perché vivere direttamente la nascita dell'hard rock non ci è toccato. Io il nome Anvil l'ho sempre associato a un attrezzo del fabbro. Confesso, sebbene abbia avuto anch'io la mia fase metallara, di non aver mai ascoltato una sola canzone di questa straordinaria band canadese. Dico straordinaria perché dopo aver visto il film mi sono ingoiato la loro musica fino quasi a farne indigestione e debbo ammettere che il loro pluridecennale anonimato è un autentico mistero, o forse no.
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Per chi è nato a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta il Metal rappresenta una tappa quasi obbligata nel gorgo della propria adolescenza. Chi, di quella generazione, non ha ascoltato almeno una volta una canzone dei Metallica, degli Slayer o degli Iron Maiden? Anche perché vivere direttamente la nascita dell'hard rock non ci è toccato. Io il nome Anvil l'ho sempre associato a un attrezzo del fabbro. Confesso, sebbene abbia avuto anch'io la mia fase metallara, di non aver mai ascoltato una sola canzone di questa straordinaria band canadese. Dico straordinaria perché dopo aver visto il film mi sono ingoiato la loro musica fino quasi a farne indigestione e debbo ammettere che il loro pluridecennale anonimato è un autentico mistero, o forse no.
Mi sono dunque seduto davanti allo schermo con curiosità. Mi aspettavo uno di quei film celebrativi e impolverati che ripropongono le magnifiche sorti e progressive del tempo che fu. Sorpresa! Nessuna celebrazione, nessuna apologia del passato. Questo film è un meraviglioso pugno nello stomaco, un anvil vera che ti si appende ai piedi e ti riporta al suolo per mostrarti che non tutti i musicisti, anche se un tempo famosi, sono ricchi e passano le giornate a contemplare la loro villa con piscina in Florida. Lips e Reiner sono uomini in carne e ossa, con le loro (molte) debolezze e costretti a sbarcare il lunario sospesi fra l'amore della famiglia e i fantasmi di una notorietà passata che non vuol tornare. Il sogno di tornare famosi e la consapevolezza di essere stati defraudati dalla sorte li spingono a tentare contro ogni buonsenso la via del successo discografico. Un percorso accidentato che il regista mostra senza fronzoli, ma con l'umanità di due uomini che si mettono in gioco perché hanno deciso trent'anni prima di vivere come pare a loro. Resta da convincere il mondo e a giudicare dai due dischi che gli Anvil hanno pubblicato dopo quello oggetto del film-documentario sembra ci siano riusciti.
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