bart
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domenica 15 giugno 2008
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un khan non troppo da fiaba
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Il film di Bodrov che ci racconta di Temudgin/Gengis Khan risulta in parte riuscito e in parte stentato.I primi minuti colpiscono e ci proiettano immediatamente nell'universo mongolo con scene anche divertenti come la scelta della moglie da parte del piccolo Gengis.Stupisce anche il fatto che alla morte del padre quest'ultimo venga subito rimpiazzato senza troppi rimpianti(famiglia a parte).La pellicola prosegue poi abbastanza faticosamente con battaglie cruente e interventi divino/metafisici che si distaccano dalla effettiva realtà storica forse per colmare dei vuoti relativi alla vita del guerriero.Ciò nonostante Temudgin riesce a ritrovare sua moglie e sconfiggere il suo rivale/fratello.L'ottima fotografia compensa la sceneggiatura non proprio impeccabile che ricalca per certi versi la tradizione hollywoodiana.
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Il film di Bodrov che ci racconta di Temudgin/Gengis Khan risulta in parte riuscito e in parte stentato.I primi minuti colpiscono e ci proiettano immediatamente nell'universo mongolo con scene anche divertenti come la scelta della moglie da parte del piccolo Gengis.Stupisce anche il fatto che alla morte del padre quest'ultimo venga subito rimpiazzato senza troppi rimpianti(famiglia a parte).La pellicola prosegue poi abbastanza faticosamente con battaglie cruente e interventi divino/metafisici che si distaccano dalla effettiva realtà storica forse per colmare dei vuoti relativi alla vita del guerriero.Ciò nonostante Temudgin riesce a ritrovare sua moglie e sconfiggere il suo rivale/fratello.L'ottima fotografia compensa la sceneggiatura non proprio impeccabile che ricalca per certi versi la tradizione hollywoodiana.Di notevole effetto lo scontro delle nuvole che preannuncia la battaglia finale che proclamerà Gengis vincitore.
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beyond
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martedì 10 giugno 2008
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meditate gente.
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D'accordo che un film deve essere costruito in funzione del divertimento del pubblico e secondo certi più o meno accettabili "criteri espositivi", ma quando si tratta di narrare fatti e personaggi di storia realmente esistiti e in grado di tramandare fino ad oggi (e con una certa efficacia) determinati valori morali, trovo che raccontare troppe bugie riveli da parte dei produttori o un malcelato fine propagandistico, o una scarsa coscienza delle conseguenze delle proprie azioni.
Dipingere come eroe buono (perché questo è quanto avviene) il Sig. Gengis Khan è fortemente scorretto: una veloce letta a quello che realmente ha combinato farebbe pensare ad Attila come ad un chierichetto.
Quando nell'epilogo del racconto Gengis concede la libertà al fratello di sangue lo si vuole dipingere come un misericordioso.
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D'accordo che un film deve essere costruito in funzione del divertimento del pubblico e secondo certi più o meno accettabili "criteri espositivi", ma quando si tratta di narrare fatti e personaggi di storia realmente esistiti e in grado di tramandare fino ad oggi (e con una certa efficacia) determinati valori morali, trovo che raccontare troppe bugie riveli da parte dei produttori o un malcelato fine propagandistico, o una scarsa coscienza delle conseguenze delle proprie azioni.
Dipingere come eroe buono (perché questo è quanto avviene) il Sig. Gengis Khan è fortemente scorretto: una veloce letta a quello che realmente ha combinato farebbe pensare ad Attila come ad un chierichetto.
Quando nell'epilogo del racconto Gengis concede la libertà al fratello di sangue lo si vuole dipingere come un misericordioso...ma la storia narra che invece gli tagliò la testa subito; perché allora si è scelto di raccontare il falso?
Questa è solo una delle clamorose balle su cui è costruito il film (senza contare l'abbondante massa di escamotage narrativi completamente gratuiti, ma questo è un problema di sceneggiatura) e francamente non capisco il senso di un'operazione del genere.
Trovo che osannare degli assassini sia quanto di più miserabile riesca a escogitare l'industria culturale oggi, soprattutto nei confronti dei bambini, che per automatismo fisiologico fanno propri i concetti acquisiti dai media credendo di poterli utilizzare nella vita reale, finendo poi per compiere atti insulsi che il bucolico pubblico di "Mongol" poverino, proprio non sa come spiegare.
Dobbiamo aspettarci un film sul buon cuore di Hitler la prossima stagione?
Ad ogni modo direi che se "Mongol" fosse uscito nel 1200 dC lo si sarebbe potuto considerare senza ombra di dubbio come un esempio di propaganda di regime...ma, visto che è uscito oggi, c'è da chiedersi allora a chi la fa la propaganda.
Poi per carità, tecnicamente non è neanche girato male.
Però meditate gente.
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commander
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lunedì 9 giugno 2008
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guerra/amore - marte/venere:unione indissolubile
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Non uccidere donne e bambini. Onorare i debiti. Combattere il nemico fino alla morte. Non tradire mai il proprio Khan.
Sono i principi a cui si ispira il futuro Gengis Kahn.
Come per Il Gladiatore, con cui ha secondo me diverse somiglianze, non è tanto importante l’esattezza della ricostruzione storica, che non ho titolo per valutare, ma il richiamo a valori sempre in pericolo di essere accantonati, o peggio ancora traditi, nella vita dei singoli e dei popoli. A maggior ragione oggi, quando ogni azione sembra ispirarsi al concetto di utilità, al calcolo freddo e razionale costi/benefici, privo di pathos e di passione umana. Così, insieme e accanto al racconto guerresco, epico ed eroico, c’è una trama di sentimenti forti nel film di Bodrov.
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Non uccidere donne e bambini. Onorare i debiti. Combattere il nemico fino alla morte. Non tradire mai il proprio Khan.
Sono i principi a cui si ispira il futuro Gengis Kahn.
Come per Il Gladiatore, con cui ha secondo me diverse somiglianze, non è tanto importante l’esattezza della ricostruzione storica, che non ho titolo per valutare, ma il richiamo a valori sempre in pericolo di essere accantonati, o peggio ancora traditi, nella vita dei singoli e dei popoli. A maggior ragione oggi, quando ogni azione sembra ispirarsi al concetto di utilità, al calcolo freddo e razionale costi/benefici, privo di pathos e di passione umana. Così, insieme e accanto al racconto guerresco, epico ed eroico, c’è una trama di sentimenti forti nel film di Bodrov. L’amore profondo di Temugin per la giovane moglie, in nome del quale non esita a riconoscere come propri i figli che lei era stata costretta a concepire in prigionia, e la bellissima figura di lei, graziosa e fiera, forte e appassionata, moglie, amante, madre.
La guerra e l’amore, Marte e Venere, Ares e Afrodite amanti, indissolubilmente legati come nei nostri miti occidentali a significare l’universalità degli archetipi. Anche in Mongolia, come a Troia, si muove guerra per amore di una donna, si sparge sangue e si sparge sperma. La vita vera, ci dice Bodrov, non è né calcolo né rappresentazione buonista purgata del suo lato tragico, come vorrebbe il politcally correct alla moda. Al contrario, la vera passione d’amore vive insieme al furore bellico, e l’amore vive insieme alla morte, come ci ricorda James Hillman in “Un terribile amore per la guerra”. Se a tutto ciò aggiungiamo la bellezza degli spazi immensi, dei favolosi paesaggi delle steppe sterminate e delle montagne disabitate dell’Asia centrale che lasciano lo spettatore stupefatto e incantato, ecco che ne esce un film eccellente.
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massimiliano di fede
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mercoledì 4 giugno 2008
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il lato buono di gengis khan
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Un bellissimo film, dove i distesi paesaggi la fanno da padrona. Un film che basa la Sua ruscita da una formidabile regia e un montaggio impeccabile. Ricostruire l'inizio della storia di uno dei Khan più sanguinari della storia è, stata una scelta coraggiosa da parte del Regista russo Bodrov. Il piccolo Temudgin, deve affrontare fin da piccolo la dolorosa realtà della perdita del padre ma, deve anche salvarsi da chi lo vuole morto per non prendere il posto del padre che era un Khan. Il piccolo Temudgin diventa grande ma la sua sete di vendetta non si è placata e, con molta pazienza e affrontando altri eventi tragici, diventa il famosissimo e temutissimo Gengis Khan.
La prova degli attori è molto notevole sopratutto di Tadanobu Asano, che interpreta il futuro Gengis Khan, attore molto famoso in Giappone, definito come il Johnny Depp del Sol Levante.
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Un bellissimo film, dove i distesi paesaggi la fanno da padrona. Un film che basa la Sua ruscita da una formidabile regia e un montaggio impeccabile. Ricostruire l'inizio della storia di uno dei Khan più sanguinari della storia è, stata una scelta coraggiosa da parte del Regista russo Bodrov. Il piccolo Temudgin, deve affrontare fin da piccolo la dolorosa realtà della perdita del padre ma, deve anche salvarsi da chi lo vuole morto per non prendere il posto del padre che era un Khan. Il piccolo Temudgin diventa grande ma la sua sete di vendetta non si è placata e, con molta pazienza e affrontando altri eventi tragici, diventa il famosissimo e temutissimo Gengis Khan.
La prova degli attori è molto notevole sopratutto di Tadanobu Asano, che interpreta il futuro Gengis Khan, attore molto famoso in Giappone, definito come il Johnny Depp del Sol Levante.
4 stelle ampiamente meritate. Massimiliano Di Fede
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laszlo
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lunedì 2 giugno 2008
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un interminabile déjà vu
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E’ il trionfo della standardizzazione: l’ orda nemica sorge dalla linea dell’ orizzonte, l’ attimo in cui l’ eroe viene raggiunto dalla freccia nemica è enfatizzato dal rallentatore, al ricongiungimento della coppia di ineccepibili innamorati segue l’ ombra cinese dell’ amplesso, il vecchio monaco è saggio e lungimirante, il destino porterà l’ amico ad essere avversario, etc etc. C’è perfino l’ affratellamento con scambio di sangue. In più come spesso capita quando si hanno a disposizione location suggestive il regista ne abusa, mostrandole in campo lunghissimo in stucchevole e gratuita quantità. Interi blocchi di sceneggiatura sono talmente standard e indefiniti che si potrebbero utilizzare per altri film.
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E’ il trionfo della standardizzazione: l’ orda nemica sorge dalla linea dell’ orizzonte, l’ attimo in cui l’ eroe viene raggiunto dalla freccia nemica è enfatizzato dal rallentatore, al ricongiungimento della coppia di ineccepibili innamorati segue l’ ombra cinese dell’ amplesso, il vecchio monaco è saggio e lungimirante, il destino porterà l’ amico ad essere avversario, etc etc. C’è perfino l’ affratellamento con scambio di sangue. In più come spesso capita quando si hanno a disposizione location suggestive il regista ne abusa, mostrandole in campo lunghissimo in stucchevole e gratuita quantità. Interi blocchi di sceneggiatura sono talmente standard e indefiniti che si potrebbero utilizzare per altri film. E tutto è girato e montato come già visto mille volte. Film pretenzioso, noioso e soprattutto impersonale.
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hall
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sabato 31 maggio 2008
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epico
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bah niente di piu tanto di meno x che fatto bene,inteligente e ottima prova registica
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egtr
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sabato 31 maggio 2008
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buono
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beh che dire il cinema russo va sempre più in alto...
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duda
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giovedì 29 maggio 2008
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un khan da fiaba
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Gengis Khan visto con occhi diversi da quelli con cui abbiamo sempre guardato questa leggenda millenaria. Non è il Signore Universale, vandalo spietato a cui siamo abituati, ma Temujin, un bambino che ascolta i consigli del padre, un adolescente costretto a fuggire dai nemici, un giovane che sfida chiunque per riavere la sua adorata compagna.
Questa è la storia che Sergei Bodrov, già candidato all’Oscar per Il prigioniero del Caucaso, descrive sullo schermo. Due ore piene di sentimenti e paesaggi meravigliosi, accompagnati da una musica spirituale. Una storia epica, in cui tutto sembra essere deciso dal fato e che proprio per questo non ha bisogno di lunghe spiegazioni per ogni scena, né di una sceneggiatura particolareggiata.
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Gengis Khan visto con occhi diversi da quelli con cui abbiamo sempre guardato questa leggenda millenaria. Non è il Signore Universale, vandalo spietato a cui siamo abituati, ma Temujin, un bambino che ascolta i consigli del padre, un adolescente costretto a fuggire dai nemici, un giovane che sfida chiunque per riavere la sua adorata compagna.
Questa è la storia che Sergei Bodrov, già candidato all’Oscar per Il prigioniero del Caucaso, descrive sullo schermo. Due ore piene di sentimenti e paesaggi meravigliosi, accompagnati da una musica spirituale. Una storia epica, in cui tutto sembra essere deciso dal fato e che proprio per questo non ha bisogno di lunghe spiegazioni per ogni scena, né di una sceneggiatura particolareggiata. Molte immagini sembrano rimandare a Il gladiatore (la vendetta dopo la caduta, la camminata tra i soldati) e a Trecento (nei combattimenti sanguinosi).
Nel film la figura di Gengis Khan viene riabilitata. Sarà perché i finanziamenti arrivano soprattutto dalla Mongolia - dove il Guerriero è considerato il fondatore della nazione, e nelle cui steppe infinite, in luoghi lontani 18 ore di macchina dal primo centro abitato, è avvenuta la ripresa della maggior parte delle scene; sarà perché il racconto si ferma alla presa del potere, all’alba del regno - il regista infatti ha già pensato a un sequel.
Quel che è certo è che la vita di questo condottiero del 1200 ha sempre affascinato (si veda Gengis Khan il Conquistatore, di Henry Levin, 1965) e continuerà a farlo (uscirà tra poco da noi Gengis Khan il re della steppa, del giapponese Shinichiro Sawai, che sarà da non perdere).
E se Mongol è candidato all’Oscar come miglior film straniero, questo lo si deve essenzialmente alla capacità degli autori di immergere la storia reale (o quasi) di un uomo in un’atmosfera esoterica e religiosa, in cui magistralmente si muove l’attore protagonista (già grande in Zatoichi, di Takeshi Kitano), Tadanobu Asano.
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mario
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venerdì 23 maggio 2008
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si poteva fare meglio
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Se si racconta un fatto storico, è necessario adattarsi alla realtà dei fatti. C'è poco di storico in questo film ben costruito e gradevole, girato ottimamente, ma che ha il difetto di costruire un personaggio piuttosto distante dal vero Gengis Khan. Molto personaggio privato (che però ha avuto almeno 4 mogli) con punte di esagerazione e di fantasia e poco personaggio pubblico. Ricorda a tratti le assurdità del Gladiatore, orrendo film completamente antistorico.
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roi_zid
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martedì 20 maggio 2008
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film da consigliare
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Mi è piaciuto come hanno ritratto Gengis Khan..
Lo consiglio a tutti gli amanti di film storici.
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