Mongol |
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Un film di Sergei Bodrov.
Con Tadanobu Asano, Honglei Sun, Khulan Chuluun, Odnyam Odsuren, Aliya.
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Storico,
durata 120 min.
- Kazakhistan, Russia, Germania, Mongolia 2007.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 9 maggio 2008.
MYMONETRO
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Guerra/amore - Marte/Venere:unione indissolubile
di CommanderFeedback: |
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lunedì 9 giugno 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non uccidere donne e bambini. Onorare i debiti. Combattere il nemico fino alla morte. Non tradire mai il proprio Khan. Sono i principi a cui si ispira il futuro Gengis Kahn. Come per Il Gladiatore, con cui ha secondo me diverse somiglianze, non è tanto importante l’esattezza della ricostruzione storica, che non ho titolo per valutare, ma il richiamo a valori sempre in pericolo di essere accantonati, o peggio ancora traditi, nella vita dei singoli e dei popoli. A maggior ragione oggi, quando ogni azione sembra ispirarsi al concetto di utilità, al calcolo freddo e razionale costi/benefici, privo di pathos e di passione umana. Così, insieme e accanto al racconto guerresco, epico ed eroico, c’è una trama di sentimenti forti nel film di Bodrov. L’amore profondo di Temugin per la giovane moglie, in nome del quale non esita a riconoscere come propri i figli che lei era stata costretta a concepire in prigionia, e la bellissima figura di lei, graziosa e fiera, forte e appassionata, moglie, amante, madre. La guerra e l’amore, Marte e Venere, Ares e Afrodite amanti, indissolubilmente legati come nei nostri miti occidentali a significare l’universalità degli archetipi. Anche in Mongolia, come a Troia, si muove guerra per amore di una donna, si sparge sangue e si sparge sperma. La vita vera, ci dice Bodrov, non è né calcolo né rappresentazione buonista purgata del suo lato tragico, come vorrebbe il politcally correct alla moda. Al contrario, la vera passione d’amore vive insieme al furore bellico, e l’amore vive insieme alla morte, come ci ricorda James Hillman in “Un terribile amore per la guerra”. Se a tutto ciò aggiungiamo la bellezza degli spazi immensi, dei favolosi paesaggi delle steppe sterminate e delle montagne disabitate dell’Asia centrale che lasciano lo spettatore stupefatto e incantato, ecco che ne esce un film eccellente.
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