Mongol |
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Un film di Sergei Bodrov.
Con Tadanobu Asano, Honglei Sun, Khulan Chuluun, Odnyam Odsuren, Aliya.
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Storico,
durata 120 min.
- Kazakhistan, Russia, Germania, Mongolia 2007.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 9 maggio 2008.
MYMONETRO
Mongol
valutazione media:
3,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un khan da fiabadi dudaFeedback: 0 |
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giovedì 29 maggio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gengis Khan visto con occhi diversi da quelli con cui abbiamo sempre guardato questa leggenda millenaria. Non è il Signore Universale, vandalo spietato a cui siamo abituati, ma Temujin, un bambino che ascolta i consigli del padre, un adolescente costretto a fuggire dai nemici, un giovane che sfida chiunque per riavere la sua adorata compagna. Questa è la storia che Sergei Bodrov, già candidato all’Oscar per Il prigioniero del Caucaso, descrive sullo schermo. Due ore piene di sentimenti e paesaggi meravigliosi, accompagnati da una musica spirituale. Una storia epica, in cui tutto sembra essere deciso dal fato e che proprio per questo non ha bisogno di lunghe spiegazioni per ogni scena, né di una sceneggiatura particolareggiata. Molte immagini sembrano rimandare a Il gladiatore (la vendetta dopo la caduta, la camminata tra i soldati) e a Trecento (nei combattimenti sanguinosi). Nel film la figura di Gengis Khan viene riabilitata. Sarà perché i finanziamenti arrivano soprattutto dalla Mongolia - dove il Guerriero è considerato il fondatore della nazione, e nelle cui steppe infinite, in luoghi lontani 18 ore di macchina dal primo centro abitato, è avvenuta la ripresa della maggior parte delle scene; sarà perché il racconto si ferma alla presa del potere, all’alba del regno - il regista infatti ha già pensato a un sequel. Quel che è certo è che la vita di questo condottiero del 1200 ha sempre affascinato (si veda Gengis Khan il Conquistatore, di Henry Levin, 1965) e continuerà a farlo (uscirà tra poco da noi Gengis Khan il re della steppa, del giapponese Shinichiro Sawai, che sarà da non perdere). E se Mongol è candidato all’Oscar come miglior film straniero, questo lo si deve essenzialmente alla capacità degli autori di immergere la storia reale (o quasi) di un uomo in un’atmosfera esoterica e religiosa, in cui magistralmente si muove l’attore protagonista (già grande in Zatoichi, di Takeshi Kitano), Tadanobu Asano.
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