|
|
san
|
domenica 10 febbraio 2008
|
la cina di oggi
|
|
|
|
finalmente una versione reale di quello che oggi cina, il prezzo che deve pagare la popolazione per il "progresso"
|
|
|
[+] lascia un commento a san »
[ - ] lascia un commento a san »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
|
giovedì 1 novembre 2007
|
viaggio lontano
|
|
|
|
Bellissimo... la Cina di cui abbiamo paura, gli stranieri che mortifichiamo sono un popolo, come noi, con i loro usi, le loro abitudini e la loro vita... non è l'occidente che sta indirizzando il mondo...
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
aldo
|
mercoledì 17 ottobre 2007
|
film
|
|
|
|
Amara, ma realistica, la rappresentazione della Cina d'oggi. Mi sono rituffato nel clima sfiorato, eppure percepito nella sua drammatica sostanza, in un breve viaggio d'un anno fa dove l'importante era non farci vedere, fino in fondo, quello che Amelio insiste a farci vedere.
Credo che la trama del film sia stata costruita intorno a quest'esigenza rappresentativa, quasi documentaristica. E per questo finisce per apparire, di per sè, piuttosto fragile. Come dire, sovralimentata rispetto al possibile, anche al più ottimisticamente possibile. Davvero esistono ancora persone come Buonavolontà.
Comunque sia il film di Amelio cattura. E fa riflettere.
[+] valutazione
(di sara)
[ - ] valutazione
|
|
|
[+] lascia un commento a aldo »
[ - ] lascia un commento a aldo »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
aldo
|
mercoledì 17 ottobre 2007
|
film
|
|
|
|
Amara, ma realistica, la rappresentazione della Cina d'oggi. Mi sono rituffato nel clima sfiorato, eppure percepito nella sua drammatica sostanza, in un breve viaggio d'un anno fa dove l'importante era non farci vedere, fino in fondo, quello che Amelio insiste a farci vedere.
Credo che la trama del film sia stata costruita intorno a quest'esigenza rappresentativa, quasi documentaristica. E per questo finisce per apparire, di per sè, piuttosto fragile. Come dire, sovralimentata rispetto al possibile, anche al più ottimisticamente possibile. Davvero esistono ancora persone come Buonavolontà.
Comunque sia il film di Amelio cattura. E fa riflettere.
|
|
|
[+] lascia un commento a aldo »
[ - ] lascia un commento a aldo »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
luigi
|
mercoledì 27 giugno 2007
|
un grande attore x un film non molto bello
|
|
|
|
grande sergio, ma questo film mostra un po d noiosità, poike i temi sn sempre gli stessi, non cambiano mai,, e s mostrano continuamente x una durata di 100 min
|
|
|
[+] lascia un commento a luigi »
[ - ] lascia un commento a luigi »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
miocinema
|
domenica 10 giugno 2007
|
meraviglioso
|
|
|
|
Meraviglioso,un capolavoro del Grande Amelio.Bravissimo Castellitto
|
|
|
[+] lascia un commento a miocinema »
[ - ] lascia un commento a miocinema »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
adriano lotito
|
lunedì 21 maggio 2007
|
la cina di amelio
|
|
|
|
Un bel film firmato Gianni Amelio, regista tanto discusso quanto amato che in questa storia racconta l’epopea in Cina di un operaio italiano che scopre le tante stelle che non ci sono nella bandiera cinese. Il ruolo di protagonista è affidato ad un carismatico Sergio Castellitto guidato nell’ignoto paese degli occhi a mandorla da una bravissima Tai Ling.
|
|
|
[+] lascia un commento a adriano lotito »
[ - ] lascia un commento a adriano lotito »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
dario di viesto
|
martedì 1 maggio 2007
|
una centralina a forma di stella...
|
|
|
|
Amelio ama viaggiare. Il suo cinema è un viaggio continuo, dove i percorsi geografici, pur tortuosi e affascinanti che siano, contano sicuramente meno di quelli interiori che il viaggio inesorabilmente comporta. Il viaggio significa sempre avventura, ma significa pure conoscenza di sé, ricerca ed, eventualmente, cambiamento.
Il soggetto del film è una libera divagazione che trae spunto dal libro “La dismissione” di Ermanno Rea. Una multinazionale cinese compra in Italia un altoforno che, a detta del suo manutentore Vincenzo Buonavolontà, è difettoso e pericoloso. Pur avvertita del problema, la ditta decide di portare il macchinario in Cina, prima che l’operaio fosse riuscito ad ovviare al problema.
[+]
Amelio ama viaggiare. Il suo cinema è un viaggio continuo, dove i percorsi geografici, pur tortuosi e affascinanti che siano, contano sicuramente meno di quelli interiori che il viaggio inesorabilmente comporta. Il viaggio significa sempre avventura, ma significa pure conoscenza di sé, ricerca ed, eventualmente, cambiamento.
Il soggetto del film è una libera divagazione che trae spunto dal libro “La dismissione” di Ermanno Rea. Una multinazionale cinese compra in Italia un altoforno che, a detta del suo manutentore Vincenzo Buonavolontà, è difettoso e pericoloso. Pur avvertita del problema, la ditta decide di portare il macchinario in Cina, prima che l’operaio fosse riuscito ad ovviare al problema. Così, per sua vocazione, Vincenzo vola a Shangay per portare alla ditta la centralina idraulica da lui accuratamente modificata, che potrà permettere all’altoforno di funzionare perfettamente. L’azienda che aveva comprato l’impianto, però, lo ha rivenduto ad un'altra. Comincia così per il nostro Buonavolontà, di nome e di fatto, e per la sua guida Liu Hua, un lungo peregrinare per le “Cine”.
La “nuova Cina” esplode di industrie e grattacieli sfavillanti, di degradi civici e culturali; una Cina più antica ed autentca si nasconde fra i viottoli dei paesini, nella semplicità, nello sguardo dei tanti bambini che affollano la storia. “Non avrei mai immaginato che la Cina fosse così” dice ad un certo punto il protagonista. La Cina si svela contemporaneamente davanti al protagonista e davanti la cinepresa. Ed è facile perdersi, soprattuto quando non si sa bene cosa si sta cercando. Buonavolontà sembra un moderno Don Chisciotte, perso nel labirinto dell’economia globale. La mente del protagonista, lungo il viaggio, si alimenta dubbi e disincanti: dove è quella stella che nella bandiera cinese una volta significava “Onestà, pazienza, giustizia, solidarietà?” Buonavolontà la cerca, per tutto il film. Ed ecco che la trama diventa un pretesto. La missione del protagonista diventa un espediente impossibile (chiamtelo pure inverosimile) per mostrare lo smarrimento di un uomo di fronte la realtà, il suo senso d'impotenza, la sua solitudine. Vincenzo si accorge di quanto sbiadito sia il miraggio d'utopia: il bisogno di essere un ingranaggio del tutto. La necessità di poter contribuire per apportare un cambiamento, nella società dell’economia globale, è una speranza decapitata, una bandiera stracciata al vento (come si vede in una delle sequenze più belle del film).
“La stella che non c’è” è una favola moderna e, come tale, una favola triste. Vincenzo è molto simile al pezzo di ferro che stringe sempre fra le mani: un elemento che avrebbe l’aspirazione di raccordarsi ad un sistema, ma che, alla fine, risulterà fatalmente inutile allo stesso e scaricato fra i rifiuti della civiltà industriale.
A mio parere, se qualche imperfezione è riscontrabile, essa non è, come molti dicono, nel finale, la cui ambientazione onirica enfatizza il tono volutamente inverosimile e fiabesco di tutta la storia. Il difetto risiede invece in certi punti della sceneggiatura, nell’assenza di alcuni intrecci coinvolgenti che avrebbero veicolato in modo più convincente lo svolgimento di tutta l’azione.
Sergio Castellitto, nei panni del protagonista, si conferma (anche se in merito non vi erano dubbi) uno dei migliori attori italiani in circolazione. Per la cinese Tai Ling, nel personaggio di Liu Hua, è stata la prima apparizione sul grande schermo, e questo si vede.
Innanzi agli occhi miopi del botteghino, il film di Amelio è passato inosservato, una meteora sfumata fra fuochi d’artificio tanto sgargianti, quanto effimeri. Il tempo restituirà sentenze più veritiere. “La stella che non c’è”, mi auguro tornerà a brillare.
[-]
[+] bella recensione
(di canova)
[ - ] bella recensione
|
|
|
[+] lascia un commento a dario di viesto »
[ - ] lascia un commento a dario di viesto »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
medo
|
giovedì 1 febbraio 2007
|
in viaggio nel nulla
|
|
|
|
Ho sentito molto parlare in Italia di questo film. "Che bello" ho pensato. Finalmente un buon prodotto cinematografico. E poi in Francia ho detto "che bello è uscito in Francia, andiamo a vederlo". Sala da 800 posti. Eravamo in 4 a vedere questo film noioso, mal scritto, recitato in modo mediocre. Castellitto alla fine nella scena del pianto che diventa un sorriso, è patetico e assolutamente non credibile.
La Cina viene dipinta in modo banale e scontato. I paesaggi vengono sprecati da battute piatte e scialbe.
Il peggior film di Amelio. Non andate a vederlo.
Attribuisco DUE STELLE al film, giusto perchè l'idea di partenza non era male e perchè le musiche mi hanno fatto dormire un buon quarto d'ora.
[+] preferenze personali
(di susanna)
[ - ] preferenze personali
|
|
|
[+] lascia un commento a medo »
[ - ] lascia un commento a medo »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
vittorio
|
martedì 16 gennaio 2007
|
bello però mi aspettavo di più!!
|
|
|
|
Apprezzo molto Gianni Amelio, ma sinceramente questo film mi ha leggermente deluso!!
Documentario girato sulla Cina, con poco dialogo, tanta fotografia, una buona interpretazione di Castellitto ma si tratta però di una storia troppo "ragionata" per arrivare dritta al cuore!!
Leggermente scontato e molto noioso, a volte ho sperato che arrivasse la fine prima possibile!!
Conclusione: buon film, ma non è certo un capolavoro e Amelio ha creato sicuramente di meglio!!
|
|
|
[+] lascia un commento a vittorio »
[ - ] lascia un commento a vittorio »
|
|
d'accordo? |
|
|
|