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moro
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sabato 14 luglio 2007
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perchè...
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...mi sono lasciato coinvolgere dal titolo, convinto fosse una specie di "memento" o perlomeno di film psicologico?? continuo a domandarmelo... un incipit interessante che dopo 15 minuti di pellicola crolla nel patetico (le frasi giuste da eroe al momento giusto), insopportabilmente romantico ma soprattutto vergognosamente americano (attentato terroristico?nave che esplode?l'avrei ambientato al superbowl a questo punto, già che facciamo schifezze facciamole piene...anche un paio di tette in più... dai Scott potevi fare meglio). In una parola INSOPPORTABILE.
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vittorio
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lunedì 9 luglio 2007
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troppi effetti speciali e poca storia
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Solita americanata!!
Effetti speciali a dismisura, una storia semplice e alquanto sciocca...inverosimile a tal punto che a volte ti fa ridere....ed un finale scadente e smielato!!!
L'unica parte bella del film sono i primi 30 minuti...poi il niente!!
Da vedere con un occhio bendato e l'altro semiaperto!!
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flavio da
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giovedì 28 giugno 2007
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i bei tempi di zemackis e wachowski
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Noiosa all'inizio e elaborata fino all'eccesso nel finale, l'ultima opera di Scott lascia sgomento lo spettatore che diviene sempre più infastidito con lo scorrere della pellicola. Prendendo le mosse da una tematica sempre cara al regista ( ma non sarà un'ossessione!?), ovvero la sorveglianza non autorizzata del Governo USA fin nell'intimità dei suoi cittadini, il regista ci porta a conoscenza di una "macchina del passato" che fa rimpiangere il caro "ritorno al futuro" di Zemeckis; se il passaggio del foglietto attraverso la porta temporale appare non certo un colpo di genio, ma qualtomeno una trovata, il "viaggio" di denzel whashington non è altro che una patetica "baggianata". Le spiegazioni che gli autori offrono in tema di fisica, infinito, tempo e spazio lasciano sbigottito non solo l'agente Doug Carlin, ma soprattutto colui che guarda e cerca di capire: perché, ad esempio, lasciare irrisolta una domanda arguta dell'agente, ovvero perché non svelare a chi guarda perché si sente l'audio in ogni angolo di un'osservazione basata su informazini satellitari? Forse lo spettatore dovrebbe limitarsi ad osservare più che a guardare: la filosofia ardita dei fratelli Whachowski in "Matrix" sembra una banalità a confronto e ricorda bei tempi in cui lo spettatore aveva difficoltà a capire, si sforzava, ma alla fine arrivava al dunque!
In fondo fanno quasi tenerezza Scott e Washington, vittime più che protagonisti di un soggetto che ha dell'incredibile; il primo cerca di rimediare con qualche trovata, ma risulta comunque colpevole: avrebbe dovuto e potuto far di più.
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Noiosa all'inizio e elaborata fino all'eccesso nel finale, l'ultima opera di Scott lascia sgomento lo spettatore che diviene sempre più infastidito con lo scorrere della pellicola. Prendendo le mosse da una tematica sempre cara al regista ( ma non sarà un'ossessione!?), ovvero la sorveglianza non autorizzata del Governo USA fin nell'intimità dei suoi cittadini, il regista ci porta a conoscenza di una "macchina del passato" che fa rimpiangere il caro "ritorno al futuro" di Zemeckis; se il passaggio del foglietto attraverso la porta temporale appare non certo un colpo di genio, ma qualtomeno una trovata, il "viaggio" di denzel whashington non è altro che una patetica "baggianata". Le spiegazioni che gli autori offrono in tema di fisica, infinito, tempo e spazio lasciano sbigottito non solo l'agente Doug Carlin, ma soprattutto colui che guarda e cerca di capire: perché, ad esempio, lasciare irrisolta una domanda arguta dell'agente, ovvero perché non svelare a chi guarda perché si sente l'audio in ogni angolo di un'osservazione basata su informazini satellitari? Forse lo spettatore dovrebbe limitarsi ad osservare più che a guardare: la filosofia ardita dei fratelli Whachowski in "Matrix" sembra una banalità a confronto e ricorda bei tempi in cui lo spettatore aveva difficoltà a capire, si sforzava, ma alla fine arrivava al dunque!
In fondo fanno quasi tenerezza Scott e Washington, vittime più che protagonisti di un soggetto che ha dell'incredibile; il primo cerca di rimediare con qualche trovata, ma risulta comunque colpevole: avrebbe dovuto e potuto far di più. Il secondo non ricorda neanche lontanamente l'agente temerario di "Out of time", anzi sembra la brutta copia (non certo per una cattiva interpretazione, ma a causa del ruolo in cui è costretto) di un agente CSI cinematografico. Quando lo si vede rannicchiato all'interno dell'improbabile "macchina del tempo" verrebbe quasi voglia a noi di tornare indietro di 4 giorni e tirare fuori questo paladino della giustizia convincendolo con un "ti prego non lo fare; non salvare Claire, salva noi"!
Non siete costretti a vederlo, ma, come direbbe una giovane mora dai capelli lisci come spaghetti "per criticare bisogna osservare". A voi la visione, a voi l'opinione
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(di marco v.)
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diego
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lunedì 25 giugno 2007
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facciamo soldi col terrorismo
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Si salva tutto,tranne la vergognosa trama che gira attorno ad un atto terroristico,senza neanche spiegarne il movente.
Un'americanata mal riuscita.
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(di patrizio-direktor)
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piernelweb
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giovedì 31 maggio 2007
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fantapoliziesco non proprio dèjà vu
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Fantapoliziesco con la coppia Scott/Washington già collaudata al botteghino per il film (modesto) Man on fire. Il fratello minore (anagraficamente ma soprattutto artisticamente parlando) della famiglia di registi Scott, questa volta non è così male e "Dèjà Vu" si lascia vedere con interesse a patto di "accettare" l'ingombrante forzatura fantascientifica di una macchina del tempo inventata quasi per sbaglio. Il punto di forza è nell'elemento thriller con un finale svelato subito che diviene non più certo dal momento che i bravi poliziotti riescono ad interferire con il passato; inoltre l'attenzione è tenuta ben viva dal desiderio per una conclusione diversa e non tragica per la bellissima Paula Patton.
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Fantapoliziesco con la coppia Scott/Washington già collaudata al botteghino per il film (modesto) Man on fire. Il fratello minore (anagraficamente ma soprattutto artisticamente parlando) della famiglia di registi Scott, questa volta non è così male e "Dèjà Vu" si lascia vedere con interesse a patto di "accettare" l'ingombrante forzatura fantascientifica di una macchina del tempo inventata quasi per sbaglio. Il punto di forza è nell'elemento thriller con un finale svelato subito che diviene non più certo dal momento che i bravi poliziotti riescono ad interferire con il passato; inoltre l'attenzione è tenuta ben viva dal desiderio per una conclusione diversa e non tragica per la bellissima Paula Patton. Certo, appena ci si allontana dalla tavolozza degli accadimenti, la regia rivela tutti i suoi pesanti limiti ma nel complesso il film è godibile. Consigliato agli amanti del genere.
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[+] non riesco a capire una cosa
(di tex)
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trump
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giovedì 31 maggio 2007
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beh menomale che non mi sono fidato del mymometro
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a differenza del vostro giudizio io ritengo che sia un ottimo film, certo, non sono affatto un critico, ma posso dire che alla fine del film ero molto soddisfatto di non essere uscito per vederlo!
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starlabmoviediting
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venerdì 11 maggio 2007
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cio che la mente pensa e' probabile. e' cosi.
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COME DICEVO, TUTTO CIO CHE LA MENTE COSTRUISCE E' PER ME SENZA DUBBIO REALIZZABILE BASTA SOLO TROVARE E CERCARE I MEZZI CHE SECONDO ME SONO NELLA NATURA STESSA. CIO CHE RENDE GRANDI GLI ATTORI E' L'ESTREMA CONVINZIONE CHE TRASMETTONO AL PUBBLICO DEL RUOLO CHE STANNO INTERPRETANDO PROPRIO COME SE L'AVESSERO GIA' VISSUTO. QUANDO NON SI TROVANO SPIGAZIONI SCIENTIFICHE SU UN FATTO SI DICE CHE NON E' POSSIBILE...... COME GLI STESSI SCIENZIATI PENSANO DI DIO, PERCHE NON LO VEDONO. L'UOMO NON VEDRA' MAI CIO' CHE NON DECIDE FERMAMENTE DI VEDERE. DENZEL E' UN GRANDE PERCHE PIU CHE I FILM INTERPRETA OGNI VOLTA UN ASPETTO DELLA SUA IDENTITA'. FORSE SIAMO UN PO TUTTI ATTORI MA NON TUTTI RIESCONO AD ESPRIMERSI COME VORREBBERO.
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COME DICEVO, TUTTO CIO CHE LA MENTE COSTRUISCE E' PER ME SENZA DUBBIO REALIZZABILE BASTA SOLO TROVARE E CERCARE I MEZZI CHE SECONDO ME SONO NELLA NATURA STESSA. CIO CHE RENDE GRANDI GLI ATTORI E' L'ESTREMA CONVINZIONE CHE TRASMETTONO AL PUBBLICO DEL RUOLO CHE STANNO INTERPRETANDO PROPRIO COME SE L'AVESSERO GIA' VISSUTO. QUANDO NON SI TROVANO SPIGAZIONI SCIENTIFICHE SU UN FATTO SI DICE CHE NON E' POSSIBILE...... COME GLI STESSI SCIENZIATI PENSANO DI DIO, PERCHE NON LO VEDONO. L'UOMO NON VEDRA' MAI CIO' CHE NON DECIDE FERMAMENTE DI VEDERE. DENZEL E' UN GRANDE PERCHE PIU CHE I FILM INTERPRETA OGNI VOLTA UN ASPETTO DELLA SUA IDENTITA'. FORSE SIAMO UN PO TUTTI ATTORI MA NON TUTTI RIESCONO AD ESPRIMERSI COME VORREBBERO...PER PAURA. LA CHIVE DI TUTTO E CREDERE MA E' LA COSA PIU DIFFICILE DA FARE PER L'UOMO CHE CREDE SOLO A QUEL CHE VEDE, SENTE O PUO TOCCARE. SCUSATE LE CHIACCHIERE E CONCLUDO CHE AVENDONE LA PASSIONE CUREREI VOLENTIERI LA POST PRODUZIONE O EDITING DI UN FILM DI QUESTI LIVELLI, MA POCHI INTUISCONO I MESSAGGI CHE SI CELANO IN ESSI. CONTINUATE COSI. CIAO.
MARIANO.
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bartolo fontana
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giovedì 26 aprile 2007
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l'eterno sogno
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L’eterno sogno dell’uomo : tornare al passato per riuscire a modificare il futuro.
E’ la prima volta, forse, che questo argomento viene trattato con una certa veridicità, segno che i tempi stanno cambiando e che forse questo sogno potrebbe realizzarsi per davvero.
Ma non è detto che questo possa ritenersi un fatto positivo e la cosa la dice lunga sui progressi della scienza che non necessariamente possano condurre l’umanità alla sua salvezza: tutt’altro.
Il film scorre bene, la trama avvince lo spettatore e Denzel Washington è il grande attore di sempre.
Ma si torna sempre al problema del finale: a volte più fantasioso del tema trattato.
Un finale, dunque, fantasioso che toglie credibilità all’affascinante argomento.
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L’eterno sogno dell’uomo : tornare al passato per riuscire a modificare il futuro.
E’ la prima volta, forse, che questo argomento viene trattato con una certa veridicità, segno che i tempi stanno cambiando e che forse questo sogno potrebbe realizzarsi per davvero.
Ma non è detto che questo possa ritenersi un fatto positivo e la cosa la dice lunga sui progressi della scienza che non necessariamente possano condurre l’umanità alla sua salvezza: tutt’altro.
Il film scorre bene, la trama avvince lo spettatore e Denzel Washington è il grande attore di sempre.
Ma si torna sempre al problema del finale: a volte più fantasioso del tema trattato.
Un finale, dunque, fantasioso che toglie credibilità all’affascinante argomento.
La tipica chiusura commerciale americana che si ostina a far prevalere l’interesse della “cassetta”, sottovalutando l’intelligenza di un pubblico che matura giorno, dopo giorno.
Un pubblico che vorrebbe sognare ma che sa che, forse, i sogni possono divenire incubi.
Qualche volta.
Di
Bartolo Fontana
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alez
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giovedì 5 aprile 2007
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giu il cappello per mister washington!
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due sole cose veloci denzel washington si riconferma il miglior attore del mondo insieme ad un regista tony scott, per cui aveva laorato anche nel riuscitissimo "the manchurian candidate" per il resto grande trama grandi effetti speciali e un film ke sara un capolavoro del genere!
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(di patrizio-direktor)
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anonimo
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venerdì 23 marzo 2007
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super filmone
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semplicemente molto bello.Danzel Washington è un bravissimo attore e anche lei era molto carina.la trama era complessa ma interessante e sicuramente molto meglio di tutte le balle che fanno a Natale.ho consigliato a parecchii di vederlo!!!
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