fabrizio friuli
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sabato 18 settembre 2021
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la magia dell'' oriente
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Due personaggi differenti , Azur e Asmar sono i protagonisti di una fiaba d' avventura in cui non bisogna essere rivali tra fratelli , ma bisogna essere uniti e supportarsi reciprocamente per garantire il raggiungimento di un obiettivo vitale , che è quello di liberare la Fata dei Jinn dalla sua prigionia, ed infatti, quando i giovani differenti iniziano a supportarsi a vicenda ( verso la parte conclusiva ) entrambi coronano la loro aspirazione, ma grazie ad un duplice lieto fine , garantito dall' arrivo della Fata degli elfi, che predilige Asmar, grazie alla sua bellezza arabica, mentre la Fata dei jinn predilige Azur , grazie alla sua bellezza angelica.
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Due personaggi differenti , Azur e Asmar sono i protagonisti di una fiaba d' avventura in cui non bisogna essere rivali tra fratelli , ma bisogna essere uniti e supportarsi reciprocamente per garantire il raggiungimento di un obiettivo vitale , che è quello di liberare la Fata dei Jinn dalla sua prigionia, ed infatti, quando i giovani differenti iniziano a supportarsi a vicenda ( verso la parte conclusiva ) entrambi coronano la loro aspirazione, ma grazie ad un duplice lieto fine , garantito dall' arrivo della Fata degli elfi, che predilige Asmar, grazie alla sua bellezza arabica, mentre la Fata dei jinn predilige Azur , grazie alla sua bellezza angelica.
Il regista Ocelot ha dimostrato di essere un mago del cinema animato, avendo permesso l'esistenza di questa perla del cinema animato, costellata di colori speditamente sgargianti, tipici dei palazzi arabi ed anche di musiche ammalianti come il canto della sirena, composte da Gabriel Yared ( il compositore Gabriel Yared meriterebbe novantadue minuti di applausi per la musica che viene udita nella faraonicaabitazione della nutrice , divenuta mercante ) . Per giunta , viene anche trattato il tema della superstizione e la sua futilità, che viene perfino riconosciuta da Asmar all' ingresso delle porte gemelle , quando devono scegliere la porta giusta, un altro punto di forza di questo lungometraggio sono i dialoghi , provvisti della lingua araba , usata anche dal giovane Azur per farsi comprendere dalla popolazione che, al principio, lo considera un portatore di sventura per via dei suoi occhi blu , ragion per cui , inscena una cecità fasulla, come il personaggio chiamato Rospu ' ( forse ) ovvero la sua guida ed il suo aiutante provvisto di due occhi blu nascosti da grossi occhiali . Anche il suo finale è degno di riconoscimento, per via del fatto che i personaggi del film , al termine del ballo commemorativo nella sublime sala delle luci , viene concluso con i personaggi che uniscono le mani ed effettuano l' inchino teatrale e cala il sipario . Sarebbe anche lecito ipotizzare che il Jinn è l' Elfo che cantano la ninna nanna della nutrice ai pargoli assopiti sia nella lingua di Azur che nella lingua di Asmar siano giunti nella stanza , prevedendo il futuro di entrambi I futuri eroi della fiaba d' avventura.
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newenter
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lunedì 9 maggio 2016
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una storia poetica
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Non serve la grafica 3d per raccontare una bella storia , poetica, delicata. avventurosa. Sì, senza discorsi moralisti Michael Ocelot ci mostra come due culture possano incontrarsi, non rinnunciando a ciò che si è, ma esprimendolo piuttosto al massimo ed aiutando gli altri a fare altrettanto (e infatti i due protagonisti dovranno affrontare la stessa sfida).Emblema di questa possibilità di affrontare la vita senza pregiudizi o superstizioni è la figura della nutrice ("Ho conosciuto due paesi, due lingue, due culture...quindi ne so il doppio degli altri!"). L'happy ending come in ogni favola che si rispetti è inevitabile, ma con un pizzico di inaspettato. E' un film che dà anche grande rilievo alla figura femminile, non solo quella della nutrice, capace di amare incondizionatamente il diverso, ma anche quella della principessa bambina, così piccola ma intelligente e saggia senza perdere la vitalità propria dell'infanzia, e infine le due fate, capaci di grandi prodigi.
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Non serve la grafica 3d per raccontare una bella storia , poetica, delicata. avventurosa. Sì, senza discorsi moralisti Michael Ocelot ci mostra come due culture possano incontrarsi, non rinnunciando a ciò che si è, ma esprimendolo piuttosto al massimo ed aiutando gli altri a fare altrettanto (e infatti i due protagonisti dovranno affrontare la stessa sfida).Emblema di questa possibilità di affrontare la vita senza pregiudizi o superstizioni è la figura della nutrice ("Ho conosciuto due paesi, due lingue, due culture...quindi ne so il doppio degli altri!"). L'happy ending come in ogni favola che si rispetti è inevitabile, ma con un pizzico di inaspettato. E' un film che dà anche grande rilievo alla figura femminile, non solo quella della nutrice, capace di amare incondizionatamente il diverso, ma anche quella della principessa bambina, così piccola ma intelligente e saggia senza perdere la vitalità propria dell'infanzia, e infine le due fate, capaci di grandi prodigi..ma bisognose di un altro per riconoscere una verità e prendere una decisione. Il racconto pare voler dire che se un cambiamento del mondo sarà possibile, questo sarà a partire dallo sguardo delle donne. Ad alcune scene ridondanti di colore come in un suk se ne contrappongono altre in bianco e nero, in cui i protagonisti sono come ombre, eppure queste seconde non perdono in liricità; anzi, memorabile è la scena (che appartiene a questa seconda tipologia) in cui la principessa bambina, che già nella sua reggia può vedere le stelle da un osservatorio, fuggendo da casa desidera...arrampicarsi su un albero e ancora guardare le stelle. Perché la libertà non è fare ciò che solitamente non si può fare, ma seguire ciò che veramente riempie il cuore. Consigliatissimo per i mille spunti di riflessione che offre.
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veradiantum
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mercoledì 14 gennaio 2015
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educazione alla pace
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Poetico delicato bellissimi i disegni anche se scelgono una forma grafica "antica", scarna ed onirica. Bella anche la scelta die dialoghi con parti in lingua araba.
Un potente grido contro tutti i razzismi. Ottimo
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francesco2
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sabato 24 dicembre 2011
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(quasi) tutto modesto
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Non conoscevo il cinema di Ocelot, ma non è certo questo film che contribuisce a farmelo apprezzare più di tanto. Qualcuno lo ha definito (Anche) sarcastico. Io credo che potesse essere l'occasione per una parabola ironica sul valore della tolleranza, anche se il destinatario principale è un pubblico infantile.
Ed invece, al di là di certi spunti che suscitano riflessioni (Il rifiuto per gli occhi blu, ad esempio, che costringe anche l'"Imbroglioncello" a mutare identità, o l'opzione tra le due porte per arrivare dalla principessa), la strada che sceglie il regista è quella della contrapposizione tra due opposti, il "Bianco" ed il "Nero" (Che, secondo chi scrive, potrebbero rappresentare una metafora dello scontro tra due mondi).
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Non conoscevo il cinema di Ocelot, ma non è certo questo film che contribuisce a farmelo apprezzare più di tanto. Qualcuno lo ha definito (Anche) sarcastico. Io credo che potesse essere l'occasione per una parabola ironica sul valore della tolleranza, anche se il destinatario principale è un pubblico infantile.
Ed invece, al di là di certi spunti che suscitano riflessioni (Il rifiuto per gli occhi blu, ad esempio, che costringe anche l'"Imbroglioncello" a mutare identità, o l'opzione tra le due porte per arrivare dalla principessa), la strada che sceglie il regista è quella della contrapposizione tra due opposti, il "Bianco" ed il "Nero" (Che, secondo chi scrive, potrebbero rappresentare una metafora dello scontro tra due mondi).La prevedibilità della vicenda, come anche dei protagonisti, aumenta ancora di più quando al "Buon" protagonista si contrappone il già citato "Imbroglioncello": alla dinamica dei due fratelli con "pelli diverse" si sostituisce, o si aggiunge, quella del duo formato dal "Bello ed onesto" accompagnato dal "Furbo e bruttino".
Lo sviluppo(?) della vicenda(?), ovverosia il desiderio di giungere dalla citata principessa, non aggiunge granché, la narrazione appare piuttosto dilatata tralasciando determinate trovate sparse (A parte quelle citate, si potrebbe aggiungere lo spunto della principessa, con le sue considerazioni abbastanza sagge sul valore del sorriso). Il finale, spiace dirlo, è dei più prevedibili da tutti i punti di vista.
In conclusione, secondo chi scrive si potrebbe, al massimo, considerarlo un aneddoto abastanza sagace sulla tolleranza e sull'abbattimento dei pregiudizi. Ma niente più. Ed è un peccato, perché Ocelot ed i suoi sceneggiatori mostrano di conoscere bene la trasposizione delle illustrazioni nell'ambito cinematografico: la bellezza dei disegni, in alcuni momenti, fa pensare a dei veri e propri burattini, maneggiati con delicatezza da qualcuno che
-ovviamente- non vediamo.
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ultimoboyscout
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martedì 4 gennaio 2011
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per nulla convincente!
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Dove sono queste famose magiche atmosfere? E le celeberrime suggestioni da mille e una notte? Animazione valida ma non ci trovo nient'altro di bello.
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edinho123
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venerdì 31 luglio 2009
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muito bom
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matteo
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venerdì 21 novembre 2008
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fa schifo
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che brutto film!!!!!!!!!!!!!
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matte
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venerdì 21 novembre 2008
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brutto molto brutto
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non è bello è schifoso e anche un pò da femmine
le principesse sono tutte molto brutte e antipatiche più che sposarle io la ucciderei
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matte
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venerdì 21 novembre 2008
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le due principesse
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questo film non è male ma ci sono cose dove non succede niente percui io dico che potrei dagli un bel più che discreto
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anna
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martedì 4 novembre 2008
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film stupendo
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Finalmente un'autentica fiaba al cinema, grafica stupenda e originale ispirata all'arte di due civiltà apparentemente opposte ma che nel film si fondono stupendamente.
Bellissimo.
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