elgatoloco
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lunedì 11 novembre 2019
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simpaticissimo apologo sulla discriminazione
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"Racing Stripes"(Frederik du Chau, anche cosceneggiatore), del 2005 è veramente un felicissimo apologo sulla diversità(qui la zebra versus i cavalli da corsa che la sbeffeggiano e discriminano, appunto)dove il mondo animale parla, ma in una chaive"reale"e non di cartoons(né c'è contaminazione tra le due tecniche), dove c'è chi viene considerato escluso in partenza; che poi tutto questo venga rappresentato attraverso la gara, la competizione, è totalmente made in the USA ma anche funzionale alla comprensione da parte di un pubblico più legato all'infanzia e all'adolescenza dove, fatalmente, è la vittoria a condizionare la comprensione, il patto tra autori/attori e spettatori.
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"Racing Stripes"(Frederik du Chau, anche cosceneggiatore), del 2005 è veramente un felicissimo apologo sulla diversità(qui la zebra versus i cavalli da corsa che la sbeffeggiano e discriminano, appunto)dove il mondo animale parla, ma in una chaive"reale"e non di cartoons(né c'è contaminazione tra le due tecniche), dove c'è chi viene considerato escluso in partenza; che poi tutto questo venga rappresentato attraverso la gara, la competizione, è totalmente made in the USA ma anche funzionale alla comprensione da parte di un pubblico più legato all'infanzia e all'adolescenza dove, fatalmente, è la vittoria a condizionare la comprensione, il patto tra autori/attori e spettatori...C'è poi la situazione di partenza(la ragazza sedicenne orfana di madre, il cui padre è un allenatore di cavalli e fantini, con la figlia che fa, come molto spesso in questi casi, da"madre"almeno parzailmente al padre) dove l'handicap di fondo della zebra va colmato e si riesce a farlo per la volontà(un elemento chiave, anzi proprio una"chiave di volta", ciò che Alfred Adler aveva capito profondamente della mentalità anglosassone ma ssoprattutto statunitense)congiunta della famiglia, in lotta anche contro una ex concorrente del padre, che aspira a riaverlo come dipendente, perdendo clamorosamente la scommessa... tra l0altro. Tra gli interpreti"umani"efficaci nei rispettivi ruoli Hayden Panettiere(la figlia)e Bruce Greenwood, ma anche la"Maliarda cattiva" Wendie Malick, in un quadro di loote e di contrasti costruiti ad arte come metafora della vita più generalmente intesa. Il doppiaggio italiano, nella impossibilità pratica di confrontarlo con quello originale, appare a tratti troppo"carico", troppo legato all'effettismo dialettale... El Gato
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great steven
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martedì 27 ottobre 2015
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commedia con pretese ma di imbarazzante semplicità
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STRISCIA, UNA ZEBRA ALLA RISCOSSA (USA, 2005) diretto da FREDERIK DU CHAU. Interpretato da BRUCE GREENWOOD, HAYDEN PANETTIERE, WENDIE MALICK, M. EMMET WALSH, MICHAEL ROSENBAUM, GARY BULLOCK, MANDY MOORE, JEFF FOXWORTHY, CASPAR POYCK
Durante un furibondo temporale, un circo itinerante smarrisce lungo la strada un carico prezioso: una zebra neonata. Il cucciolo, ancora barcollante e tremebondo, viene tratto in salvo da un agricoltore-contadino di nome Nolan Walsh, che se lo porta a casa e ne fa in breve tempo la mascotte della figlioletta Channing, appassionata di ippica. La zebra viene ribattezzata " Striscia" e riesce a farsi amici tutti i singolari e coloriti animali della fattoria di Mr.
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STRISCIA, UNA ZEBRA ALLA RISCOSSA (USA, 2005) diretto da FREDERIK DU CHAU. Interpretato da BRUCE GREENWOOD, HAYDEN PANETTIERE, WENDIE MALICK, M. EMMET WALSH, MICHAEL ROSENBAUM, GARY BULLOCK, MANDY MOORE, JEFF FOXWORTHY, CASPAR POYCK
Durante un furibondo temporale, un circo itinerante smarrisce lungo la strada un carico prezioso: una zebra neonata. Il cucciolo, ancora barcollante e tremebondo, viene tratto in salvo da un agricoltore-contadino di nome Nolan Walsh, che se lo porta a casa e ne fa in breve tempo la mascotte della figlioletta Channing, appassionata di ippica. La zebra viene ribattezzata " Striscia" e riesce a farsi amici tutti i singolari e coloriti animali della fattoria di Mr. Walsh: il loquace cavallo Gegè, la materna pecora Boccadirosa, il pellicano Gozzo, la giumenta bianca Cinzia, il gallo un po’ rimbambito Beccotosto e le due mosche Ronza e Sbronza. Striscia, una volta cresciuto, sogna di sfondare nel mondo dell’equitazione agonistica vincendo il Gran Premio, ma si ritrova contro due rivali, Baleno e Fulmine, che gli daranno parecchio filo da torcere, e che diventano rapidamente i suoi avversari per antonomasia grazie alla loro irriducibile arroganza e malvagità. Aiutato dai fedeli amici della fattoria, Striscia riuscirà comunque a trionfare nella gara, dimostrando a tutti e in particolar modo ad un’incredula Channing (che gli farà con incontenibile emozione da fantina) la propria indiscutibile abilità sportiva. Ai tempi odierni, la computer graphic ha fatto notevoli balzi in avanti e quindi far recitare gli animali non è più considerato un problema. Ma intendiamoci: il movimento delle labbra viene creato artificialmente con meccanismi virtuali, mentre gli animali veri e propri non devono far altro che seguire le direttive degli addestratori e trovarsi al posto giusto nel momento delle riprese. Ma l’avanzato stadio di un settore cinematografico tutto sommato secondario non è sufficiente a salvare dalla banalità e dal rischio della commediola scontata un film particolarmente adatto per le famiglie e fruibile nella miglior maniera quasi esclusivamente dai più piccini. Eppure i luoghi comuni, il senso di déjà-vu e le smancerie a raffica abbondano come bollicine in una vasca da bagno la cui acqua è stata appena insaponata. D’accordo, non manca una dimensione di zoofilia che comunque non manca di rispetto alla condizione degli animali e neppure alla loro intelligenza, tuttavia una sceneggiatura insipida e poco vivificante finisce per dare il definitivo colpo di grazia a questa pellicola che non vanta nessun merito speciale se non quello di accontentare gli spettatori giovanissimi con una lieta fine al limite dello zuccheroso più stucchevole, portando il protagonista ad una vittoria in fin dei conti semplice e macchinata appositamente con l’obiettivo di mettere in risalto la simpatia degli animali parlanti. Con il ricorso efferato e insistente ad un doppiaggio multidialettale, l’edizione italiana altro non fa che peggiorare il prodotto, stravolgendo i dialoghi (nella fattispecie con battute melense che offrono una zampata di vergognoso folklore tipicamente italiota) e risultando non divertente per orecchie più attente, esperte e critiche di quelle dei bambini. Non mancano nemmeno le citazioni ai vecchi classici, come ad esempio la riproposizione del tema principale de Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone nella sequenza in cui Striscia sfida in una competizione il becero e tronfio guidatore del furgone. Il doppiaggio originale comprende le voci di Dustin Hoffman, Whoopi Goldberg, Frankie Muniz, Joe Pantoliano e Snoop Dogg.
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lucaeiacopo5
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sabato 7 aprile 2007
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veramente straordinario!!!!!
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E' veramente bellissimo, non troppo divertente, ma con una trama e una morale mozzafiato!!!!Molto meglio di altri film colmi di barzellette insensate e senza morale.
Vi consiglio di comprarlo o di andarlo a vedere
[+] avete ragione
(di pollo007)
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