Flightplan - Mistero in volo |
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Un film di Robert Schwentke.
Con Jodie Foster, Peter Sarsgaard, Sean Bean, Kate Beahan, Michael Irby.
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Titolo originale Flightplan.
Thriller,
durata 98 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 4 novembre 2005.
MYMONETRO
Flightplan - Mistero in volo
valutazione media:
2,39
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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piccolo film, immensa Jodiedi serpicoFeedback: 0 |
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lunedì 7 novembre 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Si dice che la grandezza di un attore si vede soprattutto nei film mediocri. E "Flightplan" pare fatto apposta per confutare questa tesi: ennesimo thriller aeroportuale, con trama presa gentilmente in prestito da Hitchcock e luoghi comuni in quantità industriale. Di sicuro un film evitabilissimo se non fosse per la sua protagonista, una splendida Jodie Foster che, lo diciamo subito, è l'unico valido motivo (e che motivo!) per vedere questo film. Jodie Foster è come una bottiglia di Brunello: più passano gli anni e più migliora, più le rughe scavano il suo volto e più la sua faccia si fa luminosa, affilata, espressiva. Ormai questa straordinaria attrice recita con lo sguardo, infischiadosene del trucco e fiera di portare sullo schermo, senza alcun imbarazzo, i segni dei suoi primi 43 anni. In questa pellicola diretta dal tedesco Robert Schwentke interpreta la figura di una madre, appena rimasta vedova, che vola da Berlino a New York in compagnia della figlia per riportare in patria la salma del marito. Non appena decollato l'aereo la bimba scompare, senza essere stata vista da nessuno... La prima parte del film è bella, con la Foster che riesce, magistralmente, a farci vivere davvero l'angoscia di una madre che ha smarrito la figlia: lo fa con una recitazione nevrotica, esasperata, incontrollata, terribilmente naturale. E' l'ennesimo ritratto di donna forte, coraggiosa e sola contro tutti della sua lunga carriera. Jodie si mangia il film: non ci sono comprimari, non esistono altri protagonisti. Non riusciamo a staccare lo sguardo dalla sua faccia sconvolta e tesa, i suoi occhi sbarrati, gli zigomi affilati... Ed è un bene, perchè poi il film, man mano che si avvicina all'epilogo, si fa sempre più improbabile e deludente, fino ad arrivare al colpo di scena finale (si fa per dire...) con un happy end trito e telefonato, a cui il regista non si risparmia neppure l'immancabile esplosione in puro stile hollywoodiano. Intendiamoci: "Flightplan" non è poi così tanto diverso, per esempio, dall'inguardabile "Red eye" di Crawen che è uscito, curiosamente, quasi in contemporanea. Ma si sa: nel cinema, come nel calcio, sono i fuoriclasse a fare la differenza...
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