magister vitae
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lunedì 30 luglio 2007
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lacrime vere & critici acidi
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Auguro a tutti gli insegnanti di sentirsi almeno una volta nella vita come il protagonista del film quando sta per uscire di scena; del resto (se ascoltate il testo del brano finale...) non siamo tutti dei cervi-volanti resi cornuti da questa vita?
Auguro ai critici acidi di sentire qualcosa, almeno una volta nella vita. Magari imparando una lingua in più oltre l'inglese.
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(di prof. di francese)
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sandra
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domenica 15 luglio 2007
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la musica tocca e cambia il cuore degli uomini
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bellissimo film e colonna sonora stupenda.la figura dell'insegnante di musica è ben sviluppata e l' esecuzione corale è splendida.
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francesco pinna
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domenica 1 luglio 2007
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un film può far bene all'anima.
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Un film può far bene all'anima? Si, esattamente come le favole che si raccontano ai bambini. Queste ultime sono uno strumento, forse il primo, che permettono di formare la coscienza, nascondendo quella morale che poi crescerà all'interno come un seme. Les Choristes ha i ritmi semplici del racconto, della favola. Vuole strappare un sospiro di sollievo e ci riesce, vuole incantare con le musiche originali (sempre più difficili di questi tempi) e riesce anche in questo. Putroppo non sono un critico cinematografico, quindi non comprendo il perché di giudizi così stitici. Questo è un film che va bene ad ogni età, così come ad ogni età vanno bene le favole che insegnano qualcosa.
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mary
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sabato 2 giugno 2007
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waw
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è troppo bello morange!!!!!!!!!!!
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(di la ignota)
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adriano lotito
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domenica 20 maggio 2007
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un piccolo gioiello
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Proprio un bel film , che diverte ma allo stesso tempo fa riflettere sulle condizioni dei bambini protagonisti e sulla musica come aiuto per superare le difficoltà della vita . Straordinari gli attori che interpretano i ragazzi .
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marty
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sabato 12 maggio 2007
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fantastico!!
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Mi è piaciuto veramente tantissimo questo ilm, è molto emozionante e le canzoni sono stupende!! Consigliato a tutti!!
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(_xxx_)
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domenica 29 aprile 2007
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consigliato!!!
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questo film mi è piaciuto davvero molto e ringrazio la mia prof. per averlo proposto alla classe...la scena che più mi ha colpito è stata quella in cui i ragazzi dell'istituto, nell'impossibilità di farlo di persona hanno lanciato a Mathieu dei biglietti dalla finestra per salutarlo e ringraziarlo...guardatelo!!
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tommi78
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giovedì 4 gennaio 2007
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un antieroe silenzioso
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Mi stupisco, a volte, di come certi critici "stronchino" film perchè la speranza, il riscatto ed il cambiamento vengono visti esclusivamente come un mezzo furbetto per rendere una pellicola più commerciale. Sembra che debba per forza vincere il motto "Lasciate ogni speranza voi che entrate", perchè la speranza per questi bambini non può esistere. Così molti pensano che un sorvegliante come Clemant non possa esistere, mangiato, nella realtà, da un sistema troppo grande e troppo radicato perchè possa sopravvivere una persona come lui. In fondo è un perdente, goffo, bruttino, impacciato ed è capitato in uno degli istituti più pericolosi, dove i bambini vivono sulla pelle l'abbandono, la rabbia di essere diversi, di non essere amati, una rabbia che si esplicita in atteggiamenti ribelli ed in emozioni congelate, perchè nell'istituto le emozioni non sono permesse.
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Mi stupisco, a volte, di come certi critici "stronchino" film perchè la speranza, il riscatto ed il cambiamento vengono visti esclusivamente come un mezzo furbetto per rendere una pellicola più commerciale. Sembra che debba per forza vincere il motto "Lasciate ogni speranza voi che entrate", perchè la speranza per questi bambini non può esistere. Così molti pensano che un sorvegliante come Clemant non possa esistere, mangiato, nella realtà, da un sistema troppo grande e troppo radicato perchè possa sopravvivere una persona come lui. In fondo è un perdente, goffo, bruttino, impacciato ed è capitato in uno degli istituti più pericolosi, dove i bambini vivono sulla pelle l'abbandono, la rabbia di essere diversi, di non essere amati, una rabbia che si esplicita in atteggiamenti ribelli ed in emozioni congelate, perchè nell'istituto le emozioni non sono permesse. Solo il rispetto di regole ferree. I rapporti si instaurano tramite il rispetto delle regole, le punizioni, le umiliazioni. Cosa porta Clemant? Clemant si accorge subito che occore lasciare da parte l'onnipotenza, è difficile poter cambiare e cancellare la sofferenza, però porta umanità, umanizza le regole, porta eccezioni per differenziare il singolo bambino dalla massa, da ciò che l'istituto pretende, ovvero l'uniformità. Ascoltando, umanizzando il rapporto, ironizzando, cerca di creare un legame diverso con ognuno dei bambini, tanto che nella scena finale, quando abbandona l'istituto, ed i suoi alunni gli lanciano bigliettini d'addio, riconosce anche senza le firme di chi è ogni singolo biglietto.
La musica si fa traino metaforico di questa differenziazione, infatti Clemant trova un ruolo ad ognuno, un posto preciso ed imprescindibile all'interno del coro. La musica non esclude nessuno, permette di sognare e di fuggire per un attimo dalla sofferenza. Ci si sente parte di un gruppo, dove il direttore d'orchestra rende più armonici i loro rapporti, creando una classe e non un agglomerato indifferenziato di persone.
Uscendo dall'Istituto mi accorgo come non tutti ce la faranno, molti finiranno chissà dove, ma alcuni potranno riscattarsi e fare tesoro degli insegnamenti di questo antieroe (è bruttino, senza fascino, impacciato con le donne, spesso goffo) silenzioso che è riuscito ad umanizzare le regole.
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