Les choristes - I ragazzi del coro |
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Un film di Christophe Barratier.
Con Gérard Jugnot, François Berléand, Jean-Baptiste Maunier, Kad Merad, Jean-Paul Bonnaire.
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Titolo originale Les Choristes.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 95 min.
- Francia, Svizzera, Germania 2004.
uscita venerdì 29 ottobre 2004.
MYMONETRO
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Un antieroe silenzioso
di tommi78Feedback: |
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giovedì 4 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mi stupisco, a volte, di come certi critici "stronchino" film perchè la speranza, il riscatto ed il cambiamento vengono visti esclusivamente come un mezzo furbetto per rendere una pellicola più commerciale. Sembra che debba per forza vincere il motto "Lasciate ogni speranza voi che entrate", perchè la speranza per questi bambini non può esistere. Così molti pensano che un sorvegliante come Clemant non possa esistere, mangiato, nella realtà, da un sistema troppo grande e troppo radicato perchè possa sopravvivere una persona come lui. In fondo è un perdente, goffo, bruttino, impacciato ed è capitato in uno degli istituti più pericolosi, dove i bambini vivono sulla pelle l'abbandono, la rabbia di essere diversi, di non essere amati, una rabbia che si esplicita in atteggiamenti ribelli ed in emozioni congelate, perchè nell'istituto le emozioni non sono permesse. Solo il rispetto di regole ferree. I rapporti si instaurano tramite il rispetto delle regole, le punizioni, le umiliazioni. Cosa porta Clemant? Clemant si accorge subito che occore lasciare da parte l'onnipotenza, è difficile poter cambiare e cancellare la sofferenza, però porta umanità, umanizza le regole, porta eccezioni per differenziare il singolo bambino dalla massa, da ciò che l'istituto pretende, ovvero l'uniformità. Ascoltando, umanizzando il rapporto, ironizzando, cerca di creare un legame diverso con ognuno dei bambini, tanto che nella scena finale, quando abbandona l'istituto, ed i suoi alunni gli lanciano bigliettini d'addio, riconosce anche senza le firme di chi è ogni singolo biglietto. La musica si fa traino metaforico di questa differenziazione, infatti Clemant trova un ruolo ad ognuno, un posto preciso ed imprescindibile all'interno del coro. La musica non esclude nessuno, permette di sognare e di fuggire per un attimo dalla sofferenza. Ci si sente parte di un gruppo, dove il direttore d'orchestra rende più armonici i loro rapporti, creando una classe e non un agglomerato indifferenziato di persone. Uscendo dall'Istituto mi accorgo come non tutti ce la faranno, molti finiranno chissà dove, ma alcuni potranno riscattarsi e fare tesoro degli insegnamenti di questo antieroe (è bruttino, senza fascino, impacciato con le donne, spesso goffo) silenzioso che è riuscito ad umanizzare le regole.
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