Adriano De Carlo
Il Giornale
In un progetto globale ormai in atto, si inserisce ora il cinema coreano, che si aggiunge alle infinite cinematografie, vissute tra ombre e luci dagli spettatori italiani, ormai solo cavie in mano a distributori che, perso ogni ritegno, gettano come cibo per animali bocconi non sempre prelibati.
E Phone fa naturalmente il verso alla cinematografia occidentale, dopo lo strepitoso successo in patria. Trattandosi di un film di genere, la sua visione rientra nel collaudato circuito del cinema del terrore, perché l’orrore è per fortuna quasi assente. [...]
di Adriano De Carlo, articolo completo (2415 caratteri spazi inclusi) su Il Giornale 14 maggio 2004