Spider |
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Un film di David Cronenberg.
Con Miranda Richardson, John Neville, Gabriel Byrne, Ralph Fiennes, Lynn Redgrave
Thriller,
durata 98 min.
- Canada, USA 2002.
MYMONETRO
Spider
valutazione media:
3,24
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la deriva del percepibiledi shiversFeedback: 0 |
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mercoledì 31 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lo schizofrenico Dennis Clegg, soprannominato Spider dalla madre, sta tentando di ricostruire i suoi ricordi d’infanzia dopo essere stato dimesso da un ospedale psichiatrico. Per riuscirci, si serve della scrittura di un diario ove annota segni e pensieri inintelligibili. Il passato riportato alla luce darà una raggelante scoperta: Spider, forse, ha ucciso sua madre. Alcune annotazioni paiono imprescindibili per la comprensione dell’opus n. 16 di David Cronenberg. Anzitutto, non è certo un film-svolta come erroneamente ritenuto dalla critica più rappresentativa: l'evoluzione c’è, ma è di superficie; se in molti lavori precedenti del canadese era il corpo a mutare e, inevitabilmente, a modificare la percezione del reale, ora la trasformazione è solo psichica. L'effetto però non cambia: la scoperta dell’assenza di un postulato ontologico di realtà oggettiva e la sua moltiplicazione su innumerevoli piani, senza che uno prevalga o possa prevalere sugli altri. In secondo luogo, seppur il finale del film paia propendere per la plausibile tesi del matricidio, la conclusione, ad un’analisi più attenta, pare meno scontata. Infatti, non si può non rilevare che la realtà è reiteratamente filtrata da una mente alterata: è infatti pur sempre Spider adulto che ricorda gli avvenimenti, tant’è vero che l’autore lo mostra continuamente in scena, come ingombrante presenza. Una presenza che, forse, riadatta la realtà oggettiva trasformandola in soggettiva. La realtà oggettiva, quindi, non arriva diretta allo spettatore, ma si diffonde attraverso il possibile, probabile riadattamento di Spider adulto. Chi lo ha ritenuto un esercizio formale sulla malattia mentale non ha saputo cogliervi il drammatico messaggio della deriva del percepibile, che non riguarda solo il protagonista, ma la società intera. Tratto dall’omonimo romanzo di Patrick McGrath e sceneggiato dallo stesso scrittore.
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