contrammiraglio
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martedì 23 febbraio 2016
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100 minuti di dejavù
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Tutto visto e rivisto, però non dispregevole, a patto di guardarlo senza aver pretese!
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lindo
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martedì 13 aprile 2010
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carino e spassoso
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a me è piaciuto davvero molto, belli gli effetti speciali e non è vero che l'alieno assomiglia ad E.T..
per chi non lo ha mai visto e gli capita sotto mano, vedetelo senza indulgiare.
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darkangel ita
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venerdì 16 ottobre 2009
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discreto film azione/fantascienza jappo
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Non esageriamo, non e' da buttare.
Prima di tutto e' jappo, quindi stile orientale, niente hollywood. Se non vi piacciono i film jappo, evitatelo.
Secondo, prende molti spunti da molti altri film? Perche', a hollywood non si assomigliano tutti i film? Dopo il sesto senso, quanti altri film sulla gente morta sono usciti?! E sui viaggi nel tempo?!
Questo film e' discreto, sia per trama, per effetti speciali ed azione.
Se vi piace il genere lo consiglio.
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aldos
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mercoledì 6 agosto 2008
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droghe leggere
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Secondo me chi ha scritto la recensione si fuma le canne :)
Fate l'amore, non fatevi la droga!
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carlo
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giovedì 24 gennaio 2008
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non male come titolo jappo
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Ovviamente non e' un film hollywoodiano. E non e' neanche entusiasmante come trama. Pero' se solitamente vi piace lo stile jappo, questo film non e' male, mentre se in genere non vi piace, evitatelo.
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raffaele palazzo
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martedì 8 gennaio 2008
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returner
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Takashi Yamazaki è un regista che deve avere veramente poche idee, è quelle poche mischiate male come un quadro picassiano fatto interamente di plagi. Returner è un film dichiaratamente tamarro che si rifà ad una lunga serie di film d’azione e d’avventura americani. Qui si potrebbero veramente fare un elenco di film a cui il regista si è ispirato come Leon (rapporto lui-killer,lei-povera ragazza indifesa. In più c’è anche una vecchia che informa Miyamoto sul lavoro, una specie di Tony), Terminator 1 e 2 (lei che viene dal futuro per distruggere la minaccia delle macchine/alieni, poi la battaglia nel futuro, gli alieni che riescono ad intrufolarsi nell’ultimo accampamento umano), addirittura quel film a mio parere penoso e strappalacrime che è E.
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Takashi Yamazaki è un regista che deve avere veramente poche idee, è quelle poche mischiate male come un quadro picassiano fatto interamente di plagi. Returner è un film dichiaratamente tamarro che si rifà ad una lunga serie di film d’azione e d’avventura americani. Qui si potrebbero veramente fare un elenco di film a cui il regista si è ispirato come Leon (rapporto lui-killer,lei-povera ragazza indifesa. In più c’è anche una vecchia che informa Miyamoto sul lavoro, una specie di Tony), Terminator 1 e 2 (lei che viene dal futuro per distruggere la minaccia delle macchine/alieni, poi la battaglia nel futuro, gli alieni che riescono ad intrufolarsi nell’ultimo accampamento umano), addirittura quel film a mio parere penoso e strappalacrime che è E.T. (la scena fatta con le pezze degli alieni e dell’astronave e veramente squallida), Matrix (quante volte si vede la scena dei proiettili…)
Fine della storia Returner è un film che oltre ad esibire inutili effetti speciali non convince. La storia per quanto ridicola riesce addirittura a perdersi in sottotrame lacunose e certo non aiuta vedere un Takashi Kaneshiro spaesato che ammucca come un pesce lesso.
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bad actor
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venerdì 7 dicembre 2007
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la conversione e la banalizzazione
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Indubbiamente è un film che vive di contributi. Ma non è l'ottica del cinefilo quello corretta per leggerlo, sono gli occhiali del mangaka che dovete indossare. Il resto (il bullet time in salsa di soia, il terminator patinato da idol magazine) sono fascinazioni superficiali, grottesche e banali, certo. Bel film quindi? No, neanche a parlarne: se non si capisce la sostanziale incomunicabilità di linguaggio, di narrazione tra il grande schermo e il tankabon si perde tempo. Fa sorridere vedere quanto poco di originale c'è e pensare a quante pagine inchiostrate, anche di ottima qualità, posson venir trasformate dalla miopia.
Consigliato solo a chi ha capito Blame.
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aio
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lunedì 21 agosto 2006
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chi salverà il futuro (del cinema d'azione)?
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Come ha scritto Davide Morena, un film basato su piccoli plagi e innumerevoli citazioni cinematografiche e fumettistiche.
Ma che riesce ad avere una sua continuità, una sua dignità, e anche a coinvolgere lo spettatore quanto basta rispetto alle boiate trite e ritrite (ma molto più pubblicizzate) che ci propina Hollywood.
Esiste una cura per il dettaglio non trascurabile da parte del regista, e il taglio anime della narrazione fa il resto.
Quante volte abbiamo pagato il biglietto del cinema per vedere volti ben più noti buttarsi via in interpretazioni piattisime, in una storia banale e scontata?
In Returner esiste la voglia di non finire così, di non essere prevedibili come nell'ottima sequenza finale.
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Come ha scritto Davide Morena, un film basato su piccoli plagi e innumerevoli citazioni cinematografiche e fumettistiche.
Ma che riesce ad avere una sua continuità, una sua dignità, e anche a coinvolgere lo spettatore quanto basta rispetto alle boiate trite e ritrite (ma molto più pubblicizzate) che ci propina Hollywood.
Esiste una cura per il dettaglio non trascurabile da parte del regista, e il taglio anime della narrazione fa il resto.
Quante volte abbiamo pagato il biglietto del cinema per vedere volti ben più noti buttarsi via in interpretazioni piattisime, in una storia banale e scontata?
In Returner esiste la voglia di non finire così, di non essere prevedibili come nell'ottima sequenza finale.
Personalmente una spanna sopra a cose tipo i Fantastici 4, per dire. Al rogo le storie costruite attorno all'effetto speciale.
Guardatelo come foste dei teenager e vi catturerà; esisterà sempre la tentazione di liquidarlo come un "Matrix giapponese taroccato", ma sarebbe ingiusto vista l'indubbia passione creativa infusa nel film trattato.
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