g.amoruso
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sabato 18 maggio 2019
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ada passà?
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La ricerca personale di Alessandro Piva nei meandri della terra raggiunge il picco artistico con questa pellicola. Mio cognato è una vera gemma. Scritto e diretto con attenzione al dettaglio e alla fotografia, il film scorre e corre anche grazie alla straordinaria prova di Rubini. Attore infinito e poliedrico. Ogni volta che scarto una bomboniera devo necessariamente strappare il lancio con gli incisivi e sputarlo immediatamente, mordere il confetto e far vibrare le labbra. Questo film non è un cult ma ti entra nell'anima. Una delle più classiche commedie drammatiche con epilogo forte e perentorio, una denuncia esplicita verso una tipologia di individuo di non difficile reperimento tra le vie baresi.
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La ricerca personale di Alessandro Piva nei meandri della terra raggiunge il picco artistico con questa pellicola. Mio cognato è una vera gemma. Scritto e diretto con attenzione al dettaglio e alla fotografia, il film scorre e corre anche grazie alla straordinaria prova di Rubini. Attore infinito e poliedrico. Ogni volta che scarto una bomboniera devo necessariamente strappare il lancio con gli incisivi e sputarlo immediatamente, mordere il confetto e far vibrare le labbra. Questo film non è un cult ma ti entra nell'anima. Una delle più classiche commedie drammatiche con epilogo forte e perentorio, una denuncia esplicita verso una tipologia di individuo di non difficile reperimento tra le vie baresi. Piva onora la storia teatrale barese con Gigi Angelillo, Geno Diana e DIno Loiacono per dimostrare che seppur maltrattata, vanta una rosa di tutto rispetto. Il "discorso" di Rubini con tutta la bontà, rigorosamente cruda, del nostro mare merita un posticino tra le scene cult del nostro cinema. Piva dirige con occhio attento e custodisce una conoscenza del personaggio barese originale e realistica. CI deve imparare e non ci deve perdere.
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parsifal
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sabato 10 febbraio 2018
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viaggio al termine della notte
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Seconda prova per A. Piva, che conferma il suo talento registico e narrativo, curando il soggetto e la produzione ,oltre la regia. Dal punto di vista strettamente tecnico, la disponibilità dei mezzi con cui è realizzato il film è ben diversa e si nota sin dalle prime scene. Anche stavolta il regista torna nella sua città per narrarne le sue sfumature linguistiche, paesaggistiche e soprattutto comportamentali. IL protagonista Vito ( Un Lo Cascio sempre all'altezza) nato a Bari , ma residente a Poggio Allegro, si trova in città per il battesimo di Ivan , il nipotino, figlio del cognato, Toni detto U' Professore ( grande e fulgido Sergio Rubini, perfettamente a suo agio nel ruolo).
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Seconda prova per A. Piva, che conferma il suo talento registico e narrativo, curando il soggetto e la produzione ,oltre la regia. Dal punto di vista strettamente tecnico, la disponibilità dei mezzi con cui è realizzato il film è ben diversa e si nota sin dalle prime scene. Anche stavolta il regista torna nella sua città per narrarne le sue sfumature linguistiche, paesaggistiche e soprattutto comportamentali. IL protagonista Vito ( Un Lo Cascio sempre all'altezza) nato a Bari , ma residente a Poggio Allegro, si trova in città per il battesimo di Ivan , il nipotino, figlio del cognato, Toni detto U' Professore ( grande e fulgido Sergio Rubini, perfettamente a suo agio nel ruolo). Scontento per non essere stato interpellato per il ruolo di padrino, non sa che la giornata , appena iniziata, gli porterà ben altro; subirà il furto della sua auto, appena comprata. Toni ha un'agenzia di assicurazioni e si occupa lui della polizza di Vito, ma manca un particolare... La scaltrezza di Toni è direttamente proporzionale all'ingenuo candore di Vito , estraneo a simili dinamiche che tendono a cambiare le carte in tavola , in corso d'opera, tanto è vero che nel corso della vicenda si sentirà domandare più volte " Ma tu non sì de Bari?" quasi a voler sottolineare che chi non vive su quel territorio, non può conoscere simili modus agendi. Inizia un viaggio nella notte della città, nel suo ventre molle, al cospetto della doppia vita del Professore, amanti, amici potenti in conflitto fra di loro, risse da strada, personaggi come Sandokan, Marlon Brando, Saddam e Mariuccio fanno da contorno ad una vicenda grottesca , dai risvolti amari , come nel film precedente. Finale amaro e triste, che conferma il talento del regista narratore. Ottima commedia dal retrogusto amaro.
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akira76
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domenica 6 marzo 2011
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un capolavoro
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decisamente un capolavoro
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mariac
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sabato 9 gennaio 2010
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l'oscurità
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Siamo al battesimo del figlio di Toni, chiamato il professore, tutti sono in festa tranne Vito che ha un atteggiamento risentito. Vito è il cognato di Toni ed è offeso per non essere stato scelto come padrino per il bambino. Siamo perfettamente intrisi in un clima di bagarre familiare allietato da un discorso da cui è impossibile non lasciarsi prendere per la sua profondità. La festa è però presto rovinata dal furto dell'auto di Vito....la restante parte del film sarà dedicata alla ricerca della macchina....
Ma non è un lavoro che spetterebbe alla polizia? Eh no...i due cominciano ad attraversare i meandri della città con la speranza di riuscire nell'intento di essere più veloci delle forze dell'ordine.
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Siamo al battesimo del figlio di Toni, chiamato il professore, tutti sono in festa tranne Vito che ha un atteggiamento risentito. Vito è il cognato di Toni ed è offeso per non essere stato scelto come padrino per il bambino. Siamo perfettamente intrisi in un clima di bagarre familiare allietato da un discorso da cui è impossibile non lasciarsi prendere per la sua profondità. La festa è però presto rovinata dal furto dell'auto di Vito....la restante parte del film sarà dedicata alla ricerca della macchina....
Ma non è un lavoro che spetterebbe alla polizia? Eh no...i due cominciano ad attraversare i meandri della città con la speranza di riuscire nell'intento di essere più veloci delle forze dell'ordine....Al sud esiste questa concezione, c'è la prassi di sviluppare una ricerca parallela, considetata sicuramente più furba di quella che sarà messa in atto dalla polizia....Lo spettacolo è tragicomico.
Lo spettatore si prepara alla commedia ma immediatamente si percepisce che dietro il furto c'è qualcosa si sporco, di loscho...e comincia ad emergere dagli occhi di Toni quella forma di ansia che prepara lo spettatore all'imminente sorpresa. Si avverte il disastro via via che si prolunga la ricerca presso i più conosciuti ceffi della città. E' un film in cui viene sapientemente miscelata la commedia e la tragedia, in cui è brillantemente descritta la città nascosta. Dietro la ridente bari infatti c'è un mondo fatto di regole non scritte ma conosciute da chi intende oltrepassare il limite del consentito, Toni lo supera e l'avvertimento è palese
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fra83
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domenica 8 novembre 2009
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interessante
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il voto del pubblico è cosi basso perchè molti non possono capire il contesto e alcun dialoghi dialettali.
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max1982
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giovedì 30 ottobre 2008
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si poteva fare di piu'
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Ho appena visto "Mio cognato", opera seconda di Piva.
Il film prometteva bene ma alla fine sono rimasto deluso.
Gli attori, Rubini per primo, si confermano tutti all'altezza. Peccato, si poteva fare meglio.
Il film non ci spiega ne tanto meno chiarisce i "problemi" che attanagliano Toni, le strane situazioni in cui si sta mettendo.Tutto cio' viene liquidato con un "...un giorno te la spiego bene la storia...." frase che Tony dice al cognato ma che indirettamente e' rivolta al pubblico, visto che si fa fatica a capire i vari nessi e i tanti perche'di cui e' imbottita la pellicola.
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taniamarina
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sabato 9 agosto 2008
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due film in uno...
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Nessuno mi toglie dalla testa che questo film è stato montato e sceneggiato da due registi diversi. La prima parte è sublime e sorrentiniana, con attori che recitano splendidamente in dialetto e calati perfettamente nella parte. La seconda, spinta di una malinconia che fa piangere per i tempi completamente sballati e per le odiose e false risate di Lo Cascio, rendono la pellicola ridicola e infantile, contribuendo a sporcare un'identità cinematografica italiana che, mi sembra, deve di regola cadere in fallimenti così eclatanti da non poterne più uscire fuori. Il "primo film" (la prima parte) è bellissima, il secondo film è pessimo. Da perdere.
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paky
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lunedì 7 luglio 2008
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bello
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tre stelle ci stanno. bella l'ambientazione e il fatto che tutto il film si svolge una sola notte! però forse è un po' scontato.
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pia
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domenica 14 ottobre 2007
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i limoni del sud
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Un film agghiacciante per il suo contenuto di riferimenti mafiosi, di passioni uniche maturate al sole del Sud, di sprazi di vita mondana. Una realta' italiana che ti fa' riflettere solo quando la guardi da oltre oceano. Un film da non perdere! 10/07_Pia-San Diego-USA
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sandra
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mercoledì 10 ottobre 2007
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bari by night (se si incrociano strade sbagliate)
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Per capirlo(e non mi riferisco solo al dialetto)occorre essere del posto.Forse la prima parte(volutamente non edificante)è un po' lunga ma necessaria per dipingere con colori forti lo scenario di una tragedia,forse pittoresca al primo sguardo,ma possibile.Molto bravi entrambi:l'aria gentile,timida,perbene di Lo Cascio si sposa perfettamente con quella guascona di Rubini in un miscela che alla fine di una notte avventurosa determinerà profondi cambiamenti in entrambi.Con un finale che,come si verifica spesso nella realtà,vedrà soccombere il più fuori luogo.
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