Untermensch - Inferiori
La musica aiuta a vivere, anzi a sopravvivere. Un sopravvissuto, se ancora sano di mente, non può non avere memoria. E la memoria “musicale” di un pianista, è a lunghissimo termine. La musica aiuta anche a ricercare, a sperare di trovare e per quanto riguarda il nostro protagonista, perdonare. Così mi par di capire. Ma chi è il nostro protagonista? Si chiama Wladyslaw Szpilman \ Adrien Brody / è il celebre pianista del “ghetto di Varsavia”, la sua bravura ha varcato i confini polacchi. Szpilman conosce bene le scale cromatiche, quelle che danno colore; l’armonicamente insignificante nelle sue mani prende vivacità. Tra l’altro, l’esecuzione dello Studio op. 10 n° 2 di Frédéric Chopin, che richiede una particolare tecnica esecutiva, non lo trova per niente impreparato. Di più, il nostro Wladyslaw, di Chopin conosce tutto, ma veramente tutto. Si racconta, che quando Chopin ha composto l’op. 10 n° 2, sia stato ispirato da un topino, visto correre rapidamente nella sua camera. Ben altra cosa ha visto Szpilman, nella sua Varsavia; tedeschi, tanti, “armati nell’animo” con il più potente dei veleni, L’ODIO. Pronti a tutto, a distruggere tutto; a “DISTRUGGERTI DENTRO”. Tutto ha inizio nel settembre del 1939. Il Patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939 è cosa fatta. Conseguenza di ciò è l’invasione e la suddivisione del territorio polacco da parte dei russi e dei tedeschi. Sono questi ultimi, i co-protagonisti del film diretto da Roman Polański. Dicevo, gli aerei tedeschi iniziano a bombardare Varsavia; nello stesso istante, la macchina da presa cattura il nostro pianista, impassibile, calmo, quasi disinteressato, negli studi di radio Varsavia, mentre continua a suonare il Nocturno 20 Do#, Op. posth- di F. Chopin. E’ “costretto” a dileguarsi velocemente, quando, un’ulteriore deflagrazione manda in frantumi tutti i vetri dello studio e non solo. E’, questa, l’ultima sonata “live”. E’ il 1945, dai “rinati” studi polacchi, le stesse mani riprendono a far pressione sui tasti bianchi e neri di un pianoforte. Il brano di Chopin "violentemente interrotto" riprende il suo "percorso". La mente e le mani del "sopravvissuto" sono stilisticamente sincrone. Gli appassionati Chopeniani che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo prima degli eventi ed ora non tardano a comprendere che l'inquietudine ed il pessimismo lasciano il posto ad un romanticismo tutto teso a "far evadere" il pensiero ed il ricordo, pur non dimenticando. Ma cosa è successo in tutti questi anni alla famiglia Szpilman, al nostro compositore, alle migliaia di ebrei polacchi? Cosa impartiscono le “INFINITE” circolari naziste? Cosa sono gli Judenräte? Che ruolo occupa l’ufficiale della Wehrmacht, capitano Wilm Hosenfeld? \Thomas Kretschmann /considerato dal nostro “l’unico essere umano con indosso l’uniforme tedesca che io abbia mai conosciuto”. Polański, trova finalmente la forza di raccontare e raccontarsi. Infatti, le vicende narrate sono tratte dalle memorie del pianista polacco Wladyslaw Szpilman, scritte a guerra finita. Il regista, all’epoca dei fatti è un ragazzino recluso nel ghetto di Cracovia. I fatti narrati non sono per niente “manipolati”. Ciò che succede nel ghetto è raccontato senza retorica. “Al di là del muro”, ci sono ebrei complici; ebrei che si sono arricchiti alle spalle degli altri ebrei; c’è tutta una vita SOMMERSA. Ma non volutamente. Io credo. Scegliere non è affatto facile, quando di fronte ti ritrovi solo la “certezza della morte”. Chi salva un'anima è come se avesse salvato l'intero universo: è scritto nel Talmud. Riuscirà mai Wilm Hosenfeld ad avere un alberello dedicato nel Giardino dei Giusti di Gerusalemme?
Ed oggi? La seconda guerra mondiale è finita? La mia risposta è no. Una lunga appendice di tragedie mondiali segue quei tragici eventi. L’uomo continua a non imparare dai suoi errori. E l’Italia? L’Italia è un paese in guerra. Ma quanti lo sanno? Ed il cinema? Il cinema ha il dovere di raccontare/informare, se crede. Lo spettatore ha il dovere di approfondire/custodire, se vuole. Ne va del libero pensiero. Ed a questo io non rinuncio.
“Il pianista” ha vinto:
-
Due Oscar 2002 - miglior regia \ Roman Polański / e miglior attore \ Adrien Brody /;
-
Festival di Cannes 2002 - Palma d’oro al miglior film a Roman Polański;
-
David di Donatello 2003 - Miglior film straniero a Roman Polański.
Good click!
[+] lascia un commento a rongiu »
[ - ] lascia un commento a rongiu »
|