daniela
|
lunedì 10 novembre 2008
|
bruce lee commento di paolo
|
|
|
|
Si sono d'accordo. Un Grande uomo.
|
|
[+] lascia un commento a daniela »
[ - ] lascia un commento a daniela »
|
|
d'accordo? |
|
paolo ciarpaglini
|
domenica 30 settembre 2007
|
un'ultima parola su bruce..
|
|
|
|
Le cinque stelle sono tutte per l'essere umano, al di là dei suoi successi cinematografici. Ho proprio adesso riguardato e ascoltate le parole che Lee rilascio nella ormai famosa "intervista perduta". L'unico documento in cui Bruce colloquia con il giornalista dello schow, spiegando in maniera incredibilmente sincera, umana se stesso, la sua filosofia, l'uomo Lee. Sono rarissime le persone di tale intelligenza ed introspezione, nonchè lealtà interiore. E penso che sullo schermo balzi agli occhi dello spettatore anche ciò. L'assoluta sensazione di trovarsi davanti ad un'essere umano unico nel suo genere, e più largamente in ogni senso. Un uomo che ha raggiunto non la pace interiore, spesso scambiata per saggezza, ma che ha scavato dentro di se in maniera incredibilmente profonda.
[+]
Le cinque stelle sono tutte per l'essere umano, al di là dei suoi successi cinematografici. Ho proprio adesso riguardato e ascoltate le parole che Lee rilascio nella ormai famosa "intervista perduta". L'unico documento in cui Bruce colloquia con il giornalista dello schow, spiegando in maniera incredibilmente sincera, umana se stesso, la sua filosofia, l'uomo Lee. Sono rarissime le persone di tale intelligenza ed introspezione, nonchè lealtà interiore. E penso che sullo schermo balzi agli occhi dello spettatore anche ciò. L'assoluta sensazione di trovarsi davanti ad un'essere umano unico nel suo genere, e più largamente in ogni senso. Un uomo che ha raggiunto non la pace interiore, spesso scambiata per saggezza, ma che ha scavato dentro di se in maniera incredibilmente profonda. Su you-tube, sito internet, tutti la possono vedere. ma stupisce il fatto che le 'visite' ricevute siano molto basse rispetto alla popolarità raggiunta con i film. Ciò significa che a molta gente che ne ha ammirato le gesta, poco interessa guardare l'uomo al di là della leggenda. E mi dispiace profondamente come credo dispiacerebbe a Lee stesso. Mi chiedo perchè la vita si sia dimostrata così poco generosa con un'uomo che meritava ancora di vivere. A parte tutte le 'castronerie' dette sul suo conto, ed il resoconto dell'autopsia, credo che Lee abbia iniziato e portato a termine il compito per cui era nato, nella sua interezza. Ogni volta che riascolto le sue parole capisco quanta ignoranza c'è ancora in questo mondo. E comprendo anche che non sono i buoni o i giusti a vivere più a lungo. Ciò non è la misura in cui viene infine decretata la validità, la qualità di ciò che uno ha fatto in vita. Conta ciò che seminiamo, e Lee in questo senso ha raccolto tutto, tutti gli sforzi immani che per anni ha dovuto superare, barriere razziali comprese. Non posso che sentirmi vicino a lui ed a tutti quegli esseri umani 'speciali' in qualche modo. La massa abbisogna di 'guide' e lui lo era nel suo ambito, insostituibile, incomparabile. E le sue parole risplenderanno per la giustizia che portano in seno, per sempre. Credo infine che se Bruce vedesse quanto ancora a 34 anni dalla sua morte è ricordato, ne sarebbe immensamente felice. Morì nel sonno e si dice che questa sia la morte dei giusti. Io credo sia vero e gli auguro ovunque si trovi, con tutto il cuore, possa riposare in pace, quella che sovente purtroppo manca a molti di noi. Un maestro di vita, che crebbe sempre più, di pari passo con la sua arte. Un uomo raro...
Ciao Bruce... Paolo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
[ - ] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
|
|
d'accordo? |
|
paolo ciarpaglini
|
domenica 11 marzo 2007
|
un seguito al discorso iniziato.
|
|
|
|
Ieri ho aperto un piccolo dibattito 'solitario', sul celebre pugno da un pollice con cui Bruce riusciva letteralmente a sollevare da terra, uomini che pesavano ben più di lui. Come ieri dicevo, ho visto molti marzialisti cercare di esibirsi nello stesso 'numero', ma con scarsi o grotteschi risultati. Il perchè è semplice: nessuno possiede tutte assieme quelle capacità quali; intelligenza, coordinazione, velocità, senso del corpo, etc. che invece in Bruce, erano presenti in modo unico ed impareggiabile. Quando nel '64 venne invitato per una dimostrazione dal suo amico Ed Parker al 1°torneo Nazionale di Karate tenutosi Long Beach, lasciò tutti esterrefatti spedendo a 10 mt. da lui con un pugno al plesso solare, un uomo sul metro e novanta senza nessun apparente, eccessivo impegno.
[+]
Ieri ho aperto un piccolo dibattito 'solitario', sul celebre pugno da un pollice con cui Bruce riusciva letteralmente a sollevare da terra, uomini che pesavano ben più di lui. Come ieri dicevo, ho visto molti marzialisti cercare di esibirsi nello stesso 'numero', ma con scarsi o grotteschi risultati. Il perchè è semplice: nessuno possiede tutte assieme quelle capacità quali; intelligenza, coordinazione, velocità, senso del corpo, etc. che invece in Bruce, erano presenti in modo unico ed impareggiabile. Quando nel '64 venne invitato per una dimostrazione dal suo amico Ed Parker al 1°torneo Nazionale di Karate tenutosi Long Beach, lasciò tutti esterrefatti spedendo a 10 mt. da lui con un pugno al plesso solare, un uomo sul metro e novanta senza nessun apparente, eccessivo impegno. Vedete, su questo tipo di colpo sono state dette un mucchio di idiozie, quando invece tutto si rifà solo ed esclusivamente alle capacità intrinseche di chì lo esegue. Questa era la chiave che faceva, ed ancora a tutt'oggi rende Bruce inimitabile, il possedere cioè tutte assieme ed un modo unico tutte quelle caratteristiche sopra descritte. Lee prima di tutto si posizionava quasi completamente di 'taglio' rispetto al bersaglio, il che conferisce già di per se almeno un raddoppio alla solidità del pugno, facendo leva su tutto il corpo a partire dalla punta del piede arretrato (il sinistro). Determinante la coordinazione e lo scatto fulmineo successivo della gamba, che a sua volta si trasmetteva tramite un'impercettibile movimento dei fianchi a tutto il lato avanzato del corpo, fino a raggiungere la spalla, il braccio, ed infine il pugno. Ma badate bene: il colpo partiva sì da una distanza approssimativa di 4-5 cm (in realtà), ma ciò che più conta è il fatto che Lee infondeva la massima spinta fino e ben oltre il limite del corpo, per esaurirla almeno 10-15 cm al di la. Il che significa che in una frazione di secondo, (come solo lui era capace di fare), il 'poveretto' veniva investito da una vera e propria cannonata. Che dire, un uomo eccezionale, dotato da madre natura di capacità molteplici, raramente presenti in un unico soggetto. Ciò che in età più adulta mi ha colpito profondamente rileggendo i suoi scritti, sono il profondo senso di solitudine interiore di cui sembrava soffrire, (è ad un'interlocutore immaginario che parlava, ad un amico che gli stava di fronte, ma che in realtà era solo lo specchio di se stesso). Lee era senza ombra di dubbio una persona geniale, simpatico, alla mano al di fuori del set, dove appare invece come una furia. Uno di quei rari esseri umani che aprono nuove strade camminando inevitabilmente contro corrente, e quindi affrontando durante l'intero arco della vita molti, spesso troppi ostacoli. Perchè fino a quando questi 'fenomeni', non dimostrano di aver ragione, debbono sudare le famose sette camicie affinchè la massa, i conformisti cedano davanti all'evidenza dei fatti. In ciò mi sento molto simile a quello che considero quasi un mentore, in lui mi sono identificato per molto tempo, poichè sentivo anche miei i suoi principi, la sua umanità, il trovarsi spesso in conflitto col mondo intero. Poi col tempo ho capito, che ognuno percorre una strada diversa per quanto simili possano essere i due pensieri e visione della vita. Ma resta un punto in comune, indissolubile, che immancabilmente mi riconduce verso lui. Ciao Bruce, un tuo amico per sempre.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
[ - ] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
|
|
d'accordo? |
|
paolo ciarpaglini
|
sabato 10 marzo 2007
|
bruce lee.
|
|
|
|
Bruce Lee: una intera vita dedicata allo studio delle arti marziali, ma anche e soprattutto un grande viaggio alla scoperta di se stesso, dell'animo umano. "Ricordo mio marito soprattutto come un pensatore", ebbe a dire una volta Linda Lee Cadwell, la vedova di Bruce. Ed è questa sua genialità, questo spirito innovativo che al tempo, stupì, irritò, creò non pochi nemici al Piccolo Drago. Molti lo consideravano arrogante, ed il 99% dei marzialisti lo vedevano come il fumo negli occhi. Un giovane che di colpo giunge in Terra d'America ed inizia ad insegnare "Gung Fu", come lui lo chiamava, indistintamente a bianchi, neri, gialli e così via, al tempo era inusitato, una vera e propria offesa alle tradizioni conservatrici della comunità cinese.
[+]
Bruce Lee: una intera vita dedicata allo studio delle arti marziali, ma anche e soprattutto un grande viaggio alla scoperta di se stesso, dell'animo umano. "Ricordo mio marito soprattutto come un pensatore", ebbe a dire una volta Linda Lee Cadwell, la vedova di Bruce. Ed è questa sua genialità, questo spirito innovativo che al tempo, stupì, irritò, creò non pochi nemici al Piccolo Drago. Molti lo consideravano arrogante, ed il 99% dei marzialisti lo vedevano come il fumo negli occhi. Un giovane che di colpo giunge in Terra d'America ed inizia ad insegnare "Gung Fu", come lui lo chiamava, indistintamente a bianchi, neri, gialli e così via, al tempo era inusitato, una vera e propria offesa alle tradizioni conservatrici della comunità cinese. Sapete, credo che Bruce non sia stato un 'rivoluzionario', anticonformista, ma semplicemente se stesso. Era insito in lui il non accettare podessiquamente le cose, senza una spiegazione plausibile. Credo profondamente che ogni uomo nasca per uno scopo nella vita e Bruce venne al mondo per lasciare un segno indelebile, ma soprattutto inalterabile che resistesse alla prova del tempo ed in ciò risiede l'eccezionalità del personaggio. Ciò che lui disperatamente asseriva 35 anni or sono, si rivela oggi in tutta la sua verità, e cioè che " non esiste nessun metodo come metodo, e nessuno stile come stile". Egli capì con largo anticipo ciò che oggi è ampiamente riconosciuto, e cioè che gli stili creano divisioni ed allontanano l'uomo dalla realtà e dalla verità, ne più ne meno come accade per le religioni. Non esiste un metodo migliore di un'altro, tutto dipende dalla situazione in cui ci si trova. Amava citare spesso come esempio della sua filosofia l'acqua, dicendo: "se metti dell'acqua in una teiera, essa diverrà la teiera, se la metti in una bottiglia, essa diverrà la bottiglia, non può essere ferita, colpita, ne afferrata, sii acqua amico mio". Questa era la sua filosofia, il suo approccio al combattimento a mani nude. Oggi nell'UFC americano, disciplina violentissima che a mio avviso andrebbe bandita, vi è però la riprova di ciò che egli affermava. I lottatori infatti sono generalmente esperti di varie discipline, e come nel combattimento da strada (ciò che Lee insegnava ai suoi allievi), non vi sono interruzioni, perciò i combattimenti risultano rapidissimi. Quando un uomo può usare a volontà tutte le sue 'armi' senza limitazioni, è chiaro che in pochi secondi o al più minuti, il tutto si risolve. Ma il concetto di Lee andava ben oltre. Quella di Bruce, era una rivisitazione a 360° del concetto di combattimento, non vi era alcun limite, ne colpo proibito, (anche nell'UFC vi sono in fondo limitazioni: niente colpi ai genitali, ne tirate di capelli, morsi, o dita negli occhi etc.). Ma in strada come Lee diceva, tutto cambia. Se leggete sul retro del cofanetto del documentario in questione, Bruce viene presentato come un marziano; "il suo celebre pugno era in grado di atterrare il più forzuto degli uomini, poteva effettuare flessioni su un solo dito di una mano". Credo che lui stesso si metterebbe a ridere oggi se fosse ancora tra noi, ma purtroppo non e così. Il suo famoso 'pugno da un pollice', ancora dopo decine di anni non èstato 'compreso' da nessuno. Esso altri non è che l'applicazione magistrale di un principio fisico. Molti tentano di imitarlo, ma nessuno riesce ad infondere quella straordinaria energia di cui era capace Lee. "Un essere umano, di eccezonale valore", che mai verrà dimenticato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
[ - ] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
|
|
d'accordo? |
|
paolo ciarpaglini
|
venerdì 5 gennaio 2007
|
jhon little.
|
|
|
|
Questo è un documentario, non un film, e la sola stella che ho assegnato riguarda Jhon Little, non certo Lee. Ritenuto da molti come il massimo esperto riguardo la vita del Piccolo Drago, altri non è che l'unico regista-scrittore, che ha avuto carta bianca dalla vedova di Lee, accedendo così a tutto il materiale che Bruce ha lasciato. Il 'film' in questione, è un tentativo di ricostruire quelli che furono i passaggi fondamentale nella vita di Lee, in parte riuscito, in parte no. Tutto bene per i 20 minuti finali, ritrovati dopo 25 anni dalla sua scomparsa. Sono le seguenze girate da Bruce di 'Game of Death', bene per le riprese casalinghe fatte dallo stesso Lee e Linda dei suoi allenamenti. L'unica intervista televisiva esistente, il ricordo e commento di chi lo conobbe veramente, Kymura grande 'compagno-allievo' di Lee, e Kareem Habdul Jabbar.
[+]
Questo è un documentario, non un film, e la sola stella che ho assegnato riguarda Jhon Little, non certo Lee. Ritenuto da molti come il massimo esperto riguardo la vita del Piccolo Drago, altri non è che l'unico regista-scrittore, che ha avuto carta bianca dalla vedova di Lee, accedendo così a tutto il materiale che Bruce ha lasciato. Il 'film' in questione, è un tentativo di ricostruire quelli che furono i passaggi fondamentale nella vita di Lee, in parte riuscito, in parte no. Tutto bene per i 20 minuti finali, ritrovati dopo 25 anni dalla sua scomparsa. Sono le seguenze girate da Bruce di 'Game of Death', bene per le riprese casalinghe fatte dallo stesso Lee e Linda dei suoi allenamenti. L'unica intervista televisiva esistente, il ricordo e commento di chi lo conobbe veramente, Kymura grande 'compagno-allievo' di Lee, e Kareem Habdul Jabbar. Jhon Little, nella prefazione di uno dei tanti libri scritti su Lee, dice di 'studiare' Bruce da più di 25 anni. Caro Jhon, Lee era una persona, un essere umano come tutti noi, ognuno diverso dall'altro, per riuscire e cercare di carpirne l'essenza, lo spirito, tutta la vita non ti sarebbe sufficente. Se invece affermi sinceramente che la tua amicizia con la vedova di Lee è stata la tua fortuna, allora sei sincero quanto lo fù Bruce, è a lui che devi tutto. Quando durante uno spezzone del serial televisivo Longstreet, a cui Lee ha partecipato nel '70, 'spieghi fuoricampo', che Lee ad un certo punto del suo cammino, dopo aver criticato aspramente le arti marziali tradizionali, si accorse '''dell'errore!'''fatto, avendo cercato lui stesso di creare un nuovo stile con il Jeet Kune Do, dimostri, che in 25 anni di 'faticosi' studi, non hai capito niente ma sprecato ed impiegato male il tuo tempo. E la cosa mi dispiace maledettamente, perchè Bruce non c'è più, e nessuno oltre lui può più cercare di 'spiegare', far intendere quasi disperatamente, il perchè avesse dato un 'nome' alla sua arte, inclassificabile. "Non formalizzatevi troppo, è soltanto un nome", questa è una frase delle tante che Lee diceva. Bruce come tutti sapete, inizia a studiare 'Gung-fu', come lui lo chiamava, a soli 13 anni nello stile Whin Chun. Ma come perfettamente spiega il suo amico Jabbar, egli era un 'rivoluzionario, anticonformista'. Vi è una grande disquisizione 'tecnica' fra cosa intendeva Lee per crescita e quello che comunemente significa, per la stragrande maggioranza dei praticanti, un punto di arrivo non di partenza. Lee era un uomo con le valige sempre in mano, in continua ricerca ed espansione, comprensione dell'essenza non solo dell'essere umano, ma dell'espressione dell'uomo attraverso l'arte marziale. Il che è ben diverso dalla mera perfezione dell'eseguzione di una tecnica. Spesso usava dire, "sei in una barca che ti serve per attraversare un fiume, ma una volta giunto sulla riva opposta non portartela sulle spalle". Ciò significa che contrariamente al 99% dei praticanti, che tendono a cristallizzarsi, affezzionarsi, imprigionarsi sempre più in un determinato stile, lui strada facendo apprendeva ma ripuliva il suo 'bagaglio' dalle inutilità. In tutte le discipline, anche le più violente, vi è sempre un 'limite'. Per Lee non esistevano le mezze misure, davanti ad un colosso di 100 kg, l'unica via di scampo è accecarlo, fallo!. Questa è la quint'essenza di Bruce; "nessun limite come limite, nessuno stile come stile". Mi spiace solo che un essere umano di tale valore, sia scomparso troppo presto, questa è la vita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
[ - ] lascia un commento a paolo ciarpaglini »
|
|
d'accordo? |
|
|