101 Reykjavik

E' un gioellino il film di questo eclettico ed emergente regista ispano-islandese Baltasar Kormakur.Film originale che traccia qualche spaccato sull'originalita' , sfrontatezza e curiosita' su un paese molto affascinante ai confini del mondo,da vedere e rivedere

...forse in certi punti, in certe battute, sarà pure banale, per carità. Però il fatto di seguire\rispettare certi "topoi" della commedia non per forza devono rappresentare un demerito. Mi ha divertito, quando serviva,con l'indolenza del protagonista (che mi è parso assai bravino...)e con la trovata deliziosa dell'iguana in Islanda, nonchè del finale. Non vedo cos'altro aspettarsi di più da un film così. Nel suo genere è per me un ottimo lavoro. Molto belli, pur se scontati, alcuni dei ragionamenti\soliloquio fuori campo del protagonista.

film immaturo come lo è il ragazzo protagonista. Forse qui sta tutta la forza del film.

Questo film è l'esempio di come una trama per certi versi già vista può comunque risultare divertente e piacevole. Infatti il protagonista, trentenne affetto da sindrome di peter pan, vive situazioni in parte scontate (genitori divisi, padre alcolizzato, mancanza "voluta" di lavoro, ragazza che resta incinta e poi lo molla), in parte un pò meno scontate (scoperta della madre lesbica, relazione con la di lei amante). Tutto questo però viene raccontato nel giusto modo, con leggerezza, divertimento, affezzione ai personaggi, e senza le solite pretese da film d'autore nordico (es. "noi albinoi") che finirebbero per appesantire il film e annoiare lo spettatore non trombone. Oltre a ciò ci sono alcune sequenze molto azzeccate che fanno guadagnare dei punt, come il "sogno" del protagonista di uccidere i parenti al ritrovo natalizio, o ancora il pagamento di tutti i parchimetri che evita le multe e indispettisce il vigile (sequenza ripresa a parti inverse nel finale). [+]

Questo film è l'esempio di come una trama per certi versi già vista può comunque risultare divertente e piacevole. Infatti il protagonista, trentenne affetto da sindrome di peter pan, vive situazioni in parte scontate (genitori divisi, padre alcolizzato, mancanza "voluta" di lavoro, ragazza che resta incinta e poi lo molla), in parte un pò meno scontate (scoperta della madre lesbica, relazione con la di lei amante). Tutto questo però viene raccontato nel giusto modo, con leggerezza, divertimento, affezzione ai personaggi, e senza le solite pretese da film d'autore nordico (es. "noi albinoi") che finirebbero per appesantire il film e annoiare lo spettatore non trombone. Oltre a ciò ci sono alcune sequenze molto azzeccate che fanno guadagnare dei punt, come il "sogno" del protagonista di uccidere i parenti al ritrovo natalizio, o ancora il pagamento di tutti i parchimetri che evita le multe e indispettisce il vigile (sequenza ripresa a parti inverse nel finale). Certo, come accennato è presente qualche luogo comune, ma perlomeno se ne evita uno che in terra islandese rischia di ricorrere sempre: il ghiaccio, il freddo, la neve, l'isolamento etc., che qui sono elementi naturali di sfondo, e non il facile riempitivo dell'assenza di idee. [-]