gianleo67
|
venerdì 14 agosto 2015
|
triste elegia del polesine
|
|
|
|
Finiti gli esami di maturità a Torino, il 19 enne Davide decide di trascorrere le vacanze estive nella casa di campagna dello zio nel Polesine. La sua permanenza è contrassegnata dall'impegno nei lavoretti che gli assegna il severo parente e dai legami che riesce a stringere con una matura signora del luogo e con un giovane immigrato bosniaco. Tra cocenti delusioni amorose e la pericolosa china di cattive amicizie di provincia, il suo viaggio di ritorno sarà rattristato dai ricordi di una difficile esperienza di formazione che gli renderà quasi desiderabile il ritorno alle premature responsabilità familiari della grigia routine di una insoddisfacente vita cittadina.
[+]
Finiti gli esami di maturità a Torino, il 19 enne Davide decide di trascorrere le vacanze estive nella casa di campagna dello zio nel Polesine. La sua permanenza è contrassegnata dall'impegno nei lavoretti che gli assegna il severo parente e dai legami che riesce a stringere con una matura signora del luogo e con un giovane immigrato bosniaco. Tra cocenti delusioni amorose e la pericolosa china di cattive amicizie di provincia, il suo viaggio di ritorno sarà rattristato dai ricordi di una difficile esperienza di formazione che gli renderà quasi desiderabile il ritorno alle premature responsabilità familiari della grigia routine di una insoddisfacente vita cittadina.
Partendo dalle premesse di una condizione familiare di disagio e abbandono, il padovano Mazzacurati si addentra nelle tematiche del racconto di formazione quasi in punta di piedi, per raccontarci la maturità di un sottoproletariato cittadino che gli studi classici non solleveranno dalla propria miseria e nello stesso tempo ricondurlo alle proprie origini contadine che non sanno e non possono più garantirgli futuro e prosperità economica. Film che alterna il registro di un consueto didascalismo dei sentimenti con l'accorata elegia di una provincia rurale struggente e nostalgica (splendida la fotografia di Alessandro Pesci), sfiora i temi di una immigrazione di ritorno già affrontati nel precedente 'Vesna va veloce' e legandoli nel contempo agli echi della drammatica alluvione del Polesine che afflisse la popolazione autoctone, in una sintonia di sentimenti di chi è abituato a soffrire per guadagnarsi il pane dovendo, se è il caso, preder armi e bagagli per trasferirsi altrove. Il Nord-Est di Mazzacurati quindi, pare tutt'altro che prospero e rassicurante, stretto com'è tra una economia di sussistenza ed i traffici di un'economia del malaffare che sembrano relegare il destino delle nuove generazioni ad una scelta quasi obbligata tra la miseria di lavori umili ed i viaggi della speranza, con i panetti di droga nascosti in macchina ed i sogni esotici di lontane isole greche in cui cercar fortuna. Certo un pò elementare nello sviluppo della trama, è un film che si culla nelle meravigliose immagini di una infanzia della memoria, nei toni garbati di un racconto di formazione di quelli che non si dimenticano e nella bellissima colonna sonora del grande Ivano Fossati che come pochi sa cogliere lo spirito mite ed intelligente di un regista che per una volta sembra abbandonare i toni della commedia di provincia per assomigliare un pò di più ai maestri di una umanità semplice e autentica come Olmi e Avati. Bravissimo il giovane Stefano Campi premiato, insieme alla veterana Patrizia Piccinini ed agli sceneggiatori, al Festival di Biarritz nel 1999. Nominato per il Pardo d'oro al Festival del film Locarno nel 1998 è forse, insieme al precedente film del regista, la sua opera più intensa e riuscita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
arkadico
|
martedì 23 marzo 2010
|
il dramma della semplicità
|
|
|
|
La vicenda è di un giovane neodiplomato che passa inosservato, che non corrisponde al clichè dei bellocci, interessanti, iperdinamici etc. La sua estate trascorsa dagli zii nel polesine avrà delle vicissitudini imprevedibili e molto dure per la sua età, e si concluderà con la morte di un suo amico che l'ha coinvolto in una partita di droga. Raramente le musiche (di Fossati!) di un film sono così struggenti, profonde e perfette nell'essere associate alle immagini. Altre musiche avrebbero reso il film meno interessante; questo non vuol dire che la sceneggiatura sia banale perché è un bel noir, ma è tanta la sensibilità nell'evocare il dramma della solitudine del ragazzo duramente provato.
[+]
La vicenda è di un giovane neodiplomato che passa inosservato, che non corrisponde al clichè dei bellocci, interessanti, iperdinamici etc. La sua estate trascorsa dagli zii nel polesine avrà delle vicissitudini imprevedibili e molto dure per la sua età, e si concluderà con la morte di un suo amico che l'ha coinvolto in una partita di droga. Raramente le musiche (di Fossati!) di un film sono così struggenti, profonde e perfette nell'essere associate alle immagini. Altre musiche avrebbero reso il film meno interessante; questo non vuol dire che la sceneggiatura sia banale perché è un bel noir, ma è tanta la sensibilità nell'evocare il dramma della solitudine del ragazzo duramente provato. Basti solo la scena finale con il suono della fisarmonica che sottolinea il momento dell'amico morto e il leitmotiv che risuona mentre la corriera conduce a casa il protagonista, per farne qualcosa di maledettamente emozionante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a arkadico »
[ - ] lascia un commento a arkadico »
|
|
d'accordo? |
|
appiox
|
giovedì 7 agosto 2008
|
bellissimo
|
|
|
|
La grande regia del Mazzacurati sfocia in una grandissima espressione da parte di Stefano Campi che è riuscito ad interpretare la drammaticità della storia con grande maestia delle espressioni facciali.
complimenti
|
|
[+] lascia un commento a appiox »
[ - ] lascia un commento a appiox »
|
|
d'accordo? |
|
arkadico
|
lunedì 2 luglio 2007
|
la semplicità si fa arte
|
|
|
|
E' un film che difficilmente potranno apprezzare i romano napoletano dipendenti, perché la TV e il cinema italiani si concentrano tutti lì. le musiche struggenti di Fossati ben sottolineano la drammaticità della storia che parla di vite difficili in cui la solitudine sembra uno sbocco naturale, o di una gioventù tutta bar e scooter, o della piccola delinquenza che può sfociare in delitti.
|
|
[+] lascia un commento a arkadico »
[ - ] lascia un commento a arkadico »
|
|
d'accordo? |
|
|