Aprile |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Silvio Orlando, Nanni Moretti, Silvia Nono, Pietro Moretti, Corrado Stajano.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 78 min.
- Italia 1998.
- Sacher
uscita venerdì 27 marzo 1998.
MYMONETRO
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Aprile
di G. RomagnaFeedback: 16232 | altri commenti e recensioni di G. Romagna |
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domenica 12 dicembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo il ciclone Tangentopoli le urne premiano, nel 1994, Silvio Berlusconi, che sale al governo da completo neofita della politica. Per Moretti la notizia e tragica, e reagisce fumandosi una canna, l'unica della sua vita, davanti alla televisione che trasmette le immagini di un Emilio Fede estasiato per la vittoria del Cavaliere di Arcore. Con questa scena si apre, venato da quelle tonalità d'assurdo tipicamente morettiane, Aprile, intreccio politico-familiare di uno spaccato temporale molto importante nella vita del regista: è infatti in questo periodo che nasce l'egemonia berlusconiana, ma è anche in questo periodo che nasce Pietro, il figlio di Nanni. Per la precisione, il lieto evento accade due anni dopo: il primo governo del Cavaliere è caduto per la sfiducia della Lega Nord, e nel 1996 si torna alle urne. Moretti ha in cantiere due progetti: da un lato il desiderio di girare un musical su un pasticcere trotzkysta (ricordate Caro Diario?), abbandonato al primo giorno di riprese, dall'altro quello di realizzare un documentario sulla politica italiana della neonata Seconda Repubblica, compito che percepisce come un dovere nei confronti, specialmente, dell'estero. Su questo lavoro si getterà con le migliori intenzioni, ma non c'è nulla da fare: il disincanto politico e, specialmente, l'arrivo di Pietro, lo hanno terribilmente distratto. Non vale la pena occuparsi delle anomalie della politica italiana, perlomeno non ora: c'è un figlio, ed un figlio è l'evento più lieto che possa accadere. Per le brutture del paese, per le sparate xenofobiche di Bossi e le intemerate anti-giudiziarie di Berlusconi ci sarà tempo, e così per ricredersi su quello scetticismo nei confronti del fronte unitario di centro-sinistra che ha finalmente sconfitto la conventio ad excludendum che lo aveva tenuto lontano dagli scranni del governo sin dal 1948: è infatti l'Ulivo di Prodi a vincere la prova elettorale del 1996, proprio nei giorni in cui nasce Pietro, anche se l'illusione del nuovo esecutivo in carica durerà ben poco. L'emblema principale del film resta allora l'immagine di Moretti con la sua sempiterna Vespa che, partecipando ai caroselli del popolo di sinistra festante risponde con gioia ai clacson delle vetture gridando "Quattro chili e duecento grammi!", ossia il peso del piccolo appena venuto alla luce. Le immagini del documentario, seppur girate in abbondanza, vengono accantonate, ed anche il progetto del musical può riprendere vita. Non il miglior Moretti, ma sicuramente un film degno di nota, ricco di quelle geniali e caratteristiche idiosincrasie del protagonista che assumono, in alcuni frangenti, toni assolutamente esilaranti. Le dicotomie impegno pubblico-chiusura nel privato e delusioni pubbliche-gioie private sono illustrate con efficacia e, se nel racconto sono le meno morettiane a prevalere in maniera netta, non si può non capirne il perchè.
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