alex41
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martedì 28 giugno 2011
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il miglior matt damon
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Un film stupendo, ricco di significati e molto profondo. Una sceneggiatura grandiosa e due ottimi attori: l'eccellente come al solito Robin Williams in un ruolo che gli mancava nella sua filmografia e un esordiente Matt Damon in un ruolo complicato che per me è riuscito in modo grandioso. A tratti molto lento, ma è un film che affascina proprio per questo, per i suoi tempi lunghi e per l'abilità degli attori nel riuscire a creare un'atmosfera tesa di una storia grandiosa, già vista ma narrata in modo stroardinario e originale. Due Oscar meritati, anche se io avrei aggiunto anche quello per Matt Damon per il suo eccellente ruolo, di cui ha ricevuto anche la Nomination.
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Un film stupendo, ricco di significati e molto profondo. Una sceneggiatura grandiosa e due ottimi attori: l'eccellente come al solito Robin Williams in un ruolo che gli mancava nella sua filmografia e un esordiente Matt Damon in un ruolo complicato che per me è riuscito in modo grandioso. A tratti molto lento, ma è un film che affascina proprio per questo, per i suoi tempi lunghi e per l'abilità degli attori nel riuscire a creare un'atmosfera tesa di una storia grandiosa, già vista ma narrata in modo stroardinario e originale. Due Oscar meritati, anche se io avrei aggiunto anche quello per Matt Damon per il suo eccellente ruolo, di cui ha ricevuto anche la Nomination. Grandioso, toccante, uno dei migliori film diretti da Gus Van Sant, il regista di Elephant e Milk.
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alter
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domenica 8 maggio 2011
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una scommessa vinta da van sant
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Film teso e appassionato, in bilico tra le profondità psicologiche e umane dell' individuo (Will) e un sistema sociale (americano, ma occidentale in genere) aggressivo e divorante, Will Hunting - scritto con sorprendente abilità (considerata anche l' età dei due sceneggiatori-attori) e interpretato stupendamente dallo stesso Damon e soprattutto dal grandissimo Robin Williams - riesce a trascinare lo spettatore all' interno di un vortice inarrestabile, risultante dall' intreccio di alcune storie individuali (quella del ragazzo protagonista, ma anche quella dello psichiatra dal volto umano, un Williams da Oscar, degli sgangherati amici di Will, della ragazza di cui egli si innamorerà), e culminante nella straordinaria sequenza liberatoria - diretta senza fronzoli e falsi sentimentalismi, ma con lacrime vere - nella quale lo psichiatra giungerà con fatica titanica a liberare il ragazzo-genio dal suo complesso di colpa, rendendolo finalmente "umano".
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Film teso e appassionato, in bilico tra le profondità psicologiche e umane dell' individuo (Will) e un sistema sociale (americano, ma occidentale in genere) aggressivo e divorante, Will Hunting - scritto con sorprendente abilità (considerata anche l' età dei due sceneggiatori-attori) e interpretato stupendamente dallo stesso Damon e soprattutto dal grandissimo Robin Williams - riesce a trascinare lo spettatore all' interno di un vortice inarrestabile, risultante dall' intreccio di alcune storie individuali (quella del ragazzo protagonista, ma anche quella dello psichiatra dal volto umano, un Williams da Oscar, degli sgangherati amici di Will, della ragazza di cui egli si innamorerà), e culminante nella straordinaria sequenza liberatoria - diretta senza fronzoli e falsi sentimentalismi, ma con lacrime vere - nella quale lo psichiatra giungerà con fatica titanica a liberare il ragazzo-genio dal suo complesso di colpa, rendendolo finalmente "umano". Come spesso accade nel cinema, un' opera a prima vista "facile" e banalotta (il soggetto è azzardato) si rivela ad una analisi più attenta densa, intensa, tesa, e comunque multidimensionale; questa volta però, rispetto ad altre opere, Van Sant (regista "maudit") è riuscito a coniugare alla consueta critica corrosiva all' establishment culturale tratti evidenti di sincera e profonda partecipazione umana, risultato assai difficile da raggiungere.
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michelefavino
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martedì 22 marzo 2011
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bel film.un pò esagerata la storia
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volevo fare i complimenti ai due scrittori di questo gran film.
bravi a scrivere una bella storia che, come tutti i grandi film, tocca gli aspetti più importanti e delicati che una vita possa incontrare.
matt damon, sempre meglio nelle sue interpretazioni, qui dà il massimo e si capisce il perchè.
robin williams recita un'ottima parte, facendo capire che la psicologia è fondamentale nel recupero di uomini che riversano gli abusi passati nel presente (anche se nel film vengono trattati argomenti di psicologia spicciola).
i fratelli affleck recitano benino, e smorzano un pò i temi caldi del film.
in definitiva un ottimo film che però manca di qualcosa. la storia si presenta a lunghi tratti scontata e esasperante.
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volevo fare i complimenti ai due scrittori di questo gran film.
bravi a scrivere una bella storia che, come tutti i grandi film, tocca gli aspetti più importanti e delicati che una vita possa incontrare.
matt damon, sempre meglio nelle sue interpretazioni, qui dà il massimo e si capisce il perchè.
robin williams recita un'ottima parte, facendo capire che la psicologia è fondamentale nel recupero di uomini che riversano gli abusi passati nel presente (anche se nel film vengono trattati argomenti di psicologia spicciola).
i fratelli affleck recitano benino, e smorzano un pò i temi caldi del film.
in definitiva un ottimo film che però manca di qualcosa. la storia si presenta a lunghi tratti scontata e esasperante.
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ultimoboyscout
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martedì 8 febbraio 2011
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vado controcorrente.
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Film interessante, carino ma non la grandissima cosa che si dice: pluripremiato e non lo metto in dubbio ma sarà che a me Van Sant non piace, sarà che Affleck attore non mi piace e Williams men che meno, mi manca decisamente qualcosa. Damon invece è fantastico e fuori dagli schemi, in un ruolo estremamente difficile. Io spero che il ruolo sia stato affidato a Williams perchè ritenuto valido e all'altezza e non per risarcimento danni, idem si dica per l'Oscar come miglior attore non protagonista. Che dire: storia bella ma rivista, tanti temi toccati ma nessuno sviluppato nella maniera giusta. Mi viene da dire che si sarebbe voluto ma non si è potuto.
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Film interessante, carino ma non la grandissima cosa che si dice: pluripremiato e non lo metto in dubbio ma sarà che a me Van Sant non piace, sarà che Affleck attore non mi piace e Williams men che meno, mi manca decisamente qualcosa. Damon invece è fantastico e fuori dagli schemi, in un ruolo estremamente difficile. Io spero che il ruolo sia stato affidato a Williams perchè ritenuto valido e all'altezza e non per risarcimento danni, idem si dica per l'Oscar come miglior attore non protagonista. Che dire: storia bella ma rivista, tanti temi toccati ma nessuno sviluppato nella maniera giusta. Mi viene da dire che si sarebbe voluto ma non si è potuto. Sia ben chiaro che non è affatto un film da dimenticare.
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lord93
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martedì 1 febbraio 2011
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spettacolare un vero capolavoro
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COME SI FA A NON METTERE 5 STELLE A UN FILM DEL GENERE ????
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taniamarina
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sabato 1 maggio 2010
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si allontana la gente per non essere allontanati
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E' un film che scorre come un ruscello, un compito di matematica dalla elegantissima risoluzione. Robin Williams è ispiratissimo nella parte dello psicolgo, e alcune scene si ricordano per la grandissima intensità. E' una pellicola che parla delle paure che si infondono sin da piccoli, senza averne alcuna colpa, e che distruggono ogni voglia di viversi liberamente la vita. Film pieno di dolore e speranza, e il rapporto tra lei e lui non è per nulla banale anzi, è di una sincerità spiazzante ed ammirevole. La sceneggiatura è di Matt e Ben, splendida in tutto. Matt Damon, quando era più giovane, recitava molto meglio. In questo film è bravissimo. Da vedere, assolutamente
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giofredo'
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venerdì 23 aprile 2010
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troppo tardi per un puro e semplice commento
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Una buona, e oserei dire ottima interpretazione di Robin Williams e di una buona fetta del cast.
Una scenaggiatura, a mio avviso,in concomitanza con il tema molto avviccente, e direi intelligente;ma tutto mi sa' di molto ruffiano:uno di quei film, prodotto per essere commestibile per ogni fasscia d'età.
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fulvia
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domenica 7 febbraio 2010
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imperdibile per gli amanti del genere psicologico!
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Bello..veramente ben fatto! Una storia che lascia col fiato sospeso dall'inizio alla fine. Adatto a chi, come me, ama il genere psicologico. Ad un grande, grandissimo Robbin Williams, nelle vesti di uno psicologo, è affidato il compito di entrare nei meandri della mente di un bellissimo e molto espressivo Matt Damon, che manifesta segni di aggressività violenta. Il ragazzo è un genio della matematica, uno dei pochi al mondo, ma, come dice il suo amico, è un balordo, che non si accorge di essere seduto su un biglietto vincente della lotteria e non sfrutta il dono che la natura gli ha regalato. Un film imperdibile. Voto 9
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riccardo-87
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domenica 3 gennaio 2010
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l'altra faccia di williams
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questo film di psicologia ci mostra come non si debba mai dar per scontato un attore: Robin Williams, solitamente effervescenza e vitalità allo stato puro – “l'attimo fuggente”, “Mrs Doubtfire”, “hook” e “Patch Adams” – qui – come del resto in “risvegli”- è nei panni di uno psicologo, brillante e amante della vita ma non troppo al di sopra delle righe - e ci tengo a precisare il fatto che considero “l'attimo fuggente” come uno dei film capolavoro della storia del cinema e il personaggio di Keating come il professore che avrei voluto avere-; tuttavia il “rientrare” nelle righe di Williams non mi dispiace affatto, una sorpresa tale che può essere paragonata a quella che mi ha suscitato Aldo Fabrizi in "Roma città aperta", nel quale da comico – cito solo “guardie e ladri”- si trasforma in un serio rappresentante di Dio, calato nella tragicità del periodo della resistenza.
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questo film di psicologia ci mostra come non si debba mai dar per scontato un attore: Robin Williams, solitamente effervescenza e vitalità allo stato puro – “l'attimo fuggente”, “Mrs Doubtfire”, “hook” e “Patch Adams” – qui – come del resto in “risvegli”- è nei panni di uno psicologo, brillante e amante della vita ma non troppo al di sopra delle righe - e ci tengo a precisare il fatto che considero “l'attimo fuggente” come uno dei film capolavoro della storia del cinema e il personaggio di Keating come il professore che avrei voluto avere-; tuttavia il “rientrare” nelle righe di Williams non mi dispiace affatto, una sorpresa tale che può essere paragonata a quella che mi ha suscitato Aldo Fabrizi in "Roma città aperta", nel quale da comico – cito solo “guardie e ladri”- si trasforma in un serio rappresentante di Dio, calato nella tragicità del periodo della resistenza. Will Hunting comunque non è solo l'altra faccia di Robin Williams, ma molto altro invece: è passione innervata nella vita- memorabile in questo senso la descrizione dell'amata da parte di dello psicologo, con tutte le sue debolezze, che, come ben dice lo Williams – in arte Sean -, "la gente le chiama imperfezioni..ma non lo sono..no..sono la parte essenziale della vita.."-. Ma straordinaria è l'analisi psicologica del ragazzo che prende forma con il passare dei minuti , come pure spettacolosa è la figura dell'amico di Will (interpretato dal miglior Matt Damon), Chuckie (Ben Affleck), e il memorabile dialogo tra i due nella pausa dal lavoro: "startene qui è una perdita di tempo" dice Chuckie all'amico; "non lo puoi sapere" risponde Will. “beh, ti dico quello che so: io passo tutti i giorni a casa tua, usciamo insieme, ci facciamo due birre ed è fico. Vuoi sapere qual’è la parte migliore della mia giornata? sono circa dieci secondi, da quando giro l'angolo a quando arrivo alla tua porta; perché penso che magari busso e tu non ci sei più. Niente addio, ciao, arrivederci..niente.. via, sparito. Non so molte cose, ma questa la so". A prima vista questo discorso sembrerebbe crudele, ma in realtà testimonia la profonda amicizia di Chuckie nei confronti di Will, innervata nel fatto che, ben lontano dal pensare a sé stesso e all’avere per sempre un amico vicino, Affleck si augura per l'amico una vita migliore, felice, lontana dalla povertà ,"dallo schifo", a cui lui si sente condannato . Il senso complessivo del film è però innervato nel rapporto analista – paziente. Imperocché il fatto che Will si apra proprio con Sean, e non con gli altri psicologi ha un motivo ben preciso, che si riflette non solo nel fatto che a Williams,a differenza degli altri psicologi, importa del ragazzo, come fa notare più volte all’ottuso professore di matematica Gerald Lambeau (Stellan Skarsgård): più importante a mio avviso è il fatto che Sean sia l'unico tra i tanti ad aver passato esperienze simili a quelle di Will, ad aver patito sofferenze vicine a quelle del ragazzo - la figura del padre alcolista e manesco fa parte dell'infanzia di entrambe -. Pertanto Williams è l'unico in grado di capire sino in fondo il ragazzo e Will da lui si sente compreso. Personalmente io ritengo che sia vero che solo chi ha passato un problema uguale al nostro ci può comprendere a pieno, dal momento che ognuno di noi vive i suoi problemi come gli unici realmente importanti.
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mymovies.it
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venerdì 25 dicembre 2009
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tre geni a confronto.
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Gus Van Sant ci ha regalato una straordinaria storia basata sulla visione introspettiva dei tre protagonisti e di ciò che ha un senso per loro.Il primo, un professore che incarna una genialità ottusa per cui esiste solo la matematica;il secondo,uno psicologo che possiede una genialità innegabile dal punto di vista dell'animo umano ed infine il terzo, un ragazzo la cui genialità così eclettica gli consente di poter sceglier qualunque strada senza avere paura del fallimento.Il professor Lambeau vede in Will Hunting il genio che avrebbe voluto essere e lo indirizza forzatamente verso le formule matematiche e il beneficio che queste possono dare all'umanità.Al contrario Sean McGuire lo convince a fare ciò che vuole veramente, ad assaporare il gusto della vita e non fermarsi solo all' insipida superficie:'se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio delle tue preferenze, potrai persino aver scopato qualche volta, ma non sai dirmi cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felice.
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Gus Van Sant ci ha regalato una straordinaria storia basata sulla visione introspettiva dei tre protagonisti e di ciò che ha un senso per loro.Il primo, un professore che incarna una genialità ottusa per cui esiste solo la matematica;il secondo,uno psicologo che possiede una genialità innegabile dal punto di vista dell'animo umano ed infine il terzo, un ragazzo la cui genialità così eclettica gli consente di poter sceglier qualunque strada senza avere paura del fallimento.Il professor Lambeau vede in Will Hunting il genio che avrebbe voluto essere e lo indirizza forzatamente verso le formule matematiche e il beneficio che queste possono dare all'umanità.Al contrario Sean McGuire lo convince a fare ciò che vuole veramente, ad assaporare il gusto della vita e non fermarsi solo all' insipida superficie:'se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio delle tue preferenze, potrai persino aver scopato qualche volta, ma non sai dirmi cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felice.'La straordinaria interpretazione di Robin Williams conferisce alla pellicola una serietà sentita e convincente che permette di classificare 'Will Hunting:genio ribelle' sotto la categoria 'Da non perdere'.
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