paolp78
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domenica 12 settembre 2021
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intenso e potente, ma anche impegnato socialmente
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Nonostante il titolo, non si tratta di un film sul mondo della boxe anche se ci sono numerose scene dedicate alla nobile arte e vengono rappresentati ben due incontri, peraltro molto avvincenti. Questa pellicola del talentuoso autore irlandese Jim Sheridan ha invece al centro della propria narrazione la spinosa situazione socio-politico che ancora negli anni ’90 (la pace si ebbe con l’accordo di Belfast del 1998) faceva dell’Irlanda del Nord un territorio in costante conflitto, dove le uccisioni, gli attentati terroristici e la repressione dell’esercito britannico erano all’ordine del giorno.
Sheridan che aveva già affrontata la tematica nel suo film precedente, il bellissimo “Nel nome del padre” (sempre con Daniel Day-Lewis come protagonista), ripete l’operazione; se nella pellicola di quattro anni prima l’operazione di denuncia aveva interessato gli abusi e le ingiustizie commesse dalla polizia inglese, stavolta il regista irlandese si scaglia contro quelle frange dell’IRA che ostacolavano il faticoso processo di pace, che era in corso proprio in quegli anni.
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Nonostante il titolo, non si tratta di un film sul mondo della boxe anche se ci sono numerose scene dedicate alla nobile arte e vengono rappresentati ben due incontri, peraltro molto avvincenti. Questa pellicola del talentuoso autore irlandese Jim Sheridan ha invece al centro della propria narrazione la spinosa situazione socio-politico che ancora negli anni ’90 (la pace si ebbe con l’accordo di Belfast del 1998) faceva dell’Irlanda del Nord un territorio in costante conflitto, dove le uccisioni, gli attentati terroristici e la repressione dell’esercito britannico erano all’ordine del giorno.
Sheridan che aveva già affrontata la tematica nel suo film precedente, il bellissimo “Nel nome del padre” (sempre con Daniel Day-Lewis come protagonista), ripete l’operazione; se nella pellicola di quattro anni prima l’operazione di denuncia aveva interessato gli abusi e le ingiustizie commesse dalla polizia inglese, stavolta il regista irlandese si scaglia contro quelle frange dell’IRA che ostacolavano il faticoso processo di pace, che era in corso proprio in quegli anni.
La pellicola mostra inoltre l’importante valore sociale che uno sport sano come la boxe può avere, con tutti gli insegnamenti che si possono trarre dall’etica sportiva: questa parte della pellicola è particolarmente riuscita ed il messaggio è veicolato con forza.
Oltre a queste questioni di carattere generale, l’opera incentra la sua narrazione anche sulla triste vicenda personale del protagonista e sulla storia d’amore con la donna amata, interpretata dalla bravissima Emily Watson. Si tratta di una storia di sofferenza, rinunce e privazioni, ma anche di sentimenti forti e di riscatto, che i due fantastici interpreti riescono a rendere stupendamente sullo schermo con performance di straordinaria intensità ed espressività; ottimo anche il feeling che si crea nella coppia, con duetti di alta scuola.
Del resto del cast si ricordano Brian Cox, Ken Stott e Gerard McSorley, tutti molto convincenti ed in parte.
Le scene di guerriglia non convincono a pieno, pare che ci si potesse aspettare qualcosa di meglio.
Pellicola di valore assoluto, capace di suscitare emozioni profonde a più riprese.
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luca scialo
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sabato 28 marzo 2020
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lo sport come tentativo di riconciliazione dei popoli
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Jim Sheridan continua nella sua operazione verità sull'Irlanda, paese d'origine tormentato da guerre civili, ribellione alla prepotenza della Gran Bretagna e pesanti carestie. E lo fa avvalendosi ancora della sceneggiatura di Terry George, nonché della bravura di D.Day-Lewis. Proprio come nel precedente Nel nome de padre. Questa volta, però, Lewis interpreta un ex membro del gruppo terroristico dell'IRA, Danny, il quale, uscito dal carcere cerca di rifarsi una vita. Aprendo una scuola di boxe. E cercando di riallacciare i rapporti con Maggie, ora però sposato con un altro membro dell'IRA in carcere. Ma il quartiere in cui vive è ancora falcidiato dalla guerra civile. Da rancori. Da continui soprusi e vendette.
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Jim Sheridan continua nella sua operazione verità sull'Irlanda, paese d'origine tormentato da guerre civili, ribellione alla prepotenza della Gran Bretagna e pesanti carestie. E lo fa avvalendosi ancora della sceneggiatura di Terry George, nonché della bravura di D.Day-Lewis. Proprio come nel precedente Nel nome de padre. Questa volta, però, Lewis interpreta un ex membro del gruppo terroristico dell'IRA, Danny, il quale, uscito dal carcere cerca di rifarsi una vita. Aprendo una scuola di boxe. E cercando di riallacciare i rapporti con Maggie, ora però sposato con un altro membro dell'IRA in carcere. Ma il quartiere in cui vive è ancora falcidiato dalla guerra civile. Da rancori. Da continui soprusi e vendette. Il film rispecchia in modo fedele la sofferenza di quegli anni, mantenendo un certo realismo, senza trascendere nella violenza o nel romanticismo tediante, troppo spesso visto nei film. Lo sport viene visto come mezzo per arrivare alla pace tra popoli in guerra, ancora peggio se appartenenti allo stesso Stato. Divisi dai muri invisibili aizzati dalle religioni e dagli interessi economici. Nella fattispecie, purtroppo, lo sport ha fallito in questo tentativo. E Sheridan ce lo mostra senza risparmiarci nulla. Ma a volte, per fortuna, è riuscito a farcela. Ma non bisogna dimenticare che il colore che contraddistingue l'Irlanda è il verde. Quello della speranza.
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filippo catani
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sabato 7 gennaio 2017
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lottare e amare
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Irlanda del Nord. Dopo 14 anni di prigione un ex promessa del pugilato intende riaprire la vecchia palestra in cui si allenava insieme al suo storico allenatore e aprendola sia ai cattolici che ai protestanti. Il tutto mentre l'Ira sta portando avanti colloqui per un cessate il fuoco con gli inglesi.
Bellissimo film che racconta la terribile guerra civile nell'Ulster costata la vita a centinaia di persone e risolta con gli accordi di Pasqua sotto il governo Blair. Innanzitutto vediamo una lucida rappresentazione del fanatismo politico-religioso con una fazione aperta alla trattativa e una ligia invece alla lotta armata. Una lotta che condizione la vita sociale e sentimentale delle persone ma soprattutto delle donne che vedono i propri mariti o figli in prigione o mutilati o morti.
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Irlanda del Nord. Dopo 14 anni di prigione un ex promessa del pugilato intende riaprire la vecchia palestra in cui si allenava insieme al suo storico allenatore e aprendola sia ai cattolici che ai protestanti. Il tutto mentre l'Ira sta portando avanti colloqui per un cessate il fuoco con gli inglesi.
Bellissimo film che racconta la terribile guerra civile nell'Ulster costata la vita a centinaia di persone e risolta con gli accordi di Pasqua sotto il governo Blair. Innanzitutto vediamo una lucida rappresentazione del fanatismo politico-religioso con una fazione aperta alla trattativa e una ligia invece alla lotta armata. Una lotta che condizione la vita sociale e sentimentale delle persone ma soprattutto delle donne che vedono i propri mariti o figli in prigione o mutilati o morti. Ecco allora che un ex giovane dalle grandi speranze torna in città per provare a dare una speranza ai bambini del posto e per cercare di riconquistare l'amore della sua vita che si è sposata con il suo migliore amico mentre lui era in galera in silenzio per non tradire i suoi complici. Un film crudo e amaro che colpisce come un pugno allo stomaco e che ha nell'ambientazione e nel cast guidato dal grandissimo Day Lewis i propri punti di forza.
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simone magli
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martedì 24 settembre 2013
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film un po' cupo ma abbastanza emozionante
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Due amori: uno per lo sport, la boxe, e l'altro fra un uomo e una donna, sopravvissuto, rimasto grande pure dopo i quattordici anni di carcere del pugile Danny (Daniel Day-Lewis).
La cornice è quella dell'Irlanda, dei quartieri di Belfast ai tempi dell'IRA.
Nonostante l'impotenza e i rancori della gente, l'amore fra Danny e Maggie (Emily Watson) sulle barbare leggi dell'IRA e i due rimangono insieme nell'Irlanda divisa.
Elementi che uniscono le anime dei cittadini sono anche la determinazione di Danny, che non smette mai di lottare, e la sua palestra di boxe, fondamentale per rimettersi in piedi (come nel caso dell'allenatore di Danny, dedito al vizio dell'alcol) o per accettare (come nel caso di Liam, figlio di Maggie, avuto con l'ex marito prigioniero di guerra) un nuovo inizio.
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Due amori: uno per lo sport, la boxe, e l'altro fra un uomo e una donna, sopravvissuto, rimasto grande pure dopo i quattordici anni di carcere del pugile Danny (Daniel Day-Lewis).
La cornice è quella dell'Irlanda, dei quartieri di Belfast ai tempi dell'IRA.
Nonostante l'impotenza e i rancori della gente, l'amore fra Danny e Maggie (Emily Watson) sulle barbare leggi dell'IRA e i due rimangono insieme nell'Irlanda divisa.
Elementi che uniscono le anime dei cittadini sono anche la determinazione di Danny, che non smette mai di lottare, e la sua palestra di boxe, fondamentale per rimettersi in piedi (come nel caso dell'allenatore di Danny, dedito al vizio dell'alcol) o per accettare (come nel caso di Liam, figlio di Maggie, avuto con l'ex marito prigioniero di guerra) un nuovo inizio.
Film un po' cupo ma abbastanza emozionante.
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serpico
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lunedì 30 marzo 2009
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capolavoro
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daniel day lewis memorabile una recitazione intensa,
un uomo,la sua risnascita,la dimostrazione di un cambiamento nei
confronti di una politica sbagliata ogni popolo deve avere il diritto
di credere nei suoi ideali questa e democrazia................
bravissimo jim sheridan film ben fatto sull'ira consigliato
uno dei film piu' belli della stroria del cinema
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(di serpico)
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filippaccio
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venerdì 26 settembre 2008
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sul "ring" della vita!
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Sull'onda del meraviglioso " Nel nome del padre " di nuovo Daniel Day Lewis e l'Irlanda della guerra; complessa, eterna, per qualcuno una ragione di vita, da portare avanti all'infinito non da risolvere, senno' cesserebbe di esistere la propria ragione....una sorte di religione della guerra!
E la guerra uccide il buonsenso, perche' non c'e' tempo di ravvedersi, nella revisione delle cose rimane acre il tradimento e non serve essere uomini migliori quando hai tradito, almeno non serve in questo scenario!In mezzo una storia d'amore che complica ancora piu' le cose, come quei film stereotipati sulla mafia in cui il buono s'innamora della figlia del boss! Il protagonista poi e' o meglio era un pugile di belle speranze, che fa a pugni col mondo con l'I.
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Sull'onda del meraviglioso " Nel nome del padre " di nuovo Daniel Day Lewis e l'Irlanda della guerra; complessa, eterna, per qualcuno una ragione di vita, da portare avanti all'infinito non da risolvere, senno' cesserebbe di esistere la propria ragione....una sorte di religione della guerra!
E la guerra uccide il buonsenso, perche' non c'e' tempo di ravvedersi, nella revisione delle cose rimane acre il tradimento e non serve essere uomini migliori quando hai tradito, almeno non serve in questo scenario!In mezzo una storia d'amore che complica ancora piu' le cose, come quei film stereotipati sulla mafia in cui il buono s'innamora della figlia del boss! Il protagonista poi e' o meglio era un pugile di belle speranze, che fa a pugni col mondo con l'I.R.A. prima " palestra " di vita e poi rinnegata, col suo passato e il suo futuro! Un Film intenso, che porta a riflettere e a mordersi la coda proprio come la guerra!
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