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adams
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mercoledì 16 dicembre 2020
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capolavoro assoluto
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All'estero artisti del calibro di Martin Scorsese, Susan Sontag e Nick Cave hanno elogiato questo capolavoro... Da noi invece abbiamo i critici di Mymovies...
Il film comunque è un capolavoro permeato di un lirismo profondo e commovente. La trama è esile se non inesistente: una madre sta male e il figlio la cura e la ama come fosse una figlia. Ma non è questo che lo spettatore dovrebbe seguire, bensì la bellezza delle immagini, la poesia della natura fuori del tempo, la ricerca dell'assoluto.
Naturalmente, come tutte le cose grandiose, non è un film per tutti (men che meno per il Tizio di Mymovies che ha scritto la pessima recensione).
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All'estero artisti del calibro di Martin Scorsese, Susan Sontag e Nick Cave hanno elogiato questo capolavoro... Da noi invece abbiamo i critici di Mymovies...
Il film comunque è un capolavoro permeato di un lirismo profondo e commovente. La trama è esile se non inesistente: una madre sta male e il figlio la cura e la ama come fosse una figlia. Ma non è questo che lo spettatore dovrebbe seguire, bensì la bellezza delle immagini, la poesia della natura fuori del tempo, la ricerca dell'assoluto.
Naturalmente, come tutte le cose grandiose, non è un film per tutti (men che meno per il Tizio di Mymovies che ha scritto la pessima recensione).
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kimkiduk
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lunedì 28 gennaio 2013
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arte pura
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Arte pura. Sokurov. Che dire se non concordare con il fatto che se guardi Sokurov non vedi solo cinema ma vedi arte. Con questo film vedi pittura, ascolti musica, vedi fotografia. I gesti del figlio sulla madre, teneri dolci, lenti, misurati. L'ultimo viaggio fuori con campi colorati in contrasto di nubi ed ombre. Una cosa meravigliosa. Ho provato a farlo vedere ad altri ma non sempre è stato capito. Non è un film per tutti e Sokurov non è un regista per tutti sicuramente, ma è un maestro assoluto del cinema come arte e lui quindi un grandissimo artista.
Dopo questo film ho visto tutti o quasi i suoi film famosi e rintracciabili. Con Faust ha superato tutto, aspetto il prossimo, non so dove potrà arrivare.
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Arte pura. Sokurov. Che dire se non concordare con il fatto che se guardi Sokurov non vedi solo cinema ma vedi arte. Con questo film vedi pittura, ascolti musica, vedi fotografia. I gesti del figlio sulla madre, teneri dolci, lenti, misurati. L'ultimo viaggio fuori con campi colorati in contrasto di nubi ed ombre. Una cosa meravigliosa. Ho provato a farlo vedere ad altri ma non sempre è stato capito. Non è un film per tutti e Sokurov non è un regista per tutti sicuramente, ma è un maestro assoluto del cinema come arte e lui quindi un grandissimo artista.
Dopo questo film ho visto tutti o quasi i suoi film famosi e rintracciabili. Con Faust ha superato tutto, aspetto il prossimo, non so dove potrà arrivare.
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fefè22
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mercoledì 1 agosto 2012
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un film che tutti dovrebbero vedere
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Questo film è un capolavoro assoluto della cinematografia . I dialoghi sono pochissimi e il regista lascia spazio soprattutto a riprese ( deformate) della natura che nel film diventa la vera protagonista in cui il figlio si nasconde per proteggersi dalla morte .Raramente si è visto un LUNGOMETRAGGIO cosi toccante e poetico sul rapporto madre(che sta per morire)e figlio.è un film da vedere assolutamente e che consiglio a tutti soprattutto agli amanti del vero cinema
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paride86
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giovedì 15 settembre 2011
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la noia regna sovrana
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Madre e Figlio nella brughiera, ritratti come archetipi umani e specchi di sentimenti semplici e universali.
E' un film lento e silenzioso, ripreso per lo più con lunghe scene a camera fissa che si alternano a paesaggi che sembrano non finire più.
C'è chi scambia volutamente i vuoti del film - ovvero il suo abbondante 90% - per riflessioni poetiche e oniriche, ma restano pur sempre dei vuoti.
Sia ben chiaro, non ho un pregiudizio verso i film lenti e riflessivi, né per il cinema d'autore; "The Tree of Life", tanto per fare un esempio, è altrettanto poetico e lirico, ma infinitamente più ricco di contenuti.
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luca scialò
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lunedì 20 settembre 2010
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racconto delicato di un'agonia
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In un villaggio russo immerso nel bosco, dove i colori primaverili si affacciano timidamente per dare il cambio ad un inverno tipicamente lungo e rigido, un figlio cerca di alleviare l'agonia di una madre morente. Parlano dell'esistenza, dei dubbi e della paure umane. Solo loro due, si sfiorano con delicatezza, utilizzando l'unico senso che ormai la madre percepisce: il tatto. Quella barca che si allontana è la metafora di una madre che sta lasciando la vita terrena. Ma il figlio sa che si ritroveranno, dovrà solo aspettarlo pazientemente.
Un film particolare, delicato, struggente, la cui unica musica di sottofondo è la voce dei due protagonisti; una voce soave, sussurata, come le circostanze impongono.
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In un villaggio russo immerso nel bosco, dove i colori primaverili si affacciano timidamente per dare il cambio ad un inverno tipicamente lungo e rigido, un figlio cerca di alleviare l'agonia di una madre morente. Parlano dell'esistenza, dei dubbi e della paure umane. Solo loro due, si sfiorano con delicatezza, utilizzando l'unico senso che ormai la madre percepisce: il tatto. Quella barca che si allontana è la metafora di una madre che sta lasciando la vita terrena. Ma il figlio sa che si ritroveranno, dovrà solo aspettarlo pazientemente.
Un film particolare, delicato, struggente, la cui unica musica di sottofondo è la voce dei due protagonisti; una voce soave, sussurata, come le circostanze impongono. I paesaggi si susseguono come quadri, dove sovente sono immersi gli stessi protagonisti. Dura solo un'ora, ma il suo ricordo dura una vita.
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[+] dura solo un'ora ma il suo ricordo dura una vita
(di riccardo93)
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g. romagna
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lunedì 25 gennaio 2010
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madre e figlio
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Un figlio adulto accompagna la madre gravemente malata, su sua esplicita volontà, a fare un giro nelle magnifiche ed incontaminate campagne circostanti tenendola in braccio per tutto il tempo. Egli la cura in maniera tenera, spontanea, silenziosa e carica d'affetto. Quando torna a casa la mette a letto e, dopo un breve dialogo, decide di uscire a fare una camminata. Al suo ritorno la madre è morta. Questo film di Sokurov è una piccola perla degna di grande ammirazione. Tutto, ogni parola, ogni gesto ed ogni immagine sono studiate nel più piccolo dettaglio pur di essere cariche di significato. Le piccole azioni del figlio nei confronti della madre sono estremamente cariche d'amore (le pettina i capelli, le pone un braccio sotto la testa sulla panchina per farle da cuscino, la abbevera con un biberon), i dialoghi sono scarni, franchi, teneri, lontani da qualunque tipo di retorica o sentimentalismo ed incapaci di risolvere alcunchè, perchè nulla può chiarificare l'ineluttabilità del dolore che entrambi si trovano a dover affrontare, E poi ci sono le immagini: magnifiche nella loro estrema artificiosità, curatissime, spaventosamente cariche di significato.
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Un figlio adulto accompagna la madre gravemente malata, su sua esplicita volontà, a fare un giro nelle magnifiche ed incontaminate campagne circostanti tenendola in braccio per tutto il tempo. Egli la cura in maniera tenera, spontanea, silenziosa e carica d'affetto. Quando torna a casa la mette a letto e, dopo un breve dialogo, decide di uscire a fare una camminata. Al suo ritorno la madre è morta. Questo film di Sokurov è una piccola perla degna di grande ammirazione. Tutto, ogni parola, ogni gesto ed ogni immagine sono studiate nel più piccolo dettaglio pur di essere cariche di significato. Le piccole azioni del figlio nei confronti della madre sono estremamente cariche d'amore (le pettina i capelli, le pone un braccio sotto la testa sulla panchina per farle da cuscino, la abbevera con un biberon), i dialoghi sono scarni, franchi, teneri, lontani da qualunque tipo di retorica o sentimentalismo ed incapaci di risolvere alcunchè, perchè nulla può chiarificare l'ineluttabilità del dolore che entrambi si trovano a dover affrontare, E poi ci sono le immagini: magnifiche nella loro estrema artificiosità, curatissime, spaventosamente cariche di significato. Ogni paesaggio è circondato da una nebbia lattiginosa, da una leggera sfocatura, la prospettiva con cui è inquadrato è occludente, angosciosa, ed anche i colori più vivi sono attenuati per partecipare alla tristezza infinita di cui sono prigionieri i protagonisti. In alcuni frangenti sembra di assistere a delle pitture di Friedrich, in altri a dei dipinti espressionisti ed in altri ancora a delle opere di Turner, con la potenza degli eventi atmosferici che incombe ma che non si palesa tuttavia (solo nel finale, non per niente, a fatti compiuti, udiamo, ma senza vederle, le nuvole, durante i titoli di coda, che si sfogano in pioggia liberatoria). La passeggiata solitaria del figlio è una progressiva escalation di lirismo figurativo, con la sua presenza sulla cima di quel dirupo di fronte a quel grande blocco di roccia bianca a simboleggiare come un contatto tra l'uomo ed il Sublime kantiano, tra l'infinita ed inspiegabile magnificenza della Natura e l'altrettanto inspiegabile morte che il protagonista si trova nel cuore, così come la distesa marina inquadrata subito dopo e riempita da un solo, piccolo veliero altro non è che un palesamento dell'infinita piccolezza dell'individuo di fronte all'ineluttabilità degli eventi. L'ovvio culmine questo quieto turbinio di leopardiane immagini non può che essere un sincero e liberatorio pianto, cui segue il ritorno a casa per constatare l'avvenuta dipartita. L'angoscia è grande, apparentemente insormontabile, umana, ma è la speranza a vincere su tutto nelle poche, ultime parole espresse dal figlio: "Noi ci reincontreremo dove sai, dove avevamo detto: ricordi? Aspettami, con pazienza, mamma, aspettami...". Meraviglioso, davvero.
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pinux
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venerdì 20 febbraio 2009
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non stupitevi...
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Farinotti è uno che ha dato 2 stelle a "Taxi driver" di Scorsese e 5 stelle a un polpettone come "Quo vadis?"...Quindi c'è poco da "stupirsi"...
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(di il cinefilo)
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marco
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venerdì 5 settembre 2008
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mamma mia !!
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Mamma mia ! Si, come sempre sono orgoglioso di far parte di quella piccola minoranza di persone che dopo cinque minuti di visione di un film ( anzi di una poesia animata ) come questo non dicono ( scusate ) che palle !, ma in silenzio aspettano la fine del film per dare una opinione.
Ebbene la mia opinione e' che questo film e' una cosa STRUGGENTE di bellezza poesia e amore.
Pensate, l'ho visto in russo con sottotitoli in italiano ed e' una meraviglia.
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ndhre
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mercoledì 26 marzo 2008
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ma cu è stu farinotti?
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personalmente non conoscevo il farinotti, ma sbolognare Madre e Figlio con "già visto e conosciuto" mi sembra il commento di un ragazzino che poi apprezzerà questo film una volta cresciuto. E' un canto d'amore straziante, non ha una sola inquadratura di troppo malgrado la sua lentezza angosciante, e francamente in questo film ho visto alcune delle immagini (in senso pittorico) più belle che mi vengano in mente. Non oso dargli 5 perché non è il mio genere, ma ha ragione chi dice che ne meriterebbe pure di più
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(di kimkiduk)
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jurij
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sabato 21 ottobre 2006
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vergognatevi!!
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come si fa a non apprezzare la poetica di Madre e Figlio ?
Non bastano 5 stelle ma bisognerebbe posizionarlo nello spazio interstellare!
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