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-ary-
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giovedì 19 aprile 2001
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l'emozione dell'amore "tardo-adolescenziale"
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Leggere il libro di Enrico Brizzi è sicuramente più coinvolgente, mentre il film punta sui sentimenti.
Le tematiche riguardano sempre il rapporto con i genitori, e in particolar modo con la società; sulla quale il protagonista esprime spesso, nel libro, un suo "confuso" parere.
Nel film la storia d'amore fra i due ragazzi è semplice e veloce, ma ti emoziona perchè ti senti protagonista.
Per chi preferisce riflettere sulle considerazioni del protagonista consiglio il libro. A me sono piaciuti entrambi.
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markfener90
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martedì 29 gennaio 2008
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come il vento
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Sono ormai tante le pellicole che vedono gli adolescenti come protagonisti. Non altrettanto quelle che riescono a descrivere il pianeta Tardo-adolescenziale in maniera davvero fedele. In quei pochi casi però, merita senz’altro menzione il film di Enza Negroni tratto dal romanzo omonimo di Enrico Brizzi (anche sceneggiatore). Alex e’ un ragazzo bolognese appassionato di musica punk-rock(suona in una band di suoi coetanei) che si innamora di Adelaide, una ragazza conformista, (mentre Alex suona il basso lei e’ impegnata in versioni di greco antico) in procinto di partire per studiare in America.Questa storia d’amore, ma anche i due ragazzi, considerati singolarmente, che rappresentano due modi diversi di vivere la stessa età adolescenziale, dovranno confrontarsi con una realtà che li mette in perenne difficoltà, che li ostacola, che impedisce loro di esprimersi come veramente vorrebbero.
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Sono ormai tante le pellicole che vedono gli adolescenti come protagonisti. Non altrettanto quelle che riescono a descrivere il pianeta Tardo-adolescenziale in maniera davvero fedele. In quei pochi casi però, merita senz’altro menzione il film di Enza Negroni tratto dal romanzo omonimo di Enrico Brizzi (anche sceneggiatore). Alex e’ un ragazzo bolognese appassionato di musica punk-rock(suona in una band di suoi coetanei) che si innamora di Adelaide, una ragazza conformista, (mentre Alex suona il basso lei e’ impegnata in versioni di greco antico) in procinto di partire per studiare in America.Questa storia d’amore, ma anche i due ragazzi, considerati singolarmente, che rappresentano due modi diversi di vivere la stessa età adolescenziale, dovranno confrontarsi con una realtà che li mette in perenne difficoltà, che li ostacola, che impedisce loro di esprimersi come veramente vorrebbero. L’anima del film e’ magistralmente presentata nel suo eloquente titolo. Esso ci sintetizza al meglio due fondamentali concetti, i leit motiv di tutto il film.Un citazionismo e particolarismo molto marcati, che non fanno altro che catapultare lo spettatore nella realtà raccontata nel film, basti pensare ai riferimenti fatti su gruppi musicali, o a locandine di film presenti sullo sfondo dell’azione, e come detto il titolo stesso.Quel “Jack” non e’ altro che il chitarrista John Anthony Fusciante dei Red Hot Chili Peppers che abbandonò il gruppo proprio negli anni novanta, periodo in cui e’ ambientato il film (1996). Questa cura nei dettagli, del gergo giovanile (forse a volte esasperato nel forzato accento romagnolo dei personaggi), e nei gusti musicali in particolare, ha nel 2007 un effetto che senza dubbio l’autore non aveva previsto;il confronto tra i nostri “fratelli maggiori”, ossia la generazione che vive il film contemporaneamente ai fatti raccontati, e noi adolescenti di oggi, che assistiamo allo svolgersi degli eventi con una piacevole immedesimazione ed empatia,e capiamo i nostri predecessori, quelli che hanno vissuto molto tempo prima le problematiche che oggi noi affrontiamo. Il secondo tema portante del film e’ quello struggente straniamento vissuto dall’adolescente nella realtà con cui egli si va a rapportare. Un chitarrista che abbandona la sua band e’ un’ arguta metafora dell’adolescente che non riesce a interiorizzare l’ipocrisia e il perbenismo che ammorba la società in cui vive. La band-società inibisce lo spirito del chitarrista-adolescente e l’unica soluzione per quest’ultimo e’ liberarsi da queste catene che lo affliggono (questo straniamento verrà diversamente interpretato da ciascun personaggio nel film). La colonna sonora è curata da Umberto Palazzo, e arricchita da brani di gruppi italiani quali Marlene Kuntz e CSI.
Insomma, l’adattamento cinematografico del romanzo di Brizzi e’ completato da alcuni notevoli artifici scenografici e interpretato da attori discreti: dei giovanissimi Stefano Accorsi e Violante Placido. Un’opera che va certamente preferita a nuove pellicole che affrontano le stesse problematiche, e che sicuramente non banalizza “l’essere adolescente”, ma al contrario nelle negatività di questa condizione sottolinea la bellezza di un’età insostituibile.E se magari lo rivedessimo nostalgicamente tra qualche anno, ci farà rimpiangere di essere cresciuti.
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ario1974
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giovedì 9 giugno 2005
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le pagine non hanno profumi
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RIDURRE "JACK FRUSCIANTE E' USCITO DAL GRUPPO" AD UN FILMETTO SCONTATO E' IGNOBILMENTE RIDUTTIVO, SPECIE SE A FARLO SONO DEGLI IMPROVVISATI CRITICI CHE NON COLGONO LA DIFFERENZA TRA UNA DONNA NUDA ED UNA SEMISVESTITA, SU ALTRI SITI IN CUI SI AZZARDANO OPINIONI AL LIMITE DELL' ESIGENZA PSICHIATRICA, HO LETTO CHE JACK FRUSCIANTE E' IL LEADER DEI RED HOT, SI, PECCATO CHE NON SIA JACK IL NOME, E CON ALTRETTANTA SUPERFICIALITA' SI GIUDICA UN CULT CHE DOVRA' SEMPRE FARE I CONTI CON UN'ORIGINE SCOMODA ED IMPARI, IL LIBRO DA CUI NASCE. RAGION PERCUI AMICI MA SOPRATTUTTO AMICHE CHE LEGGETE, NON FATEVI FUORVIARE, IL FILM MERITA, ED IL FINALE NON E' SCONTATO, E' SEMPLICEMENTE CREDIBILE.
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(di 666alberto)
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mauro
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lunedì 21 aprile 2014
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imbarazzante!
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Chiediamoci cosa sia questo film, no perchè io da solo non riesco a trovargli una collocazione, un senso, uno scopo per il quale debba essere stato pensato e prodotto in quel modo. Ma analizziamo i personaggi: tutti quanti sono stereotipati, nessuno si esprimeva in quel modo, nessuno faceva musica così sfigata come i componenti del gruppo. Nessuno a quell'età accetta di vivere un amore così disumano, anche il rapporto genitori e figlio è del tutto falsato. Non c'è niente che possa essere riconducibile ad una vita reale, a personaggi credibili, lo stesso Martino che dovrebbe essere quello ribelle non è assolutamente proponibile in quel ruolo.
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Chiediamoci cosa sia questo film, no perchè io da solo non riesco a trovargli una collocazione, un senso, uno scopo per il quale debba essere stato pensato e prodotto in quel modo. Ma analizziamo i personaggi: tutti quanti sono stereotipati, nessuno si esprimeva in quel modo, nessuno faceva musica così sfigata come i componenti del gruppo. Nessuno a quell'età accetta di vivere un amore così disumano, anche il rapporto genitori e figlio è del tutto falsato. Non c'è niente che possa essere riconducibile ad una vita reale, a personaggi credibili, lo stesso Martino che dovrebbe essere quello ribelle non è assolutamente proponibile in quel ruolo. Lasciamo perdere la recitazione, siamo a livello di quei telefilm italiani in voga nella metà degli anni '80, non si può pensare di girare un film di 1h'30' avendo a disposizione cotanta mediocrità professionale espressa da Accorsi e Placido in questa pellicola. I contenuti dove sono, quali sono le novità? Non ci sono, ennesimo prodotto che ci racconta l'ennesima necessità di essere amati ed accettati per quello che siamo e la grande fatica d'amare e di vivere, oltre a quella di crescere. Purtroppo questa narrazione non aggiunge niente a quelle precedenti di altri film, per cui più si bobina pellicola più si avverte l'imbarazzo e l'inutilità a presenziare a cotanta pochezza. Credo che sia stato fatto da adulti che abbiano cercato di ricostruire un qualcosa da loro completamente dimenticato e per questo ridicolo ed assolutamente inutile.
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luca scialo
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sabato 31 ottobre 2020
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spaccato dell''italia anni ''90
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Dopo i rivoluzionari anni '90 e gli onirici anni '80, arrivarono i rabbiosi e disorientati anni '90. Decennio di perdita di ogni certezza che aveva accompagnato gli individui per decenni: il lavoro, la religine, la politica, la famiglia.
Un cambio radicale che ha colto anche la refrattaria Italia ed in quel di Bologna vive Alex, 16enne alle prese con un infatuamento tormentato, una famiglia che poco lo comprende e una scuola da sopportare. Unica fuga è la musica, suonando anche il basso. Ma dovrà affrontare anche dolorosi addii.
Esordio alla regia per Enza Negroni, che traspone l'ottimo successo dell'omonimo libro, sempre d'esordio, dell'allora neanche ventenne Enrico Brizzi.
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Dopo i rivoluzionari anni '90 e gli onirici anni '80, arrivarono i rabbiosi e disorientati anni '90. Decennio di perdita di ogni certezza che aveva accompagnato gli individui per decenni: il lavoro, la religine, la politica, la famiglia.
Un cambio radicale che ha colto anche la refrattaria Italia ed in quel di Bologna vive Alex, 16enne alle prese con un infatuamento tormentato, una famiglia che poco lo comprende e una scuola da sopportare. Unica fuga è la musica, suonando anche il basso. Ma dovrà affrontare anche dolorosi addii.
Esordio alla regia per Enza Negroni, che traspone l'ottimo successo dell'omonimo libro, sempre d'esordio, dell'allora neanche ventenne Enrico Brizzi. Per entrambi gli anni saranno confermativi: la prima continuerà a non lasciare il segno nel Cinema, il secondo invece realizzerà altri libri di discreto successo di pubblico e critica.
Nella fattispecie, la trasposizione non è riuscita. Svuotato com'è il film dall'aspetto politico e per la troppa superficialità con cui sono trattati gli argomenti.
Non a caso. l'autore che curava anche la sceneggiatura, uscì presto dal progetto. Parlando di fallimento personale. Poco credibili anche gli attori, troppo grandi anagraficamente rispetto ai protagonisti del libro. Sebbene la bravura di Stefano Accorsi si conferma ancora qui.
Bella la colonna sonora. Chi era adolescente a metà anni '90, soprassedendo sui limiti, avrà piacere di fare questo tuffo nel passato.
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