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Dopo i rivoluzionari anni '90 e gli onirici anni '80, arrivarono i rabbiosi e disorientati anni '90. Decennio di perdita di ogni certezza che aveva accompagnato gli individui per decenni: il lavoro, la religine, la politica, la famiglia.
Un cambio radicale che ha colto anche la refrattaria Italia ed in quel di Bologna vive Alex, 16enne alle prese con un infatuamento tormentato, una famiglia che poco lo comprende e una scuola da sopportare. Unica fuga è la musica, suonando anche il basso. Ma dovrà affrontare anche dolorosi addii.
Esordio alla regia per Enza Negroni, che traspone l'ottimo successo dell'omonimo libro, sempre d'esordio, dell'allora neanche ventenne Enrico Brizzi. Per entrambi gli anni saranno confermativi: la prima continuerà a non lasciare il segno nel Cinema, il secondo invece realizzerà altri libri di discreto successo di pubblico e critica.
Nella fattispecie, la trasposizione non è riuscita. Svuotato com'è il film dall'aspetto politico e per la troppa superficialità con cui sono trattati gli argomenti.
Non a caso. l'autore che curava anche la sceneggiatura, uscì presto dal progetto. Parlando di fallimento personale. Poco credibili anche gli attori, troppo grandi anagraficamente rispetto ai protagonisti del libro. Sebbene la bravura di Stefano Accorsi si conferma ancora qui.
Bella la colonna sonora. Chi era adolescente a metà anni '90, soprassedendo sui limiti, avrà piacere di fare questo tuffo nel passato.
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