Titolo originale Death and the Maiden.
Drammatico,
durata 103 min.
- USA, Francia, Gran Bretagna 1995.
- Penta Distribuzione
uscita giovedì 6aprile 1995.
MYMONETROLa morte e la fanciulla
valutazione media:
2,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roman Polaski, ricordiamocelo sempre ,è un “grande”!!!
Del film la “morte e la fanciulla”, non si può che parlare bene .
Un tris di attori che inscena un dramma per un interno dove un' atroce violenza del passato deve tornale allo specchio per essere superata.
Si comprende subito, dai primi fotogrammi ,che nella storia rappresentata qualcosa di profondo deve , presto o tardi, esplodere ma tutto resta celato, nella sua gravità, sino all’ ultima sequenza.
Attori di primo piano come Sigourney Weaver, Ben Kingsley e Stuart Wilsonfanno insieme unviaggio profondo nei meandri dell’anima alla ricerca del perché si cade in depravazioni che nel caso di specie assume la forma del compiacimento nel dominare , nel sottomettere, nell' umiliazione: questo danno profondo arrecato all’anima può essere “lavato” solo con una dichiarazione di colpa .
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Roman Polaski, ricordiamocelo sempre ,è un “grande”!!!
Del film la “morte e la fanciulla”, non si può che parlare bene .
Un tris di attori che inscena un dramma per un interno dove un' atroce violenza del passato deve tornale allo specchio per essere superata.
Si comprende subito, dai primi fotogrammi ,che nella storia rappresentata qualcosa di profondo deve , presto o tardi, esplodere ma tutto resta celato, nella sua gravità, sino all’ ultima sequenza.
Attori di primo piano come Sigourney Weaver, Ben Kingsley e Stuart Wilsonfanno insieme unviaggio profondo nei meandri dell’anima alla ricerca del perché si cade in depravazioni che nel caso di specie assume la forma del compiacimento nel dominare , nel sottomettere, nell' umiliazione: questo danno profondo arrecato all’anima può essere “lavato” solo con una dichiarazione di colpa . Roman Polaski è notoriamente regista intelligente , originale ma soprattutto tormentato ed in questo film si cala splendidamente.
Bel film ??, Eccellente , a mio modo di vedere uno dei migliori del regista.
Comincia il film con l’oceano ed il faro che illumina la baio , faro simbolico, di una possibile luce che potrebbe illuminare anche la malattia provocata da un dolore disperato..
Ognuno è carnefice e vittima ed il legame che unisce chi ha subito e chi ha fatto violenza resta indissolubile e con l’ultimo fotogramma de “la morte e la fanciulla”si comprende come la verità ricompone il dramma ma non interrompe la comunicazione indissolubile fra carnefice e vittima.
Va sottolineata una recitazione cristallina della Sigourney Weaver, forse mai a questi livelli. Un film da 5 stelle senza esitazione e, la scheda di presentazione va rigettata perché fuorviante ed inattendibile.
weach illuminati
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Ancora una volta la marea circonda lo scenario ,ed ancora una volta si assiste ad un gioco al massacro,stiamo parlando della morte e della fanciulla ,opera musicale che avvolge il film dall'inizio alla fine.Dopo LUNA DI FIELE,polanski torna con un filmtratto da un'opera teatrale.La storia narra di una donna che vive insieme al marito avvocato in un casa sperduta precisamente in sudamerica nel periodo post rivoluzione,e quando fara' visita a casa sua un uomo che ascolta la morte e la fanciulla e parla e ride dicendo anche le stesse parole che un tempo le diceva un uomo che la torturava,il ricordo si tramuta in odio e vendetta.Legato ad una sedia e imbavagliato verra' minacciato ed umiliato,ma e' proprio lui ,l'uomo che ricorda la donna?polanski sceglie una storia che coinvolge ed emoziona,quasi in salsa gialla.
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Ancora una volta la marea circonda lo scenario ,ed ancora una volta si assiste ad un gioco al massacro,stiamo parlando della morte e della fanciulla ,opera musicale che avvolge il film dall'inizio alla fine.Dopo LUNA DI FIELE,polanski torna con un filmtratto da un'opera teatrale.La storia narra di una donna che vive insieme al marito avvocato in un casa sperduta precisamente in sudamerica nel periodo post rivoluzione,e quando fara' visita a casa sua un uomo che ascolta la morte e la fanciulla e parla e ride dicendo anche le stesse parole che un tempo le diceva un uomo che la torturava,il ricordo si tramuta in odio e vendetta.Legato ad una sedia e imbavagliato verra' minacciato ed umiliato,ma e' proprio lui ,l'uomo che ricorda la donna?polanski sceglie una storia che coinvolge ed emoziona,quasi in salsa gialla.L'interprete principale(sigourney weaver) e' bravissima,e gli altri due attori se la cavano,ma per quasi due ore il film si svolge quasi tutto nella casa senza nemmeno filmare i flashbackdei ricordi,e il testo teatrale non sembra essere adatto per il cinema. Ma polanski sa il suo mestiere e le autocitazioni non mancano(l'uomo viene legato ed imbavagliato come una scena di luna di fiele) in conclusione un buon film che sarebbe solo dovuto uscire leggermente fuori dall'opera teatrale per rendersi piu' cinematografico.
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il grande Polanski confeziona un film dove la nota più evidente, e tema caro al regista, é l'interscabiabilità dei ruoli, tra vittima e carnefice, inoltre: disperazione e speranza, la relazione tra forza e vulnerabilità.
La vicenda non imediatamente comprensibile si svolge in paese latinoamericano tornato alla democrazia.
Paolina 15 anni dopo essere stata seviziata e torturata dalla polizia segreta, crede di riconoscere in un medico uno dei torturatori.
Lo cattura e lo processa chiedendo al proprio marito avvocato di prenderne le difese.............. Il titolo é dovuto al Quartetto n.14 in re mi di Schubert che veniva fatto ascoltare ai prigionieri durante le torture per alleviarne le pene.
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il grande Polanski confeziona un film dove la nota più evidente, e tema caro al regista, é l'interscabiabilità dei ruoli, tra vittima e carnefice, inoltre: disperazione e speranza, la relazione tra forza e vulnerabilità.
La vicenda non imediatamente comprensibile si svolge in paese latinoamericano tornato alla democrazia.
Paolina 15 anni dopo essere stata seviziata e torturata dalla polizia segreta, crede di riconoscere in un medico uno dei torturatori.
Lo cattura e lo processa chiedendo al proprio marito avvocato di prenderne le difese.............. Il titolo é dovuto al Quartetto n.14 in re mi di Schubert che veniva fatto ascoltare ai prigionieri durante le torture per alleviarne le pene....
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Il film, uscito nel 1995, è ambientato nel 1992.
Le scene esterne si svolgono in un promontorio cileno che dà sull’oceano pacifico e gli interni in una villa isolata nei pressi della punta della penisola dove risiedono l’avvocato Gerardo Escobar ( Stuart Wilson), responsabile di una commissione governativa per “la violazione dei diritti dell’uomo” avvenuta durante la precedente dittatura, e Pauline Escobar ( una magistrale Sigourney Weaver), sua moglie, vittima di torture nel 1977, ex militante studentessa di sinistra, dissenziente da ogni regime politico totalitario.
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Il film, uscito nel 1995, è ambientato nel 1992.
Le scene esterne si svolgono in un promontorio cileno che dà sull’oceano pacifico e gli interni in una villa isolata nei pressi della punta della penisola dove risiedono l’avvocato Gerardo Escobar ( Stuart Wilson), responsabile di una commissione governativa per “la violazione dei diritti dell’uomo” avvenuta durante la precedente dittatura, e Pauline Escobar ( una magistrale Sigourney Weaver), sua moglie, vittima di torture nel 1977, ex militante studentessa di sinistra, dissenziente da ogni regime politico totalitario.
Il film è tratto da un’opera teatrale del cileno Ariel Dorfman, magistralmente interpretata in Italia dallo scomparso Giancarlo Sbragia che impersonava il medico Miranda (nel film Ben Kinsley).
Una sera, durante un forte temporale, l’avvocato Gerardo, di ritorno in automobile da una riunione governativa sui diritti umani da lui presieduta, fora una gomma in prossimità della sua zona di residenza e dopo aver scoperto che la ruota di scorta era bucata è costretto a fare l’autostop buttandosi, all’arrivo della prima automobile, praticamente in mezzo alla strada e fermando l’auto guidata dal medico Miranda abitante nella sua stessa zona. In casa la moglie Pauline è nervosa, aspetta ansiosamente il marito che è in ritardo, per avere notizie sulle regole che la commissione per i diritti dell’uomo ha deciso di adottare nei processi ai torturatori del passato regime.
All’arrivo di Gerardo segue una discussione animata tra i due, Pauline è delusa dalle decisioni prese dalla commissione presieduta da suo marito, perché essa, con l’avvallo del presidente Romero, ha deciso di trattare in giudizio solo quei casi legati alla morte delle vittime di torture.
Nel frattempo il medico Miranda, che dopo aver portato Gerardo nella sua abitazione si era avviato nella sua residenza, ritorna nei pressi della abitazione dell’avvocato per restituire la ruota di scorta bucata, dimenticata da Gerardo nella sua automobile, e consentirne la riparazione; il medico riconosciuto l’avvocato come Gerardo Escobar, diventato famoso per il suo impegno politico contro i soprusi della dittatura, si ferma volentieri a parlare con lui toccando l’argomento dei problemi della giustizia verso i torturatori dell’ex regime che il governo stava affrontando; secondo lui si sarebbe dovuto decidere di condannare a morte tutti i responsabili delle torture e della scomparsa delle persone.
La moglie che ascoltava di nascosto la conversazione riconosce nella voce del medico il suo carnefice del 1977, l’uomo che l’aveva violentata quattordici volte, in piena dittatura di destra, mentre l’uomo era incaricato al controllo medico delle vittime di tortura affinché non decedessero durante le sevizie che pativano.
Improvvisamente Pauline prende l’automobile del medico e fugge verso il precipizio del promontorio, quando si ferma vicino al capo sul mare controlla tutti gli oggetti presenti nell’automobile, e scopre una musicassetta dal titolo La morte e la fanciulla, il Quartetto n° 14 in re minore di Schubert, un brano che accompagnava, nel vano tentativo di non turbarla troppo, tutte le scene di stupro avvenute sul suo corpo.
La donna sempre più convinta di aver scoperto il suo carnefice, spinge la macchina in mare decisa ad uccidere poi il medico Miranda e simulare una disgrazia.
Al ritorno nella sua abitazione Pauline aggredisce Miranda colpendolo con il cacio di una pistola sulla testa e immobilizzandolo su una sedia, l’uomo rimane completamente esterefatto di quanto gli sta accadendo, la donna decide anche di imbavagliarlo. Pauline vuole simulare un vero e proprio processo, le cui udienze vedono lei, pubblica accusa, e difensore dell’imputato, Gerardo, che incredulo e sempre più stupito di ciò che sta accadendo li propone di parlare un attimo per avere maggiori chiarimenti sulla situazione.
Pauline però non cerca la verità con le prove, con la certezza o il rischio del dubbio che può dare un regolare processo, la donna ha bisogno di una confessione credibile, ben recitata, in cui compaia però anche l’ammissione del godimento provato dall’autore nello stupro, qualcosa cioè che attenui la sua nevrosi per un momento sciogliendo i suoi fantasmi ossessivi legati a quei tragici eventi; la donna con i suoi sintomi cerca attraverso la rievocazione del trauma una verità pura, essenziale, impossibile da ottenere nella realtà, una sorta di eucarestia della carne violata capace di giustificare con l’orrore celebrativo il proprio scambio di ruolo, da vittima a carnefice.
Pauline è ormai una inguaribile nevrotica, traumatizzata dagli eventi, che vaga senza più speranze di una vera guarigione, cerca solo una pace psicologica, amorale, nel limbo dell’insignificante, indifferente alla vita degli altri, lontana da una ricerca di giustizia provata dai fatti. Il suo pensiero a volte è delirante, approssimativo, la sua capacità di giudizio ridotta, la sua ricerca del vero storico è priva di vere regole, il suo comportamento è qualcosa che coinvolge esclusivamente il proprio campo psichico e riguarda una sorta di auto psicoterapia, un sintomo, messo in moto da suoi meccanismi inconsci, che sembrano finalizzati a farle trovare una pausa dai tormenti della memoria, un intervallo di serenità e pace da un vissuto tragico, sempre presente, che occlude ogni suo spazio immaginativo verso il futuro, portandola a negare, come in questo caso, le procedure più corrette per giudicare una persona.
Per lungo tempo Miranda non capisce, da un punto di vista un po’ più psicologico, come stanno effettivamente le cose nella psiche di Pauline, è stordito dalla situazione imposta, forzata in cui in cui si trova, è troppo impaurito per capire e reagire.
Alla fine del processo improvvisato da Pauline, in cui erano scaturite anche scene di alta drammaticità per le rivelazioni di Gerardo a Pauline di alcuni eventi passionali che li riguardavano e alcune ripetute violente ribellioni di Miranda alla situazione in cui si trovava, seguiti dalla scoperta di nuovi fatti dolorosi sulla coppia, tutto rimarrà ambiguo, incerto, nessuna prova emergerà a sostegno dell’accusa sostenuta da Pauline, ma sull’orlo del precipizio sul mare, con la minaccia di buttarlo giù, e con le mani ancora legate, stremato dalla fatica Miranda sfodererà una confessione da carnefice finalmente credibile, ben sostenuta, magistralmente recitata, di grande verosimiglianza, in cui il grande piacere provato nei suoi stupri verrà ammesso con tutta franchezza portando l’avvocato Gerardo ad avere un impulso omicida verso Miranda a stento trattenuto e a sgravare i tormenti psicologici della donna i cui fantasmi si dissolveranno per un certo tempo lasciando il posto ad un'altra verità, finalmente reale anche se ottenuta grazie al delirio, che riguarda il suo piacere e la soddisfazione ottenuta smascherando il presunto colpevole con metodi simili a quelli da lei subiti.
L’identificazione con il carnefice e lo scambio dei ruoli trova infatti finalmente un effetto catartico, liberatorio, purificatorio con la confessione del peccato più ovvio del medico in quelle circostanze: il godimento sessuale dell’uomo su donne inermi, indifese, senza più un futuro, giudicate come nemiche del regime e ostili a tutte le sue istituzioni, un godimento potenziato dalla certezza di passarla franca.
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Il film narra la storia di una donna che, torturata durante un regime, riconosce il suo aguzzino e cerca di vendicarsi...Lo stile di Polanski su una storia drammatica tratta da un romanzo teatrale messa in scena con la magia dei luoghi e i colori di una splendida fotografia dove gli attori danno il meglio di se, un racconto serrato e a tratti indeciso che con il previsto arrivo della scorta per l'avvocato Escobar diventa ansioso e frenetico, l'epilogo indulgente lascia tutta l'amarezza in sospeso insieme ai segni nell'anima che non andranno più via! Mia valutazione: 3,5 stelle. Saluti.
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Un film quasi tutto ambientato in interni, che ha parecchi parallelismi con "Una pura formalità" di Giuseppe Tornatore, in cui Roman Polanski è attore, nonostante le storie siano diverse, la messa in scena è la stessa, in sostanza tutti e due sono tutto chiacchiere. Comunque da vedere e rivedere la scena in cui torna la corrente elettrica e il dottore cerca di liberarsi a ritmo di rock. Certo è che, da Polanski c'era da aspettarsi di meglio decisamente.
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