Ad una buona capacita' descrittiva il regista accompagna una nulla capacita' di costruzione narrativa. I silenzi, che dovrebbero essere metafora dell'interiorita' dei personaggi, palesano invece l'assenza di idee, la paura di esporsi troppo con una storia. Buzzati e' usato come uno schermo, dietro al quale celare poverta' di contenuti. Le bellissime immagini non bastano per fare un film. Barnabo e' un uomo del tutto senza qualita',un indifferente, un imbelle. Il regista non riesce a dargli spessore. La sua colpa non ha commenti, non ha giustificazioni, nemmeno accenni di spiegazione. E l'eccessivo silenzio non e',come forse vorrebbe il regista, indizio di cinema alto, riflessivo (olmiano) ma tardo e vuoto portato di un neorealismo d'accatto, mal interpretato (della serie:montanari uomini duri,silenziosi,scavati dentro).
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Ad una buona capacita' descrittiva il regista accompagna una nulla capacita' di costruzione narrativa. I silenzi, che dovrebbero essere metafora dell'interiorita' dei personaggi, palesano invece l'assenza di idee, la paura di esporsi troppo con una storia. Buzzati e' usato come uno schermo, dietro al quale celare poverta' di contenuti. Le bellissime immagini non bastano per fare un film. Barnabo e' un uomo del tutto senza qualita',un indifferente, un imbelle. Il regista non riesce a dargli spessore. La sua colpa non ha commenti, non ha giustificazioni, nemmeno accenni di spiegazione. E l'eccessivo silenzio non e',come forse vorrebbe il regista, indizio di cinema alto, riflessivo (olmiano) ma tardo e vuoto portato di un neorealismo d'accatto, mal interpretato (della serie:montanari uomini duri,silenziosi,scavati dentro). Sharunas Bartas fa film privi di dialogo, ma non vi senti la forzatura che si sente qui.
Inconcludente. Deludente.
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