Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore
«Mia madre Jacqueline, che è francese e adora il cinema americano, ha sempre desiderato che io girassi un film tipo Via col vento». Così Oliver Stone spiega perché abbia dedicato Tra cielo e terra alla madre, appunto. Le Ly come Rossella O'Hara? E che c'entra Ky La, piccolo villaggio vicino a Danang, con la fattoria di Tara, «luogo mitico» in Georgia? Le curiosità non si fermano qui, a proposito di questa terza e forse non ultima opera di Stone sulla guerra in Vietnam. Perché mai sceglie di «contaminare» i generi, ora puntando sul racconto incalzante, esplosivo come in Platoon (1986), ora scendendo nel tormento di un reduce, come in Nato il quattro di luglio (1989)? Perché ora privilegia i toni epici e il mito, e ora invece si compiace di immergere il suo cinema nel grottesco? È complesso, Tra cielo e terra. [...]
di Roberto Escobar, articolo completo (5041 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore