woody62
|
domenica 28 giugno 2020
|
un "mistero" italiano e un grande giornalista.
|
|
|
|
La ricostruzione di dieci anni di inchiesta giornalistica per abbattere il “muro di gomma” creato per oscurare la verità sulla strage di Ustica, con 81 persone morte nell'incidente aereo le cui cause, ancora dopo 40 anni, non sono completamente chiarite. Quello che è certo oggi – e nel 1991 quando Marco Risi ha realizzato il film – è il vergognoso comportamento di poteri forti dello Stato (militari, politici, servizi segreti) per depistare, inquinare le prove, mistificare la verità. Rocco Ferrante alias Andrea Purgatori, giornalista del Corriere della Sera che seguì fin dall'inizio la vicenda, interpretato da un grande Corso Salani (scomparso nemmeno cinquantenne nel 2010), con la sua inchiesta assidua, incisiva, coraggiosa, riesce a mobilitare le coscienze, a scalfire le certezze fasulle, a stanare gli uomini di potere più protervi e arroganti.
[+]
La ricostruzione di dieci anni di inchiesta giornalistica per abbattere il “muro di gomma” creato per oscurare la verità sulla strage di Ustica, con 81 persone morte nell'incidente aereo le cui cause, ancora dopo 40 anni, non sono completamente chiarite. Quello che è certo oggi – e nel 1991 quando Marco Risi ha realizzato il film – è il vergognoso comportamento di poteri forti dello Stato (militari, politici, servizi segreti) per depistare, inquinare le prove, mistificare la verità. Rocco Ferrante alias Andrea Purgatori, giornalista del Corriere della Sera che seguì fin dall'inizio la vicenda, interpretato da un grande Corso Salani (scomparso nemmeno cinquantenne nel 2010), con la sua inchiesta assidua, incisiva, coraggiosa, riesce a mobilitare le coscienze, a scalfire le certezze fasulle, a stanare gli uomini di potere più protervi e arroganti. Marco Risi non racconta fatti (peraltro conosciuti) ma le emozioni che quei fatti hanno generato. Specialmente il dolore dei parenti delle vittime, la disperazione alla comunicazione del disastro (nei titoli di testa con il coinvolgente tema musicale di Francesco De Gregori), l'orrore dei riconoscimento dei poveri resti, l'umiliazione del risarcimento misurato da anonime tabelle che nulla sanno della reale perdita subita. Angela Finocchiaro - assieme a lei un cast di grandi attori italiani come Marescotti, Fiorentini, Fassari, Garrani, e molti altri - rappresenta una donna che ha perso il compagno e il padre di sua figlia di otto anni. E' lei che confiderà a Rocco Ferrante il dolore, le sue difficoltà ed è anche per lei che il giornalista vuole andare fino in fondo. E ci riuscirà in un piovoso pomeriggio romano, dettando commosso al telefono l'articolo “Ustica, vergogna di Stato”. Per poi raccogliere il riconoscente sorriso della figlia ormai adolescente della Finocchiaro, come un raggio di sole che squarcia le nuvole. Dopo trent'anni un film assolutamente da rivedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a woody62 »
[ - ] lascia un commento a woody62 »
|
|
d'accordo? |
|
marco cantarini
|
mercoledì 20 giugno 2007
|
il muro di gomma - marco cantarini
|
|
|
|
USTICA 27/6/80
UN DC NOVE PRECIPITA MISTERIOSAMENTE IN MARE.81 MORTI E NESSUN SUPERSTITE.
DOPO QUESTO DRAMMATICO FATTO, INIZIANO AD EMERGERE
VERIE IPOTESI : CHI AFFERMA L' IDEA DI UN CEDIMENTO STRUTTURALE, CHI DI UNA BOMBA ALL' INTERNO DELL'AEREO E CHI, COME IL GIORNALISTA ROCCO FERRANTE, DI UN MISSILE.
ROCCO NON ESITA AD ACCUSARE GENERALI E UFFICIALI,AFFERMANDO CHE IL MISSILE CHE AVREBBE COLPITO IL DC 9 FOSSE APPARTENENTE AL LORO ESERCITO.
NONOSTANTE SOTTILI MINACCE E "CONSIGLI" DA PARTE DI AMICI E COLLEGHI, ROCCO PORTERà AVANTI LA PROPRIA TESI, FINCHè A DISTANZA DI 9 ANNI, I RESPONSABILI VERRANNO CONDANNATI.
POTENTE FILM DI DENUNCIA, COME SOLO DAMIANI E ROSI SANNO FARE.
OTTIMA L' INTERPRETAZIONE DI CORSO SALANI NEL RUOLO DEL PROTAGONISTA.
|
|
[+] lascia un commento a marco cantarini »
[ - ] lascia un commento a marco cantarini »
|
|
d'accordo? |
|
gianni lucini
|
martedì 4 ottobre 2011
|
passioni ed emozioni più che azione
|
|
|
|
Prima ancora che sullo schermo compaiano i titoli di testa lo spettatore si ritrova già catapultato nella vicenda senza tanti preamboli. Sono poche sequenze ma arrivano a destinazione con la forza di un maglio. Dopo le prime immagini soffuse con la traccia radar verdognola e imprecisa del DC-9 dell’Itavia in volo da Bologna a Palermo arriva la luminosità eccessiva, quasi fastidiosa della sala d’aspetto dell’aeroporto di Punta Raisi, con una folla in attesa di un aeroplano in ritardo che lo spettatore sa già che non arriverà più. La cinepresa vaga sui volti perplessi e si ferma su Giannina, una splendida Anna Finocchiaro nei panni di una donna normale con una bambina stanca tra le braccia che attende l’arrivo di una persona amata.
[+]
Prima ancora che sullo schermo compaiano i titoli di testa lo spettatore si ritrova già catapultato nella vicenda senza tanti preamboli. Sono poche sequenze ma arrivano a destinazione con la forza di un maglio. Dopo le prime immagini soffuse con la traccia radar verdognola e imprecisa del DC-9 dell’Itavia in volo da Bologna a Palermo arriva la luminosità eccessiva, quasi fastidiosa della sala d’aspetto dell’aeroporto di Punta Raisi, con una folla in attesa di un aeroplano in ritardo che lo spettatore sa già che non arriverà più. La cinepresa vaga sui volti perplessi e si ferma su Giannina, una splendida Anna Finocchiaro nei panni di una donna normale con una bambina stanca tra le braccia che attende l’arrivo di una persona amata. Poi, mentre la scena continua a essere illuminata da una luce bianca e vivida così simile a quella degli ospedali e delle carceri, viene annunciata la scomparsa dell’aereo e inizia la lettura della lista dei dispersi. La camera stringe su Giannina che singhiozza stringendo la sua bambina e lo schermo diventa buio. Mentre l’elenco continua a essere scandito fino all’ultimo nome, sullo schermo scorrono i titoli di testa. Il muro di gomma inizia così e procede sulla stessa strada. Asciutto ed essenziale lascia che siano la realtà e la cronaca ad accompagnare la narrazione, con pochissime rimodulazioni destinate a correggerla quando rischia di scivolare nel documentario. I momenti classici d’azione sono rarissimi perchè non servono visto a dare ritmo e spessore alla storia intervengono le emozioni e le passioni delle persone. Per questa ragione più che al modello hollywoodiano dei film di Alan J. Pakula o di Oliver Stone pare ispirarsi alla ricchezza di caratteri delle pellicole di Costa-Gavras.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
gianni lucini
|
martedì 4 ottobre 2011
|
i fatti come filo conduttore
|
|
|
|
«Hai saputo del DC9 che è caduto? L’hanno tirato giù con un missile...» Sono poche parole ma a un giornalista curioso come Rocco Ferrante bastano per cambiare la propria vita. Il filo conduttore su cui si muove Il muro gomma è rappresentato dalle tracce dei ricordi e delle esperienze autobiografiche del giornalista Andrea Purgatori che partecipa anche alla sceneggiatura insieme a Sandro Petraglia e Stefano Rulli cui si deve nello stesso periodo anche la sceneggiatura del Portaborse. Il film si muove con una costruzione lineare come si conviene a un’inchiesta. Fatti seguono a fatti e dalla loro concatenazione si arriva alla ricostruzione di parti di verità.
[+]
«Hai saputo del DC9 che è caduto? L’hanno tirato giù con un missile...» Sono poche parole ma a un giornalista curioso come Rocco Ferrante bastano per cambiare la propria vita. Il filo conduttore su cui si muove Il muro gomma è rappresentato dalle tracce dei ricordi e delle esperienze autobiografiche del giornalista Andrea Purgatori che partecipa anche alla sceneggiatura insieme a Sandro Petraglia e Stefano Rulli cui si deve nello stesso periodo anche la sceneggiatura del Portaborse. Il film si muove con una costruzione lineare come si conviene a un’inchiesta. Fatti seguono a fatti e dalla loro concatenazione si arriva alla ricostruzione di parti di verità. Per evitare di far calare la tensione, però, Marco Risi introduce delle accelerazioni improvvise e inaspettate basate non sull’azione ma su concatenazioni, dettagli o dialoghi che costringono lo spettatore a un salto di qualità nella sua scoperta della verità. È il caso, per esempio, dell’inquadratura breve ma non distratta del blocco per appunti di Rocco su cui figurano in ordine le parole: corpi a pezzi, missile, aereo tirato giù. Vale più di una lunga sequenza di spiegazioni. Allo stesso modo ci vuole poco a far cadere l’ipotesi che l’aereo caduto fosse una sorta di ferrovecchio volante. Anche in quel caso non ci sono lunghi dialoghi, ma basta un commento, lapidario, di un pilota («Io l’ho portato un sacco di volte, anche due giorni fa. Era vecchio, ma andava benissimo») a sgonfiare la bufala.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
stefano73
|
mercoledì 25 marzo 2015
|
incessantemente senza colpevoli
|
|
|
|
Film "il muro di gomma"(Ita-1991). Dalla tragedia aerea di Ustica del 1980 il giornalista Rocco Ferrante inizia una incessante e testarda ricerca della verità che per 10 lunghi anni si scontrano contro omertà e mistero. Capolavoro di Marco Risi. Inno al giornalismo vero e alla ricerca della verità in nome della giustizia contro le istituzioni. Colonna sonora e attori perfetti. Girato in modo dettagliato e millimetrico. In Italia esiste la verità?
|
|
[+] lascia un commento a stefano73 »
[ - ] lascia un commento a stefano73 »
|
|
d'accordo? |
|
|