“Un incendio visto da lontano” è un film altamente educativo, quasi iconico sul conflitto tra culture ancestrali e modernità. È in buona parte un film-documentario sulla vita di una piccola tribù dell'Africa occidentale, in cui si apprezza soprattutto il legame indissolubile con l'ambiente naturale.
Nella seconda parte vediamo tutto ciò che verrà a incrinare, e poi a distruggere, questo idillio primigenio da Eden equatoriale. La scena più straziante è quella in cui il povero pastore accompagna l'asino in cerca di una nuova sistemazione, dopo che il suo accampamento è stato disboscato e distrutto.
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“Un incendio visto da lontano” è un film altamente educativo, quasi iconico sul conflitto tra culture ancestrali e modernità. È in buona parte un film-documentario sulla vita di una piccola tribù dell'Africa occidentale, in cui si apprezza soprattutto il legame indissolubile con l'ambiente naturale.
Nella seconda parte vediamo tutto ciò che verrà a incrinare, e poi a distruggere, questo idillio primigenio da Eden equatoriale. La scena più straziante è quella in cui il povero pastore accompagna l'asino in cerca di una nuova sistemazione, dopo che il suo accampamento è stato disboscato e distrutto. Egli si vede di volta in volta costretto a fermarsi a check-in militari e a vestirsi con giacca pantalone e copricapo a causa del nuovo fanatismo religioso, che si accompagna a quello politico ed economico nella società “progredita”.
Non condivido la recensione fatta dai recensori del sito, in quanto “l'uomo bianco” è solo una figura marginale nella vicenda descritta egregiamente da Yosseliani.
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