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blackshadow84
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lunedì 21 marzo 2011
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più umano degli umani
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Nonostante le difficoltà iniziali nella produzione del film, Paul Verhoeven (l'unico regista ad aver accettato di girare Robocop) ci ha regalato una delle pietre miliari della science fiction degli anni '80, destinata a diventare un classico negli anni. Il film non narra solamente le vicende di un cyborg paladino della legge (la trama del film è ben nota), unica risorsa per combattere la criminalità e la corruzione di un'ipotetica Detroit del futuro, ma descrive la società americana di quegli anni in chiave futuristica con un' ironia, che pervade la pellicola dalla prima inquadratura. I dirigenti della OCP ricordano il tipico "uomo della borsa" disposto a tutto per ottenere il successo agognato.
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Nonostante le difficoltà iniziali nella produzione del film, Paul Verhoeven (l'unico regista ad aver accettato di girare Robocop) ci ha regalato una delle pietre miliari della science fiction degli anni '80, destinata a diventare un classico negli anni. Il film non narra solamente le vicende di un cyborg paladino della legge (la trama del film è ben nota), unica risorsa per combattere la criminalità e la corruzione di un'ipotetica Detroit del futuro, ma descrive la società americana di quegli anni in chiave futuristica con un' ironia, che pervade la pellicola dalla prima inquadratura. I dirigenti della OCP ricordano il tipico "uomo della borsa" disposto a tutto per ottenere il successo agognato. Le varie scene apocalittiche che vengono offerte dai telegiornali riflettono la paura di una involuzione della cultura e di un uso bellico della tecnologia e del progresso. Anche le tante scene violente vengono descritte con toni che talvolta rasentano la comicità (ad esempio la sequenza del salvataggio dallo stupro o perfino la morte stessa dell'agente Murphy). All'interno di queste descrizioni ironiche della società, si sviluppa la storia di Alex Murphy, agente di polizia, prima uomo poi anche macchina. Se inizialmente il cyborg Robocop viene presentato nella sua lotta alla criminalità solamente quasi fosse semplicemente un automa, successivamente acquista una sempre maggiore umanità, tanto da renderlo "più umano degli umani". E chi nella scena finale non ha sperato che alla domanda del vecchio, rispondesse "Murphy"? Quasi fosse il termine del suo processo di "nuova" umanizzazione. Degna di nota l'interpretazione di Peter Weller costretto a recitare dentro un costume che impediva movimenti fluidi e che l'ha costretto a un durissimo allenamento. Robocop è un cult del genere ed è e sarà fonte di ispirazione. Un film che non stanca mai.
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barmario
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giovedì 10 dicembre 2009
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a metà tra il fantascientifico e il poliziesco
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Film a metà strada tra il fantascientifico e il poliziesco, per adolescenti. La storia è di una certa creatività, che lascia spazio anche ad un pò di sani sentimenti. Ottimi anche gli effetti speciali. Eccessiva però la violenza.
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gianly
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mercoledì 23 settembre 2009
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il cyborg con un cuore
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Un altro film simbolo della Fantascienza e non solo degli anni 80, se tre anni prima era stato presentato al pubblico la figura del cyborg sterminatore(The Terminator"), ecco contrapporsi "Robocop", il tutore della legge e difensori dei più deboli. L'ambientazione ci porta in un futuro imprecisato dove il crimine ha preso il sopravvento, in un contesto veramente terrificante, non tanto per come viene presentato dal di fuori questo futuro, ma per le sensazioni che trasmette dai rapporti tra le persone, per le reazioni. Ormai non c'è più una morale, non c'è più il rispetto per la vità umana, quello che conta è la ricchezza e il successo, a discapito di tutto il resto, e questo si manifesta chiaramente nelle istituzioni, nei mass-media, e in chi dovrebbe far rispettare la legge.
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Un altro film simbolo della Fantascienza e non solo degli anni 80, se tre anni prima era stato presentato al pubblico la figura del cyborg sterminatore(The Terminator"), ecco contrapporsi "Robocop", il tutore della legge e difensori dei più deboli. L'ambientazione ci porta in un futuro imprecisato dove il crimine ha preso il sopravvento, in un contesto veramente terrificante, non tanto per come viene presentato dal di fuori questo futuro, ma per le sensazioni che trasmette dai rapporti tra le persone, per le reazioni. Ormai non c'è più una morale, non c'è più il rispetto per la vità umana, quello che conta è la ricchezza e il successo, a discapito di tutto il resto, e questo si manifesta chiaramente nelle istituzioni, nei mass-media, e in chi dovrebbe far rispettare la legge. In questo contesto ecco emergere la figura di Alex Murphy, forse l'unico che sembra essere estraneo a questo mondo, un padre di famiglia con dei principi("le figure modello sono importanti per un ragazzo")ed è qui che il personaggio di "Robocop", anche se non ancora tale, inizia a prendere corpo e ad avere un certo spessore. La storia è avvincente e ricca di azione, ci sono scene davvero spettacolari e adrenaliniche, è proprio questo uno dei punti di forza, è un film che si guarda tutto d'un fiato, senza pause e molto ben realizzato nei dettagli, c'è molta cattivera e ferocia nel film ma c'è anche modo di riflettere e di analizzare il lato più umano.Ottimo il cast, da Peter Weller a Nancy Allen, che interpreta l'agente che assiste alla morte del collega e che sarà l'unica con cui "Robocop" troverà collaborazione, quando di fatto è solo contro tutti. Anche Kurtwood Smith è azzeccattissimo nel ruolo del criminale, con quell'aria tra il folle e l'intellettuale che gli da una caratterizzazione impeccabile. Mi è rimasta impressa una frase detta da Zemeckis "non amo fare film sul futuro perchè comunque lo immagini alla fine sbaglierai sempre", nulla di più vero ma nel caso di "Robocop" credo che sia stato positivo il fatto di non collocarlo cronologicamente in qualche periodo preciso del futuro ma di lasciare spazio all'interpretazione, questo gli da anche quell'aria di film senza tempo, nonostante abbia più di 20 anni sembra sempre un film all'avanguardia e moderno. "vivo o morto tu verrai con me!"
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cristiano
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mercoledì 10 giugno 2009
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la distruzione di un uomo
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Dall'intestazione che ho rilasciato,la mia opinione riguardante questo film possiede diverse chiavi di lettura:la prima,quella più semplice,è la creazione di un modello eroico costituito da un processo meccanico,che seppure con un metodo non proprio "leale",spiana la strada alla figura di tipo caartonesca,quasi supereroica di Robocop(alias Alex Murphy).La seconda l'analizzazione,della società di Detroit,definita grezza e turpe.La terza che a mio avviso suscita e stimola il pensiero dello spettatore,è la violenza psicologica(nonchè fisica)subita da un agente di polizia,tramutato a sua insaputa in un cyborg.Il regista Paul Veroheven ha unito fantascienza a pessimismo,rispettando in parte le leggi della robotica di Aasimov, e coprendo di marciume una pellicola che era destinata a un pubblico cultore del futurismo e della tecnologia.
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Dall'intestazione che ho rilasciato,la mia opinione riguardante questo film possiede diverse chiavi di lettura:la prima,quella più semplice,è la creazione di un modello eroico costituito da un processo meccanico,che seppure con un metodo non proprio "leale",spiana la strada alla figura di tipo caartonesca,quasi supereroica di Robocop(alias Alex Murphy).La seconda l'analizzazione,della società di Detroit,definita grezza e turpe.La terza che a mio avviso suscita e stimola il pensiero dello spettatore,è la violenza psicologica(nonchè fisica)subita da un agente di polizia,tramutato a sua insaputa in un cyborg.Il regista Paul Veroheven ha unito fantascienza a pessimismo,rispettando in parte le leggi della robotica di Aasimov, e coprendo di marciume una pellicola che era destinata a un pubblico cultore del futurismo e della tecnologia.Ma Robocop è drammatico:è questo il punto cruciale,la macchina non sostituirà mai l'uomo,l'agente di polizia mutilato.Che essendo parzialmente "umano",prova dei sentimenti,di tenerezza(memorabile la scena in cui la sua nuova mano al titanio accartoccia la foto che lo ritrae nella sua vita precedente con la sua famiglia)di vendetta,di rinuncia(la consapevolezza di essere,nonostante tutto,solamente una macchina)di riunirsi alla moglie e al figlio che non lo riconoscerebbero più e la consapevolezza,di non possedere più una vita.Ragazzi,questo film semplicemente spezza il cuore.Per davvero.
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raskolnikov
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giovedì 5 marzo 2009
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brutte notizie dagli usa
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Diseducativo, ridicolo, prevedibile, ha segnato (purtroppo) l'infanzia dei giovani cresciuti negli anni 90, grazie a numerosi passaggi televisivi. Verhoeven si conferma un regista furbo che sa come far scalpore, con sanguinamenti, crivellazioni, stereotipi su tutti e tutto (omosessuali, polizia, potere, pubblicità, amore, ecc.), tanta violenza e inutile volgarità.
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beppe
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lunedì 22 dicembre 2008
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4/5
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gli do' 5 x quelli che gli hanno messo 1
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-=enghel=-
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domenica 23 novembre 2008
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il futuro predetto dal passato!
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Murphy non è morto vittima delle pallottole, è vivo, viaggia nella sua mente cercando il suo passato fatto di carne e ossa.
Compie il suo dovere e vive unicamente per questo. E' un Cyborg fatto di metallo, ma spinto da sensazioni umane, il film lo vede protagonista in un viaggio alla ricerca della sua umanita perduta. E' molto interessante osservare con quale facilità futuristica si passa dall'individuo umano, all'incrocio tecnologico, cibernetico, e per essere un film degli anni novanta è molto all'avanguardia!
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nick distefano
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giovedì 30 ottobre 2008
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fate capire...
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Fatemi capire il perchè dovrebbe essere un film pessimo... Gli effetti speciali sono i migliori per il tempo che fu, la regia è davvero ottima, una sceneggiatura fantascientifica che però riesce a mantenersi sui limiti del credibile-immaginabile, senza andare sull'assurdo completo. E' un film interessante che intrattiene bene. Se questo non è un buon film fantascientifico allora quale lo è? Star Trek: L'ira di Khan? Ma fatemi il piacere, se non vi piace la fantascienza non commentate robocop perchè perdete la causa ancor prima di averla cominciata.
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