Il pranzo di Babette |
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Un film di Gabriel Axel.
Con Bibi Andersson, Stéphane Audran, Jarl Kulle, Lisbeth Movin, Bendt Rothe.
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Titolo originale Babettes gaestebud.
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 103 min.
- Danimarca 1987.
MYMONETRO
Il pranzo di Babette
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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il cosmo in un filmdi francesco zennaroFeedback: 0 |
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martedì 16 ottobre 2007 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La grandezza del film sta nel "Far pensare" lo spettatore. Pensare alla ricchezza del genere umano, che non è data dal denaro o dai possedimenti materiali, bensì da ciò che l'Uomo coltiva dentro di sè. Al termine del film, felice di aver speso tutto ciò che di materiale possedeva pur di liberare la propria passione creativa almeno un'ultima volta, la Chef Babette pronuncia la celebre frase "Un artista non è mai povero". Pensare alla grandezza dell'umiltà, intimamente legata a Babette. Dote rara e preziosa. Babette apprende da chi ne sa molto meno di lei, senza ostentare la propria grandezza ma, al contrario, tacendola. Pensare al piacere che, nella sua forma migliore, va accolto come un dono divino. L'Amore (di una delle figlie del Decano innamorata), l'Arte (nel film rappresentata dal canto dell'altra figlia, sulle note del Don Giovanni di Mozart), il Cibo (inteso come piacere fisico ma anche come espressione artistica), passano da volgari fonti di peccato condannate da improbabili dottrine religiose (impersonate dal Decano), a piaceri donati all'Uomo per contemplare la bellezza del cosmo. Pensare anche al Principio Antropico,il quale sostiene che l'Universo è in grado di contemplare se stesso. E così anche l'arte di Babette esiste e si concretizza solo nel momento in cui c'è qualcuno in grado di apprezzarla. Le varie pietanze e i relativi vini (la Natura da contemplare) vengono magistralmente apprezzate e spiegate agli altri commensali dal Generale dell'esercito (quella parte del Genere Umano che contempla e apprezza). La figura del Generale è - come si vede - una figura chiave. Necessaria affinchè un Universo altrimenti inconsapevole di se stesso, diventi autocosciente. Pensare a Babette che comunica con il Generale, attraverso un mezzo fisico (il cibo) e che, in questo gioco amoroso a distanza tra i due (che mai si sono visti, nè mai si vedranno) a goderne i vantaggi sono anche gli altri commensali, tra i quali torna a regnare la pace e la fratellanza. Pensare alla conclusione del film, quando tutti se ne tornano a casa più ricchi (dentro), dopo aver ringraziato le padrone di casa (che non hanno merito alcuno se non l'ospitalità). Ma nessuno (conclusione magistrale!), nemmeno il Generale, si degna (prima di uscire) di conoscere/salutare/ringraziare la divina Babette. Nulla di nuovo sotto il sole. Pensare a quanti godono del Creato (il cibo di Babette) senza ringraziare Dio (Babette)
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