numenoreano
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giovedì 1 dicembre 2011
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la passione di nausicaa
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Un'umanità miracolosamente sopravvissuta al disastro atomico persiste sconsideratamente in propositi di guerra per accaparrarsi gli ultimi scogli incontaminati di quel Mar Marcio che è diventata la terraferma, rigurgito radioattivo e nocivo del vecchio pianeta pre-nucleare. In questo contesto Nausicaa tenterà di salvare il suo immacolato principato cercando la pace tra i figli di quel tempo radiogeno: umanità violenta e natura furiosa.
Secondo il regista nessuno si preoccupa del futuro se non i ragazzi i quali, nella persona di Nausicaa, sono gli unici ad interessarsi allo studio della natura con occhi non velati dall'odio. Per questo motivo la principessa, metaforicamente, viene ritratta come l'unica del suo tempo che riesce a comunicare con la flora e la fauna parlando la loro stessa lingua, mentre invece gli stolti adulti sono troppo impegnati nella ricerca delle stesse armi di distruzione che ridussero all'apocalisse il mondo.
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Un'umanità miracolosamente sopravvissuta al disastro atomico persiste sconsideratamente in propositi di guerra per accaparrarsi gli ultimi scogli incontaminati di quel Mar Marcio che è diventata la terraferma, rigurgito radioattivo e nocivo del vecchio pianeta pre-nucleare. In questo contesto Nausicaa tenterà di salvare il suo immacolato principato cercando la pace tra i figli di quel tempo radiogeno: umanità violenta e natura furiosa.
Secondo il regista nessuno si preoccupa del futuro se non i ragazzi i quali, nella persona di Nausicaa, sono gli unici ad interessarsi allo studio della natura con occhi non velati dall'odio. Per questo motivo la principessa, metaforicamente, viene ritratta come l'unica del suo tempo che riesce a comunicare con la flora e la fauna parlando la loro stessa lingua, mentre invece gli stolti adulti sono troppo impegnati nella ricerca delle stesse armi di distruzione che ridussero all'apocalisse il mondo.
La verietà di significati regala alle opere di Miyazaki molteplici livelli di lettura e le innalza dalle dissacranti similitudini che gli vengono additate dal mondo occidentale regolato su un'unica tipologia di animazione ("Il Walt Disney giapponese"). Nei lungometraggi Ghibli non c'è mero svago, ed i più piccoli sono accompagnati verso le sue meravigliose storie solo attraverso un processo quasi didattico, che prova a suggerire un grado di coscienza alternativo a quello della civiltà post-industriale.
Inevitabili i paragoni con "La principessa Mononoke" dove l'autore racconta i perchè umanità e natura, in un tempo in cui ancora si capivano (stessa lingua), possano aver dato luogo a quella impenetrabile foresta dalle esalazioni velenose chiamata qui Mar Marcio.
Il finale, con la natura che si ri-impossessa dei suoi spazi, cela dietro una facciata retorica l'ennesimo ulteriore significato: le regole del mondo ci tengono a ricordare all'uomo come egli sia soltanto di passaggio mentre esse permangono. Lui può soltanto precludere a se stesso la natura e quindi i suoi stessi spazi. Come succede all'uomo del tempo di Nausicaa il quale, con le armi atomiche, ha ottenuto soltanto una natura modificata e furiosa ma ancora piena di vita - vedi i vermoni stile Dune di David Lynch. Una natura che, con i suoi veleni, non lo accetta più.
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[+] film d’animazione che ci riconcilia col mondo
(di antonio montefalcone)
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laurence316
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martedì 8 luglio 2014
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nauiscaa: ecco il futuro del mondo
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A 5 anni da quel Lupin Il castello di Cagliostro (1979) che introdusse Miyazaki alla regia dopo anni e anni di gavetta con una storia divertente e leggera, ecco arrivare Nausicaa della valle del vento, quel che si potrebbe definire il prototipo di quello che sarà poi la gran parte della filmografia del regista, quello che introduce molti dei temi a lui cari, che verranno ripercorsi, anche in modo migliore, in futuro. E' anche il prototipo dello Studio Ghibli che sarà fondato solo l'anno dopo ma di cui viene idealmente indicato come il primo film, il primo grande successo di Miyazaki (solo in Giappone, ovviamente) che qui, più che nel precedente Lupin, ha la possibilità di sbizzarirsi dando sfogo alla sua incredibile creatività, ad una fantasia smisurata che però è anche forte e decisa critica a quel che è la società moderna a quello che potrebbe succedere se continueremo di questo passo, alla fine che farà l'umanità se non impara a convivere e apprezzare le piccole meraviglie della natura, ma anche la sua grandezza.
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A 5 anni da quel Lupin Il castello di Cagliostro (1979) che introdusse Miyazaki alla regia dopo anni e anni di gavetta con una storia divertente e leggera, ecco arrivare Nausicaa della valle del vento, quel che si potrebbe definire il prototipo di quello che sarà poi la gran parte della filmografia del regista, quello che introduce molti dei temi a lui cari, che verranno ripercorsi, anche in modo migliore, in futuro. E' anche il prototipo dello Studio Ghibli che sarà fondato solo l'anno dopo ma di cui viene idealmente indicato come il primo film, il primo grande successo di Miyazaki (solo in Giappone, ovviamente) che qui, più che nel precedente Lupin, ha la possibilità di sbizzarirsi dando sfogo alla sua incredibile creatività, ad una fantasia smisurata che però è anche forte e decisa critica a quel che è la società moderna a quello che potrebbe succedere se continueremo di questo passo, alla fine che farà l'umanità se non impara a convivere e apprezzare le piccole meraviglie della natura, ma anche la sua grandezza. La giungla tossica è la perfetta, sintetica metafora dell'inquinamento che avanza, da cui non si può ormai più tornare indietro e che un giorno, inevitabilmente, ricoprirà definitivamente il pianeta. E' il 1°, grandissimo film di quello che diventerà il più grande regista dell'animazione giapponese e uno dei più grandi al mondo. Realizzato quando il manga dello stesso Miyazaki da cui è tratto era ancora bel lontano dalla conclusione, è un film per ovvie ragioni molto più sintetico e, in un certo senso, anche inferiore rispetto alla storia stampata, ma quello che non si può assolutamente respingere è la potenza visiva (visionaria) degli sfondi e dell'animazione, figurativamente ancora più eccezionale di successivi film come La Principessa Mononoke o La città incantata se si vuole, soprattutto considerando che è stato prodotto nel 1984! Segna anche l'inizio di una delle più importanti collaborazioni fra regista e compositore, quella fra Miyazaki e Joe Hisaishi che da questo film in poi comporrà le musiche per tutti i suoi film e per la gran parte dei film dello Studio Ghibli. Grandioso, fantastico e visivamente strabiliante segna l'inizio di quello che è stato il ventennio d'oro (e forse trentennio che continueranno a produrre capolavori di questo passo) per l'animazione giapponese, che continuerà con le successive produzioni di Miyazaki, ma anche con i fondamentali Akira, Ghost in the Shell, Paprika, tutti grandi capolavori di genere e tutti puntualmente saccheggiati dal cinema americano (vedi Matrix o Inception). L'unica nota negativa non è dovuta al film in sé ma al tremendo, quanto usuale, doppiaggio (televisivo) italiano, che stravolge la logica narrativa e gran parte dei dialoghi, il tutto perché negli anni '80 (ma purtroppo ancora oggi) l'animazione, ma la cinematografia giapponese e orientale in genere, non è minimamente tenuta da conto da quella occidentale, cosa che ha portato alla mancata distribuzione nelle sale italiane di questo primo, autentico capolavoro del Maestro. E' una cosa assolutamente da rimediare. Spero in una futura distribuzione da parte della fondamentale Lucky Red che anche se porterà il film nelle sale a oltre 30 anni dall'uscita originale nipponica farà comunque un GRANDISSIMO favore a me ma spero anche a molti altri, facendo sì che si possa godere della grandezza di Nausicaa anche al cinema. Questo è un appello accorato: VI PREGO, DISTRIBUITELO!
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krima
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mercoledì 7 ottobre 2015
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nausicaa, la messia fanciulla
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Un film capolavoro per qualità e trattazione d'avanguardia di tematiche ecologiche e filosofiche dell'epoca in cui è stato ideato.
È un film in cui protagonista non si svela, rivelandosi... indica piuttosto una via, terrena e spirituale, il cui punto di arrivpere all'umanità naufraga l'Itaca ignota a cui anela. E inizia un viaggio in eterno divenire che prosegue dentro e fuori dalla pellicola, tra le nuvole parlanti e gli abissi della percezione di chi ne subisce il fascino.
Un raro esempio di mistica delicata e umanista sul grande schermo: complice la superlativa colonna sonora, che la sottolinea.
Peccato il nuovo adattamento farraginoso in un italiano quasi maccheronico, che non va a compensare le banalità della prima versione.
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Un film capolavoro per qualità e trattazione d'avanguardia di tematiche ecologiche e filosofiche dell'epoca in cui è stato ideato.
È un film in cui protagonista non si svela, rivelandosi... indica piuttosto una via, terrena e spirituale, il cui punto di arrivpere all'umanità naufraga l'Itaca ignota a cui anela. E inizia un viaggio in eterno divenire che prosegue dentro e fuori dalla pellicola, tra le nuvole parlanti e gli abissi della percezione di chi ne subisce il fascino.
Un raro esempio di mistica delicata e umanista sul grande schermo: complice la superlativa colonna sonora, che la sottolinea.
Peccato il nuovo adattamento farraginoso in un italiano quasi maccheronico, che non va a compensare le banalità della prima versione... ma non perdetevelo. Vi cambierà: se non la vita, il modo di concepire l'animazione.
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giorpost
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giovedì 7 aprile 2016
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il mondo diverso di mijazaki è apocalittica poesia
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Mille anni dopo la guerra termonucleare che ha sconvolto il mondo nel giro di 7 giorni, sparuti gruppi di uomini, discendenti dei pochi sopravvissuti alla catastrofe, sopravvivono grazie agli scarsi raccolti di una Madre Terra ormai quasi interamente malata. Isolata da Tolmechia e Pejite, i due unici blocchi geopolitici formatisi a seguito dell'Apocalisse, la Valle del Vento è una piccola oasi tra le montagne, attraversata da venti che la riparano dalle le spore infette del Mar Marcio ed abitata da una pacifica comunità, all'interno della quale muove le sue gesta Nausicaa, giovanissima donna emancipata e determinata, principessa e futura leader del piccolo enclave, che dedica gran parte del suo tempo allo studio di tutto quello che la circonda.
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Mille anni dopo la guerra termonucleare che ha sconvolto il mondo nel giro di 7 giorni, sparuti gruppi di uomini, discendenti dei pochi sopravvissuti alla catastrofe, sopravvivono grazie agli scarsi raccolti di una Madre Terra ormai quasi interamente malata. Isolata da Tolmechia e Pejite, i due unici blocchi geopolitici formatisi a seguito dell'Apocalisse, la Valle del Vento è una piccola oasi tra le montagne, attraversata da venti che la riparano dalle le spore infette del Mar Marcio ed abitata da una pacifica comunità, all'interno della quale muove le sue gesta Nausicaa, giovanissima donna emancipata e determinata, principessa e futura leader del piccolo enclave, che dedica gran parte del suo tempo allo studio di tutto quello che la circonda. Con l'aiuto del suo fedele aliante motorizzato (retaggio di passate tecnologie) e di una mascherina che la protegge dall'aria tossica, Nausicaa cerca in ogni modo di approfondire e comprendere una natura apparentemente ostile (e difesa ad oltranza da mostruosi e giganteschi insetti), sostenuta da una fervente ed incrollabile passione verso essa. Un giorno, nella quiete della Valle, fa la sua comparsa un enorme velivolo in avaria che, dopo un tentativo rovinoso di atterraggio, finisce per schiantarsi al suolo; nella conseguente esplosione muoiono decine di prigionieri di Pejite, mentre un misterioso oggetto organico, dalle ragguardevoli dimensioni, sopravvive all'incidente. A breve distanza di tempo arrivano in soccorso altre navi volanti con a bordo plotoni dell'Impero di Tolmechia, capitanato dalla tirannica Kushana; le intenzioni dell'esercito sono tutt'altro che amichevoli tant'è che oltre al recupero del prezioso carico (in realtà un cuore artificiale di enormi automi, detti Guerrieri Titani) la principessa ordina, tramite il luogotenente Kurotowa, di fare quanti più prigionieri possibile, non prima di decretare l'esecuzione del sovrano della Valle, Jihl, padre di Nausicaa. Nel volo verso Tolmechia, però, altrettanto rapidamente diverrà sostanza la vendetta, organizzata dalla giovane ribelle (anch'ella aggregata al gruppo), che causerà la distruzione di quasi tutta la flotta nonché svariate perdite tra i soldati nemici. Ma non è tutto: lungo la traversata verso est, Nausicaa, dopo aver recuperato il suo Mowe, avrà un inatteso incontro-scontro con un giovane pilota solitario, Asbel, erede di una nobile famiglia del Regno di Pejite, anch'egli desideroso di misurarsi a cospetto dei tolmechiani.I due, però, precipitano maldestramente proprio nella pericolosissima Giungla Tossica, sprofondando sotto di essa ed avendo, tuttavia, una inaspettata quanto irripetibile occasione per capire realmente in che modo funziona la natura e come si è evoluta per difendersi dal più dannoso degli esseri viventi: l'uomo.
Sia chiaro, non a tutti piacciono i manga, non tutti apprezzano i film d'animazione, ma chi vi scrive vi consiglia vivamente di cominciare ad approfondire questa branchia del Cinema, non fosse altro che per il gusto di scoprire qualcosa di diverso. Che poi diverso non è in quanto proprio nell'opera di Miyazaki, e dello studio Ghibli da lui fondato dopo questa pellicola, le differenze rispetto alla celluloide in carne ossa non sono cosi accentuate. E vi spiego il perché. Certamente gli appassionati d'arte nipponica e, più nello specifico, di Cinema del Sol Levante, sapranno che la principale passione del cineasta di Tokyo è il vento, in tutte le sue più svariate sfaccettature. Ebbene nei suoi film Hajao utilizza tecniche sofisticate ed inimitabili che ci rappresentano l'ondulazione dei capelli o il fruscio delle foglie degli alberi in un modo che risulta più vero ed emozionante della realtà; in molte delle sue magnifiche sequenze si crea una magia particolare che provoca meraviglia, portando lo spettatore quasi in uno stato di transizione, durante il quale si resta rapiti dalle immagini prima ancora che dalla storia.
Con Nausicaa della Valle del Vento (J, 1984), suo secondo lungometraggio, Miyazaki è ancora acerbo in certe sfumature e in taluni tratti, ma la matita è già maneggiata con maestria e le tecniche (che poi avranno uno sviluppo ancor più straordinario) sono all'avanguardia ancora oggi. Il linguaggio utilizzato, inoltre, risulta asciutto e morbido, ricordando quasi il Nasdat di Anthony Burgess per la sua eleganza fatta di terminologie inusuali o inventate.
Lo sguardo di Mijazaki sarà pure, per alcuni, filo-ambientalista (e non certo per partito preso), ma la sua personale raffigurazione di un mondo post-apocalittico può avere crismi di forte plausibilità: i tarli giganti (Ohmu in originale) e le spore della Giungla Tossica, ad esempio, vanno semplicemente visti come evoluzione darwiniana in un quadro di autodifesa della natura, già sconvolta dagli esseri umani che ora vuole tenere, con giusta ragione, a distanza di sicurezza; le specie del passato sono tutte estinte e, dunque, può avere una certa valenza anche l'immaginare un futuro abitato da insetti dalle fattezze “dinosauresche”. Il finale super spettacolare e onirico (oltre che frutto di una leggendaria profezia) non scalfisce, nonostante l'esagerazione visiva, la bellezza di un'avventura affascinante e struggente, figlia della follia che quotidianamente viene perpetrata, nel presente, verso quella natura che ci ha creati e verso la quale non riusciamo a nutrire la dovuta riconoscenza. Noi non potremmo certo usufruire di un aliante come Nausicaa, ma decollare con la mente e viaggiare con la fantasia senz'altro, e questo grazie al genio visionario di un grande artista che risponde al nome di Hajao Mijazaki.
Voto: 9
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