Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino |
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Un film di Uli Edel.
Con Natja Brunckhorst, Thomas Haustein, Jens Kuphal, David Bowie.
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Titolo originale Christiane F. wir Kinder von Bahnhof Zoo.
Drammatico,
durata 138 min.
- Germania 1981.
- VM 14 -
MYMONETRO
Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino
valutazione media:
3,49
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Discreta resa del libro scandalodi DodoFeedback: 0 |
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lunedì 28 maggio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film è tratto da un "racconto confessione" che fece molto clamore all'epoca. E' la storia di una ragazzina di quattordici anni che piomba nel tunnel della tossicodipendenza. Il regista riesce a mediare bene gli eventi, in modo che risultino "veri". Tuttavia c'è qualche pecca non indifferente, sempre addebitabile alla regia che talvolta non lascia apprezzare il film in tutta la sua interezza, causando qualche perplessità. Ad esempio il regista mostra scarsa conoscenza degli effetti delle droghe, che sembrano tutte creare gli stessi sintomi immediati (di assopimento), mentre non è così. Non bisogna essere consumatori di droghe per sapere che gli effetti provocati da consumo di cocaina portano "galvanizzazione" ed euforia, quelli conseguenti all'assunzione di eroina provocano distaccamento totale dalla realtà. Non è un passaggio superfluo, perchè intanto un regista deve conoscere i fenomeni che descrive (soprattutto se così risaputi) inoltre rende malissimo il passaggio da una sostanza stupefacente ad un altra. Elemento riscontrabile anche per chi ha letto il libro dal quale è tratto il film. In ogni caso la "resa" della regia presenta anche altri difetti: non vengono minimamente delineati i rapporti familiari, o meglio la causa del "vuoto" affettivo che porta la ragazza adolescente a stare sempre fuori casa facendo una vita quasi da viandante. Il film è anche eccessivamente lungo, e tendente alla monotonia, sempre con le stesse battute che si rifanno allo "smettiamo", "non ce la faccio, mi serve una dose", e il perbenistico quanto poco realistico "non iniziare, pensiamo tutti che è facile smettere e non è così". La regia (Ulrich Edel) è comunque abile a sottolineare le cause psicologiche che sottostanno all'escalation "malata" della teen ager. Christiane è una ragazza sola, che si innamora di una ragazzo ed è spinta, per via della sua attrazione verso di lui, ad emulare ogni suo comportamento, anche quelli più degradati come masturbare le persone per procurarsi i soldi per una dose. Tirando le somme il film non è mediocre, ma neanche troppo buono. E' un discreto film, da guardare senza eccessive pretese.
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