filippo catani
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sabato 19 gennaio 2013
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un padre distrutto
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Roma. Un piccolo funzionario del ministero cerca di ottenere un aiuto per fare entrare il figlio appena diplomato in ragioneria. Ottenute le tracce del concorso, l'uomo accompagna il figlio che rimane però ucciso nel corso di una rapina.
Amarissimo ritratto di Monicelli lontano anni luce dalla leggerezza di altre pellicole come Brancaleone. Il film non solo intende indagare sul fenomeno costante della raccomandazione in Italia (fortissimo il ritratto del dirigente che si sforfora in ufficio). In questo caso a chiedere è un piccolo funzionario per il suo figlio non particolarmente sveglio. L'uomo però è assolutamente felice e orgoglioso della sua famiglia e del suo lavoro e per questo rimarrà strtolato dagli eventi una volta morto il figlio e con la moglie gravemente inferma.
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Roma. Un piccolo funzionario del ministero cerca di ottenere un aiuto per fare entrare il figlio appena diplomato in ragioneria. Ottenute le tracce del concorso, l'uomo accompagna il figlio che rimane però ucciso nel corso di una rapina.
Amarissimo ritratto di Monicelli lontano anni luce dalla leggerezza di altre pellicole come Brancaleone. Il film non solo intende indagare sul fenomeno costante della raccomandazione in Italia (fortissimo il ritratto del dirigente che si sforfora in ufficio). In questo caso a chiedere è un piccolo funzionario per il suo figlio non particolarmente sveglio. L'uomo però è assolutamente felice e orgoglioso della sua famiglia e del suo lavoro e per questo rimarrà strtolato dagli eventi una volta morto il figlio e con la moglie gravemente inferma. Solo la vendetta potrà (forse) ridare un senso alla sua esistenza. Splendida interpretazione di Sordi che rivela in questo film la sua grande duttilità di attore in quanto in questa pellicola è chiamato ad un ruolo estremamente drammatico. Un film triste e cupo che risente anche del momento storico che attraversa l'Italia e che Monicelli decise di fotografare in questa pellicola.
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luca scial�
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giovedì 19 dicembre 2013
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film sull'ingiustizia della legge e della vita
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Giovanni Vivaldi è un impiegato al Ministero con ormai 30 anni di carriera. Spera di far vincere il concorso al figlio Mario fresco diplomato, al punto di iscriversi alla Massoneria per farlo aiutare all'esame. Ma proprio il giorno del concorso viene ucciso durante una sparatoria tra ladri e polizia. La madre, appresa la tragedia dalla tv, diventa un vegetale dal duro colpo e così Giovanni deve fare i conti anche con il suo stato. Riconosce però chi gli ha ucciso il figlio e così decide di farsi giustizia da solo.
Commedia all'italiana dal crescente e spiazzante risvolto drammatico. Mario Monicelli traspone un romanzo di Vincenzo Cerami per farne una tagliente e amara critica all'Italia di quegli anni, che in fondo, è ancora quella di oggi: la pochezza della giustizia; la Massoneria; il sistema delle raccomandazioni che mette radici ovunque, perfino per un posto al cimitero; l'ipocrisia dei colleghi.
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Giovanni Vivaldi è un impiegato al Ministero con ormai 30 anni di carriera. Spera di far vincere il concorso al figlio Mario fresco diplomato, al punto di iscriversi alla Massoneria per farlo aiutare all'esame. Ma proprio il giorno del concorso viene ucciso durante una sparatoria tra ladri e polizia. La madre, appresa la tragedia dalla tv, diventa un vegetale dal duro colpo e così Giovanni deve fare i conti anche con il suo stato. Riconosce però chi gli ha ucciso il figlio e così decide di farsi giustizia da solo.
Commedia all'italiana dal crescente e spiazzante risvolto drammatico. Mario Monicelli traspone un romanzo di Vincenzo Cerami per farne una tagliente e amara critica all'Italia di quegli anni, che in fondo, è ancora quella di oggi: la pochezza della giustizia; la Massoneria; il sistema delle raccomandazioni che mette radici ovunque, perfino per un posto al cimitero; l'ipocrisia dei colleghi. Uno straordinario Alberto Sordi nei panni dell'italiano medio pronto a togliersi il cappello davanti al superiore, ma che sa prendersi le sue vendette quando serve. Alcune scene sono ad alto impatto, come quella delle bare poste alla rinfusa come fossero oggetti qualunque, o quelle che vedono lo stesso Sordi accudire la moglie ormai resa in uno stato vegetativo, interpretata da una grande Shelley Winters.
Ma non mancano anche scene ironiche, atte a ridicolizzare rituali e caratteristiche della nostra Italia. Del resto solo grandi come Monicelli e Sordi sanno essere drammatici e comici in una stessa pellicola.
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fabio57
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martedì 1 dicembre 2015
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memorabile
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Monicelli è grande e qui si supera regalandoci una vera perla.Film asciutto,gelido,brutale che dipinge la nostra società con tutte le sue contraddizioni e i suoi orrori.Emerge un quadro a tinte fosche,di squallore, meschinità,combutte,corruzione ed infine violenza cieca e vendetta.
Alberto Sordi fu attore così versatile da essere credibile in tutti i ruoli che ha interpretato,anche in questo fortemente drammatico, è straordinario e intenso, come lo fu in Detenuto in attesa di giudizio.
Girato negli anni 70,resta di inquietante attualità.
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giulio andreetta
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martedì 8 settembre 2020
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capolavoro drammatico di monicelli e sordi
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Questo è sicuramente un film di spessore, sia per quel che riguarda la regia e la sceneggiatura, che per la qualità della recitazione. Alberto Sordi offre una delle prove migliori della sua carriera, in un ruolo a lui insolito, abbandonando la sua straordinaria vena comica per assumere i contorni di un personaggio tragico che cerca una vendetta spietata, a seguito dell'uccisione del proprio unico figlio. Ma la verità espressiva e la forza drammatica di Alberto Sordi non costituiscono gli unici pregi di questa pellicola, che come ho già detto si basa su un'idea narrativa - del grande sceneggiatore Vincenzo Cerami - piena di originalità e forza comunicativa.
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Questo è sicuramente un film di spessore, sia per quel che riguarda la regia e la sceneggiatura, che per la qualità della recitazione. Alberto Sordi offre una delle prove migliori della sua carriera, in un ruolo a lui insolito, abbandonando la sua straordinaria vena comica per assumere i contorni di un personaggio tragico che cerca una vendetta spietata, a seguito dell'uccisione del proprio unico figlio. Ma la verità espressiva e la forza drammatica di Alberto Sordi non costituiscono gli unici pregi di questa pellicola, che come ho già detto si basa su un'idea narrativa - del grande sceneggiatore Vincenzo Cerami - piena di originalità e forza comunicativa. La direzione della pellicola è invece affidata a Mario Monicelli, il quale distaccandosi dalla abituale vena comico-satirica, qui affronta un tema nettamente più tragico, quello della violenza nella nostra società. La forza delle emozioni che scaturiscono dalla visione del lungometraggio rimane inalterata ancora oggi, a distanza di oltre quarant'anni. Un film certamente da vedere e da rivedere, che merita di essere annoverato tra i capolavori dell'arte cinematografica italiana e non solo. 5 stelline
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giomo891
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venerdì 16 settembre 2022
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l''ambizione di ''sistemare" un figlio giomo891
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"Un borghese piccolo piccolo" il film più drammatico di Sordi-1977-(anche se qualche risata Albertone ce la strappa).
Un impiegato al ministero ha un figlio ragioniere e una moglie casalinga. C'è un concorso i cui vincitori verranno assunti al ministero, però saranno uno su cinquanta. Allora l'impiegato le prova tutte, arriva persino a farsi massone (scoprendo che quasi tutti i suoi colleghi erano iscritti alla loggia). Pare abbia trovato la strada buona, riuscendo ad avere il titolo del tema del concorso, tramite riti massonici veri , anche se risibili Ma il film assume tutt’altro andamento, molto drammatico ed, addirittura, cruento, quando il giorno dell'esame, il figlio viene ucciso da un rapinatore.
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"Un borghese piccolo piccolo" il film più drammatico di Sordi-1977-(anche se qualche risata Albertone ce la strappa).
Un impiegato al ministero ha un figlio ragioniere e una moglie casalinga. C'è un concorso i cui vincitori verranno assunti al ministero, però saranno uno su cinquanta. Allora l'impiegato le prova tutte, arriva persino a farsi massone (scoprendo che quasi tutti i suoi colleghi erano iscritti alla loggia). Pare abbia trovato la strada buona, riuscendo ad avere il titolo del tema del concorso, tramite riti massonici veri , anche se risibili Ma il film assume tutt’altro andamento, molto drammatico ed, addirittura, cruento, quando il giorno dell'esame, il figlio viene ucciso da un rapinatore. Il padre riesce a trovare l'assassino, lo lega a una sedia con un fil di ferro e lo tortura giorno dopo giorno, finché quello muore, davanti agli occhi della povera moglie di Sordi (una superba Shelley Winters), che nell'apprendere la notizia della morte del figlio dalla televisione, ha subito un ictus che la costringe su una sedia a rotelle. Cerami autore di una sceneggiatura efficace ed attuale e Monicelli, che accentua anche più del necessario la drammaticità degli eventi.
È un film triste e crudele dove la nota abilità di Monicelli nella narrazione fin troppo realistica e cruda arriva a trasfigurare il povero Albertone nel peggiore degli aguzzini, che finisce (rimasto solo senza figlio e moglie), abbandonato dalla società civile, diventa uno spietato giustiziere.
Il film ebbe il consenso della critica, ma non del tutto del pubblico, non abituato a vedere il nostro Albertone nel ruolo di uno spietato vendicatore.
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figliounico
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venerdì 23 agosto 2024
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il posto fisso
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Sordi nel suo secondo film drammatico diretto da Monicelli e tratto dal romanzo esordio di Vincenzo Cerami, dopo la prova de’ La grande guerra del’59 conferma di non essere soltanto un guitto, uno dei quattro mostri sacri della commedia all’italiana, ma un attore a tutto tondo capace di interpretare tutti i generi. Un commedia nera che sintetizza in chiave tragicomica le disavventure di un padre fantozziano, che per sistemare il figlio è disposto a fare qualsiasi cosa, e la satira di costume alla società dell’epoca in cui Monicelli già si era cimentato con Vogliamo i colonnelli del 1973. Il soggetto può essere considerato il capostipite originale del fortunato filone del revenge movie, film prodotti soprattutto oltreoceano con plot molto simili, anche se l’antesignano nobile dei film basati sulla vendetta familiare resta La fontana della vergine di Ingmar Bergman.
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Sordi nel suo secondo film drammatico diretto da Monicelli e tratto dal romanzo esordio di Vincenzo Cerami, dopo la prova de’ La grande guerra del’59 conferma di non essere soltanto un guitto, uno dei quattro mostri sacri della commedia all’italiana, ma un attore a tutto tondo capace di interpretare tutti i generi. Un commedia nera che sintetizza in chiave tragicomica le disavventure di un padre fantozziano, che per sistemare il figlio è disposto a fare qualsiasi cosa, e la satira di costume alla società dell’epoca in cui Monicelli già si era cimentato con Vogliamo i colonnelli del 1973. Il soggetto può essere considerato il capostipite originale del fortunato filone del revenge movie, film prodotti soprattutto oltreoceano con plot molto simili, anche se l’antesignano nobile dei film basati sulla vendetta familiare resta La fontana della vergine di Ingmar Bergman. Nel cast in un ruolo secondario figura uno dei più grandi attori teatrali del novecento, Romolo Valli, in una delle sue ultime apparizioni cinematografiche.
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