ramones
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martedì 26 agosto 2008
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capolavoro urbano
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MIGLIOR FILM DI SEMPRE-QUANTO E' BELLA LA COLONNA SONORA?
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ninomeravilla
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lunedì 11 agosto 2008
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fa vomitare
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Veramente nn capisco come si faccia a dire che questo film sia un capolavoro!!Dopo 20 minuti mi stavo addormentando, e quando il film è finito è stato il momento piu bello della giornata. Veramente schifosissimo con quell'incapace di De Niro e quella nullita di Scorsese alla regia. Hanno fatto bene a nn dargli nessun Oscar, se nn li danno a film strepitosi come "L'allenatore nel pallone" oppure tutti i film di Pierino con il mitico Alvaro Vitali, allora è giustissimo nn darli neanche a film scadenti come questo.
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kobayashi
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giovedì 31 luglio 2008
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assenza di scopi e vuoto esistenziale
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Travis Bickle, reduce dal Vietnam, ci prova ad uscire dal suo stato di emarginazione e di alienazione che lo pervade. Travis Bickle, un asciutto e giovanissimo Robert de Niro, ha 26 anni e non dorme la notte, guarda "i pornofilm", soffre, ma si cerca un lavoro. Dice al reclutatore di tassisti da cui si presenta - : "visto che giro in metropolitana tutta la notte, ho pensato, beh.. almeno lascia che mi faccia pagare". Travis è intelligente, ma assente e perso nel mare magnum della sua vita. Ha bisogno di uno scopo, dice. Il lavoro, primo possibile passo verso una sua normalizzazione va' bene, ma poi incontra una donna, Betsy, e le cose cominciano a girare storte. Lui, come se nulla fosse, ritenendola una cosa normale, porta la giovane e intellettualmente impegnata ragazza in un cinema Hard e, nemmeno a dirlo, viene piantato su due piedi.
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Travis Bickle, reduce dal Vietnam, ci prova ad uscire dal suo stato di emarginazione e di alienazione che lo pervade. Travis Bickle, un asciutto e giovanissimo Robert de Niro, ha 26 anni e non dorme la notte, guarda "i pornofilm", soffre, ma si cerca un lavoro. Dice al reclutatore di tassisti da cui si presenta - : "visto che giro in metropolitana tutta la notte, ho pensato, beh.. almeno lascia che mi faccia pagare". Travis è intelligente, ma assente e perso nel mare magnum della sua vita. Ha bisogno di uno scopo, dice. Il lavoro, primo possibile passo verso una sua normalizzazione va' bene, ma poi incontra una donna, Betsy, e le cose cominciano a girare storte. Lui, come se nulla fosse, ritenendola una cosa normale, porta la giovane e intellettualmente impegnata ragazza in un cinema Hard e, nemmeno a dirlo, viene piantato su due piedi. E' allora la svolta: quella che per il Taxista newyorkese era solo una sensazione di abbandono che strisciava sottopelle diventa un muro visibile di solitudine e di consapevolezza che, qualsiasi mossa per lui "naturale", non può risolvere il sordo disagio che si porta nell'anima. Diavolo, lui ha ha provato, si è trovato un lavoro, stava cercando di avere una ragazza, ma la solitudine lo reinghiotte, questa volta peggio di prima. Lo sguardo del tassista, già allora velato di una sfuggevolezza che è angoscia esistenziale, diventa ancora più cupo. Gli occhi si fanno rossi. Quel "bisogno di uno scopo" lenito dal lavoro e dalla frequentazione ormai finita di Betsy torna a farsi presente. Travis decide, su due piedi, che il suo scopo è di uccidere il candidato alla presidenza Palantine. Compra armi, molte armi, fra cui una 44 Magnum. Si fa paladino della pulizia morale di New York e, lui, in aperta contraddizione con la sua confusione interiore, vorrebbe ergersi a vendicatore delle menzogne di questo mondo. E' la follia. Travis si allena, costruisce marchingegni da guerra, Travis si rade la testa: lo sguardo da sfuggente diventa allucinato. Il vuoto esistenziale lo demolisce nella mente, spingendolo a un passo dall'attentato al futuro possibile Presidente e ad un progetto strampalato di salvataggio di una giovane prostituta minorenne (Jodie Foster) dalle mani di un magnaccia di un quartiere malfamato (Harvey Keitel), che, però, ha successo. La ragazzina torna dai genitori e Travis, ormai completamente matto, ferito durante le operazioni di salvataggio della giovane, viene osannato dai media come un grande salvatore. Si fa ricrescere i capelli e torna sul suo taxi, come se niente fosse. Tutto è inquietante in Taxi Driver, a cominciare dall'accento posto sulla sporcizia del mondo e sull'alienazione dell'uomo comune, l'ansia di darsi uno scopo, l'ansia di arrivare, i problemi che sorgono quando ci si lascia irretire troppo dai lati oscuri della mente e l'esistenza diventa un immenso vuoto in cui tutto è nero e perde di significato. Anche la colonna sonora è un cult, cupa, profonda, come cupa è l'immagine di un taxi sporcato dallo smog, come cupa e sexy è l'immagine di Travis (de Niro) Bickle, che ti catapulta nei tuoi meandri tristi e ti fa ripensare a quando non valevi un cazzo e ce l'avevi con tutti. Un viaggio interiore fra i propri cattivi pensieri presenti e passati. Un capolavoro del cinema difficilmente sintetizzabile a parole.
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depeche
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mercoledì 16 luglio 2008
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il lato oscuro della metropoli
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Un grandissimo capolavoro,sicuramente uno dei migliori film degli anni 70 e il miglior lavoro di scorsese insieme a toro scatenato e a quei bravi ragazzi.Il pubblico non può fare a meno di lasciarsi trasportare dalle atmosfere cupe e soffuse di una New York inquietante come non mai e allo stesso tempo è inevitabile sentirsi coinvolti nella drammatica vicenda personale di Travis Bickle.La sua inadeguatezza,la sua incapacità nel rapportarsi con gli altri,la sua difficoltà a trovare qualcosa con cui poter riempire la propria vita e il progressivo aumentare della sua frustrazione fino alla vera e propria follia sono tematiche profonde,che il grande Robert De Niro riesce a rappresentare in modo straordinario anche solo con uno sguardo,un gesto o poche parole.
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Un grandissimo capolavoro,sicuramente uno dei migliori film degli anni 70 e il miglior lavoro di scorsese insieme a toro scatenato e a quei bravi ragazzi.Il pubblico non può fare a meno di lasciarsi trasportare dalle atmosfere cupe e soffuse di una New York inquietante come non mai e allo stesso tempo è inevitabile sentirsi coinvolti nella drammatica vicenda personale di Travis Bickle.La sua inadeguatezza,la sua incapacità nel rapportarsi con gli altri,la sua difficoltà a trovare qualcosa con cui poter riempire la propria vita e il progressivo aumentare della sua frustrazione fino alla vera e propria follia sono tematiche profonde,che il grande Robert De Niro riesce a rappresentare in modo straordinario anche solo con uno sguardo,un gesto o poche parole. Le(poche in fondo) scene di violenza rimangono impresse negli occhi ma a contare ancor di più a mio parere è il dramma dell'incomunicabilità. Ritengo inoltre che il film meritasse alcuni oscar principali come la regia e de niro..furono però premiati rocky e peter finch del quinto potere..
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luigi71
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domenica 13 luglio 2008
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un grande grande film
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Ho rivisto ieri sera Taxi Driver. E' un film che non invecchia minimamente grazie a una regia strepitosa, a un De Niro eccezionale, a una sceneggiatura ben costruita.
Consiglio a tutti l'edizione Collector pubblicata un paio di anni fa con un documentario di 70 minuti che spiega molti dettagli e particolari della realizzazione del film.
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alain.m.
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venerdì 4 luglio 2008
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insomnia "on the road" a new york
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Banditi i perbenismi che aleggiano ipocriti in molti lungometraggi (ovviamente non firmati da lui), Scorsese dipinge uno spaccato di vita di un reduce del Vietnam. Esaurito e logorato dall'inutile quanto atroce guerra, travis (R.De Niro)in patria è svuotato da ogni sorta di sentimento; l'animo congelato segue solo la via dell'istinto e dei sensi. Fa da sfondo una New York by night che rispecchia il disagio del protagonista. Una New York marcia, corrotta, sporca e gremita di vizi, puttane e cinema a luci rossi. E' proprio nella notte di questa città che travis svolge il suo lavoro come taxista. Alienato completamente dal lavoro, travis guidando il suo taxi sembra uno spettatore che visiona e scruta i palinsesti di ogni quartiere, le varie vicende che si alteranano, sentendosì sempre più afflitto dalla solitudine e dal nichilissmo ma con una gran voglia di riscattare il suo gran vuoto; complice un'insonnia guastante con la follia nascente dalla solitudine, il protagonista è responsabile di un'episodio crudo e allucinante, compiuto all'interno di un bordello.
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Banditi i perbenismi che aleggiano ipocriti in molti lungometraggi (ovviamente non firmati da lui), Scorsese dipinge uno spaccato di vita di un reduce del Vietnam. Esaurito e logorato dall'inutile quanto atroce guerra, travis (R.De Niro)in patria è svuotato da ogni sorta di sentimento; l'animo congelato segue solo la via dell'istinto e dei sensi. Fa da sfondo una New York by night che rispecchia il disagio del protagonista. Una New York marcia, corrotta, sporca e gremita di vizi, puttane e cinema a luci rossi. E' proprio nella notte di questa città che travis svolge il suo lavoro come taxista. Alienato completamente dal lavoro, travis guidando il suo taxi sembra uno spettatore che visiona e scruta i palinsesti di ogni quartiere, le varie vicende che si alteranano, sentendosì sempre più afflitto dalla solitudine e dal nichilissmo ma con una gran voglia di riscattare il suo gran vuoto; complice un'insonnia guastante con la follia nascente dalla solitudine, il protagonista è responsabile di un'episodio crudo e allucinante, compiuto all'interno di un bordello.Proprio tale episodio lo renderà noto, fatto che gli permetterà di recuperare la propria personalità, dissoltasi fino a tal momento.
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mason filippo
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venerdì 13 giugno 2008
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indimenticabile
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Taxi Driver è un film indimenticabile, perfetto, una di quelle perle del cinema da vedere assolutamente. Un saggio sulla violenza, sulla vita notturna, sulla solitudine e anche sulla New York tanto cara a Scorsese e a De Niro. Strano, beffardo, decisamente forte, uno di quei film che ti restano addosso. A questo non si possono dimenticare degli attori (come sempre) straordinari, dove spicca il nostro Bob, un uomo del sottosuolo pronto a scacciare con la forza i demoni che popolano la nostra terra e che in questo caso sfruttano ragazzine (come la Foster). Scorsese al meglio si circoda di grandi collaboratori come Chapman Michael alla fotografia e Herrmann Bernard alla colonna sonora. Impossibile non amare un film del genere; solo un'idota abituato a film per bambini potrebbe parlarne male.
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Taxi Driver è un film indimenticabile, perfetto, una di quelle perle del cinema da vedere assolutamente. Un saggio sulla violenza, sulla vita notturna, sulla solitudine e anche sulla New York tanto cara a Scorsese e a De Niro. Strano, beffardo, decisamente forte, uno di quei film che ti restano addosso. A questo non si possono dimenticare degli attori (come sempre) straordinari, dove spicca il nostro Bob, un uomo del sottosuolo pronto a scacciare con la forza i demoni che popolano la nostra terra e che in questo caso sfruttano ragazzine (come la Foster). Scorsese al meglio si circoda di grandi collaboratori come Chapman Michael alla fotografia e Herrmann Bernard alla colonna sonora. Impossibile non amare un film del genere; solo un'idota abituato a film per bambini potrebbe parlarne male. Vinse la Palma a Cannes come miglior film e fu nominato a quattro Oscar. La perfezione assoluta e il tema della solitudine affrontato in una maniera eccezionale.
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salabuia
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sabato 7 giugno 2008
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ma dici a me? ma sta parlando con me ?
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Capolavoro assoluto da vedere e rivedere. Bella storia, grandi attori, ottima regìa. Colonna sonora bellissima.
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maurizio
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domenica 20 aprile 2008
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come dimenticare...?
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Film controverso,intenso, duro, romantico, commovente, intimista. Vero capolavoro del cinema americano lascia un segno profondo nell'anima di chi lo ha visto; difficile da dimenticare, riemerge a tratti dal profondo della memoria, come è successo a me, che lo avevo visto per la prima e unica volta nel lontano 1976. Come dimenticare De Niro nella sua trasformazione, nel suo monologo allo specchio, come dimenticare Jodie Foster ambigua bambina, come dimenticare la pioggia spazzata via nella notte dai tergicristalli, come dimenticare la struggente colonna sonora, i suoi disperati echi di jazz...come dimenticare...?
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mikelangelo
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domenica 6 aprile 2008
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il padrone della notte
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Viaggia veloce il taxi di De Niro tra le strade buie e puzzolenti di New York. Metafora apocalittica dell'infinito nulla, portatore del più desolante nichilismo, Travis Bickle è un tassista che ha visto gli orrori di una guerra inutile quanto stupida, la guerra del Vietnam, che tanti registi (da Coppola a Kubrick) hanno "celebrato" nelle maniere più disparate. Travis rimane sconvolto dall'esperienza, tanto sconvolto che le sue notti insonni le trascorre interamente a guardare “film” nei cinema porno. Alla fine non ne può più. Deve trovarsi un lavoro che lo aiuti a trascorrere il tempo ozioso. Decide di diventare tassista. Passa ora le notti in giro col suo taxi. Vede lo scempio insito in una New York notturna, lercia e schifosa: puttane, magnaccia, drogati, ladri, assassini, stupratori, pazzi ecc.
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Viaggia veloce il taxi di De Niro tra le strade buie e puzzolenti di New York. Metafora apocalittica dell'infinito nulla, portatore del più desolante nichilismo, Travis Bickle è un tassista che ha visto gli orrori di una guerra inutile quanto stupida, la guerra del Vietnam, che tanti registi (da Coppola a Kubrick) hanno "celebrato" nelle maniere più disparate. Travis rimane sconvolto dall'esperienza, tanto sconvolto che le sue notti insonni le trascorre interamente a guardare “film” nei cinema porno. Alla fine non ne può più. Deve trovarsi un lavoro che lo aiuti a trascorrere il tempo ozioso. Decide di diventare tassista. Passa ora le notti in giro col suo taxi. Vede lo scempio insito in una New York notturna, lercia e schifosa: puttane, magnaccia, drogati, ladri, assassini, stupratori, pazzi ecc... Basta poco per superare i bastioni della follia, sempre meno latente nella mente di Travis. Alla fine però, accade che l'unica fiamma che manteneva in vita la sua speranza (una donna di cui si era invaghito), lo rifiuta, e Taxi Driver piomba nella follia più disperata. Non c'è più tempo. Coloro che l'hanno ridotto in quello stato devono pagare. A cominciare dal primo senatore, fino ad arrivare all'ultimo pezzente. Il rimorso sfocia nella violenza, ma la violenza sfocia nel sangue. Servono armi. Una 44 magnum potrebbe essere l'ideale visto come (a detta di un suo psicopatico cliente) riduce una donna tra le gambe. Ma una sola arma non basta, ne servono almeno tre o quattro. Acquistate le armi, bisogna cambiare aspetto, solo i mediocri non giudicano dall'apparenza. I muscoli devono essere tesi, i capelli devono essere tagliati. Alla fine della metamorfosi, il nostro tassista non è più lo stesso. Ora non ha più l'aria di essere un tipo timido e impacciato con le donne, ma un freddo ed efferato giustiziere. Da questo momento in poi, Travis Bickle intende espiare i peccati della società solo col sangue. Ne sarà d'esempio l'ultima scena, dove Scorsese rende al meglio l'idea di tutto il film. Straordinara pellicola da leggere in chiave psicanalitica, dove l'oggetto dell'indagine è un tassista (una sorta di Seafarer) che invece di navigare solo per le rotte del mare, viaggia solo per le vie di New York. Palma d’oro al Festival di Cannes del 1976. Eccellente fotografia. Bellissime musiche di Bernard Herrmann.
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