Rappresaglia

Roma, Marzo del 1944, i partigiani uccidono, in una sorta di agguato in via Rasella, 33 soldati tedeschi; la vendetta dei teutonici è subito servita: ne uccideranno 10 per ogni soldato, l'esecuzione avverrà nella tristemente nota Via Ardeatina, dove gli uomini verranno giustiziati presso le Fosse Ardeatine. Mastroianni nel ruolo di un prete, Burton nei panni di un colonnello tedesco con sprazzi di buoni sentimenti e sani ideali, il tutto vanificati nel tragico finale, dove si presta (suo malgrado, Ordini superiori. ) a capo della barbara esecuzione.

Una volta tanto sono più d'accordo con il Morandini che col Farinotti. Infatti il films è una'analisi lucida della logica del potere e della macchina burocratica della morte. Questo film mostra un Kappler, magistralmente interpretato da Richard Burton, dal volto quasi umano contraio alle rappresaglie! (Non so se era così nella realtà). Ma quando gli viene ordinato di compiere la rappresaglia, diventa non solo un perfetto esecutore ma anche un tremendo organizzatore che sceglie le fosse ardeatine per evitare i problemi della sepoltura, dichiara che è troppo tardi per qualunque mediazione e guida la pistola di quel soldato che non se la sentiva di sparare. Un film che i giovani dovrebbero vedere per capire cosa hanno vissuto i loro nonni durante la seconda guerra mondiale ed imparare a giudicare i fatti storici con occhio critico.

Di questo film mi piacciono poche cose: i tedeschi che sfilano per via Rasella dopo un'interminabile attesa di morte, gli occhi azzurri di Burton costretto dal destino a una responsabilità umana grandissima, e dulcis in fundo lo scontro politico e filosofico tra il prete e Kappler che comanda l'esecuzione.

Un film artigianale con un montagnari Inedito e professionale