paolo ciarpaglini
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domenica 10 febbraio 2008
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bruce.
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Bob Wall professionista di karate, campione del mondo nel '71, ebbe a dire una volta su Bruce: "Bruce scalciava come un mulo". Un'altro suo grande amico Jhon Ree, maestro di taekwoondo disse: "non sarei mai salito sul ring con Bruce. Soprattutto per i suoi pugni, chiunque li riceveva sarebbe andato al tappeto". Dopo l'immensa ed improvvisa popolarità raggiunta in meno di un'anno, Lee riceveva continuamente 'sfide'. Girava pochissimo per le strade. "C'era sempre qualcuno pronto a sfidarlo" racconta in una intervista, un coproduttore de 'I Tre dell'operazione Drago'. Gli sbarravano la strada e battevano tre volte il piede a terra, in segno di sfida. Gli dicevo: "lascia perdere potresti farti male, stiamo girando un film" - "non preoccuparti.
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Bob Wall professionista di karate, campione del mondo nel '71, ebbe a dire una volta su Bruce: "Bruce scalciava come un mulo". Un'altro suo grande amico Jhon Ree, maestro di taekwoondo disse: "non sarei mai salito sul ring con Bruce. Soprattutto per i suoi pugni, chiunque li riceveva sarebbe andato al tappeto". Dopo l'immensa ed improvvisa popolarità raggiunta in meno di un'anno, Lee riceveva continuamente 'sfide'. Girava pochissimo per le strade. "C'era sempre qualcuno pronto a sfidarlo" racconta in una intervista, un coproduttore de 'I Tre dell'operazione Drago'. Gli sbarravano la strada e battevano tre volte il piede a terra, in segno di sfida. Gli dicevo: "lascia perdere potresti farti male, stiamo girando un film" - "non preoccuparti..ci penso io..". "Andava lì e li stendeva". "Bruce era un'ottimo street figther, nessuno possedeva i suoi riflessi ed era incredibilmente veloce". "Una volta", racconta lo scomparso James Garner, "ci trovavamo ad una serata su una tv di Hong Kong. C'erano vari esperti, chì rompeva pezzi di ghiaccio con la testa, chì mattoni.. Bruce sembrava poco impressionato. Allora gli chiesero di dare una dimostrazione: "No grazie.." rispose. "Il pubblico iniziò a mormorare e Bruce non potè fare a meno di alzarsi". "Avvolse quattro assi di legno da 2,5 cm di spessore, con del nastro adesivo, ed invitò un 'esperto' a sostenerle con una mano. Dopo una breve rincorsa, dette un calcio laterale a quelle tavole che volarono rotte frà le luci". "Non aveva mai provato quel 'numero' prima". A parte le mie considerazioni 'di parte' riguardanti Lee, posso affermare senza dubbio che il suo calcio laterale era prodigioso. Precisione, velocità e coordinazione incredibili. Ad oggi molti studenti di JKD, sebbene molto più pesanti di Lee stesso (ad esempio Tommy Carrutas, che potete trovare su you tube), non riescono ad eguagliarne la potenza. Ciò che Bruce riusciva a 'mettere' nei suoi pugni e calci, era e resta, qualcosa di inarrivabile. In un filmato 'casalingo', Bruce colpisce un saccone da 40kg, appeso sotto la veranda. Se lo osservate al rallenty, non si può che restare strabiliati, dalla perfezione ed inusitata potenza, di quel gesto atletico. Visto a velocità normale, si ha l'impressione che un'auto investa quel sacco. Il 'bang' che si udisce è secco, come uno sparo. Ciò dimostra la perfetta scelta di tempo e precisione nell'impatto. La massima energia è rilasciata da Bruce, non al momento del contatto, ma almeno una ventina di cm dopo. Ed il sacco vola, quasi fino a toccare il piccolo tetto. Bruce a quel tempo (era il '69), pesava non più di 60 kg. Un colpo che in un situazione di reale combattimento è improponibile, lo si può eseguire solo su un bersaglio fermo per la maggiore. Ma resta la sbalorditiva potenza, quella sorta di bomba che colpisce il sacco. Incredibile, un fenomeno della natura. Ciao Bruce.
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[+] bluff lee
(di alex steiner)
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paolo ciarpaglini
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giovedì 23 luglio 2009
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l'urlo di chen terrorizza anche l'occidente,
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Titolo italiano da cestinare, 'Way of Dragon' è il primo ed unico film scritto e diretto interamente da Lee stesso. Il sodalizio con Wei era finito, poichè Bruce pretese da Chow un regista 'vero', a mio modo di vedere sbagliando (anche se mi costa dirlo). La trama c'è, ma non regge assolutamente il confronto con 'Dalla Cina con furore'. L'assoluta inesperienza di Lee, si riscatta nei combattimenti superbi, che da soli valgono il biglietto d'ingresso. Per girare questa pellicola Bruce visitò molte città europee, tra cui Firenze (la mia città). Ma la scelta finale cadde su Roma. Lee rimase infatti affascinato dall'idea di poter girare lo scontro finale con Norris, dentro il Colosseo. Forte dei successi precedenti, ma timoroso per l'inesperienza, anche se aveva letto tantissimo attingendo dagli innumerevoli volumi dela sua biblioteca, confezionò un film che lui stesso disse sarebbe stato adatto al solo pubblico orientale.
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Titolo italiano da cestinare, 'Way of Dragon' è il primo ed unico film scritto e diretto interamente da Lee stesso. Il sodalizio con Wei era finito, poichè Bruce pretese da Chow un regista 'vero', a mio modo di vedere sbagliando (anche se mi costa dirlo). La trama c'è, ma non regge assolutamente il confronto con 'Dalla Cina con furore'. L'assoluta inesperienza di Lee, si riscatta nei combattimenti superbi, che da soli valgono il biglietto d'ingresso. Per girare questa pellicola Bruce visitò molte città europee, tra cui Firenze (la mia città). Ma la scelta finale cadde su Roma. Lee rimase infatti affascinato dall'idea di poter girare lo scontro finale con Norris, dentro il Colosseo. Forte dei successi precedenti, ma timoroso per l'inesperienza, anche se aveva letto tantissimo attingendo dagli innumerevoli volumi dela sua biblioteca, confezionò un film che lui stesso disse sarebbe stato adatto al solo pubblico orientale. Ben conosceva i gusti occidentali, e alcune piccole ghag risultano piuttosto stupidotte. Ma c'è Lee sempre e comunque, a salvare tutto. Fosse stato anche il prodotto più scadente della storia del cinema, sarebbe divenuto ugualmente un successo. Perchè Bruce, come ebbe a dire un produttore della Warner, 'era dinamite pura'. Un uomo destinato a guadagnare un milione di dollari a film in futuro. Ma: "..non so quanto potrò reggere tutto questo", confidò a Linda pochi mesi prima della sua scomparsa. Lee presagiva la fine, ed espresse più volte ciò a sua moglie: "..non mi ci vedo invecchiato, indebolito.. e coi capelli bianchi. Vivrai molto più di me". Eppure, commenta Linda nel suo splendido libro 'Dragon', era lei assai più cagionevole di salute, che Bruce. Il fatto è che Lee bruciava energie come una fornace (parole di Linda); i ritmi serratissimi di lavorazione, la sua (giusta) fissazione per ottenere sempre il massimo da ogni scena. Sul set poi, si lavorava anche 14 ore al giorno. Insomma, Lee non si adagiò mai sugli allori, e nonostante l'enorme successo riscosso dai due precedenti film, la famiglia non godeva ancora della stabilità economica che lui sognava di poter dare. Predisse che avrebbe sfondato il uro dei 5 milioni d'incassi, e così fù. 20 le pagine di copione solo per il combattimento finale, costruito e curato nei minimi particolari da Bruce. Purtroppo scaderono ipermessi di sogiorno della troupe, e forse molti non sanno che lo scontro finale con Norris, fù interamente girato ad Hong Kong. Su un set che riproduceva fedelmente le antiche rovine del Colosseo. Bruce fece ancora centro, aveva buon fiuto e una sorta di sesto senso, maturato n anni ed anni di alti, bassi e frustrazioni.
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thesenderminator
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venerdì 25 marzo 2011
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the way of dragon
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Immagini irripetibile per gli estimatori, come quei pochi attimi quasi inafferabili di danza jeet kune do, coi quali Bruce Lee incanto' il massiccio Cuck Norris, prima di suonargli la nona di Bethoven. Memorabile comunque Cuck, per essersi poi rifatto alla grande in tanti altri film e telefilm, mostrando il suo personale successo. Tony :
Gli suonò proprio la nona... ( udite udite) Norris col suo karate
era un pò troppo anchilosato! Cadette poverino così indegnamente ricoperto del suo
kimono... Il genio di Lee ebbe la meglio, nonostante "i cinesi..." Nessuno ricorda
che Lee prima di arrivare al top, dovette affrontare anche i clan de
" i ccinesi..." ( lo temveano sin d'allora... che brave persone.
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Immagini irripetibile per gli estimatori, come quei pochi attimi quasi inafferabili di danza jeet kune do, coi quali Bruce Lee incanto' il massiccio Cuck Norris, prima di suonargli la nona di Bethoven. Memorabile comunque Cuck, per essersi poi rifatto alla grande in tanti altri film e telefilm, mostrando il suo personale successo. Tony :
Gli suonò proprio la nona... ( udite udite) Norris col suo karate
era un pò troppo anchilosato! Cadette poverino così indegnamente ricoperto del suo
kimono... Il genio di Lee ebbe la meglio, nonostante "i cinesi..." Nessuno ricorda
che Lee prima di arrivare al top, dovette affrontare anche i clan de
" i ccinesi..." ( lo temveano sin d'allora... che brave persone...) e se ne andò,
Norris sarebbe rimasto nel perseguire intrappolato nello stereotipo del karateca (surreale). Lee capì contro cosa si batteva, loro ancora no, e costruì una rivalsa, costellata di risultati e soddisfazuioni ottenute in silenzio, frutto di "esercitazioni" cos'è questa...? Se non la storia di Lee! continuò imperterrito progredendo sino al jeet kune do, e all'America, e alle scuole nel mondo, un mito. Eh, Norris quando s'allenava da solo magari diceva, è melgio una maniera, oppure l'altra (un pò surreale) sperava nel colpo migliore..., Lee nel frattempo aveva inventato il jeet kune do, direi che è preferibile,
così a occhio e croce, è il mio parere, e fu successivamente solo dopo aver inventato il jeet kune do che Lee pensò al rsto, saluti...
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brandon
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martedì 28 settembre 2010
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bruce lee - il mito
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Ottimo film di arti marziali che segna l' esordio alla regia del più famoso esponente del genere prematuramente defunto all' età di 33 anni. La pellicola, dove compare anche l' attore americano Chuck Norris 7 volte campione mondiale di karate per la prima volta in un ruolo rilevante, si caratterizza per una notevole modernità e per una storia molto più accessibile per un pubblico anche non asiatico rispetto alle contemporanee produzioni della SHAW BROTHERS spesso basate su trame storiche della cultura cinese. I combattimenti marziali sono esaltanti e perfettamente coerografati, indimenticabile quello del finale al Colosseo tra Bruce Lee e Chuck Norris, ma notevoli anche tutti gli altri che si susseguono nel film.
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Ottimo film di arti marziali che segna l' esordio alla regia del più famoso esponente del genere prematuramente defunto all' età di 33 anni. La pellicola, dove compare anche l' attore americano Chuck Norris 7 volte campione mondiale di karate per la prima volta in un ruolo rilevante, si caratterizza per una notevole modernità e per una storia molto più accessibile per un pubblico anche non asiatico rispetto alle contemporanee produzioni della SHAW BROTHERS spesso basate su trame storiche della cultura cinese. I combattimenti marziali sono esaltanti e perfettamente coerografati, indimenticabile quello del finale al Colosseo tra Bruce Lee e Chuck Norris, ma notevoli anche tutti gli altri che si susseguono nel film. Il gran successo ottenuto da Bruce Lee, oltre che alle grandi doti atletiche, probabilmente è dovuto alla capacità di unire lo stile dell' azione orientale, più spirituale, scenografico e basato principalmente sulle arti marziali, a quello occidentale, più pragmatico, spettacolare e con un po' di erotismo. Il film comunque è impeccabile, perfettamente realizzato e veramente ben riuscito tanto che ancor oggi dopo quasi 40 anni funziona ancora. Ovviamente una produzione da non perdere per gli amanti del genere. Piccolo ruolo per l' italiana Malisa Longo
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paolo ciarpaglini
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mercoledì 27 dicembre 2006
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bruce, a roma.
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I contrasti con Lo Wei, regista nei primi due film di Lee, divennero insostenibili. Bruce diceva, che mentre magari si stava girando una tenera seguenza, Lo Wei era capacissimo di starsene a vedere le corse dei cani. Non è certo questo, l'unico fatto che spinse Lee, a divorziare da Lo Wei. Ma ne ho fatta citazione per far comprendere quanto Lee prendesse 'le cose' sul serio, e quanto pretendesse il massimo da se stesso, soprattutto, e dagli altri. Alla base delle profonde divergenze tra i due, vi era fondamentalmente il fatto che Lo Wei si era auto definito, 'il primo regista da un milione di dollari', mentre Bruce era dell'opinione che gran parte del merito di tanto successo, fosse suo. Mettete un'altro marzialista-attore al suo posto, nei due film precedenti; non credo che oggi sarebbero parte della storia del cinema d'azione, ma probabilmente due pellicole sconosciute in occidente.
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I contrasti con Lo Wei, regista nei primi due film di Lee, divennero insostenibili. Bruce diceva, che mentre magari si stava girando una tenera seguenza, Lo Wei era capacissimo di starsene a vedere le corse dei cani. Non è certo questo, l'unico fatto che spinse Lee, a divorziare da Lo Wei. Ma ne ho fatta citazione per far comprendere quanto Lee prendesse 'le cose' sul serio, e quanto pretendesse il massimo da se stesso, soprattutto, e dagli altri. Alla base delle profonde divergenze tra i due, vi era fondamentalmente il fatto che Lo Wei si era auto definito, 'il primo regista da un milione di dollari', mentre Bruce era dell'opinione che gran parte del merito di tanto successo, fosse suo. Mettete un'altro marzialista-attore al suo posto, nei due film precedenti; non credo che oggi sarebbero parte della storia del cinema d'azione, ma probabilmente due pellicole sconosciute in occidente. Vi era stato un solo successo 'marziale' precedente all'avvento di Chen, negli anni '70, 'Cinque dita di violenza'. Ed a parte il piglio, o la trama del film, che ne decretarono il successo, non ne scaturì un fenomeno. L'attore protagonista non divenne 'nessuno'. La pretesa di Bruce, di gettarsi in un campo a lui sconosciuto come la regia, è ben evidente durante tutto il film, lui stesso ne era consapevole. Per questa ragione Lee, girò il film per il solo circuito asiatico, ben conscio di non possedere 'capacità registiche', anche se aveva letto moltissimo sull'argomento. Il film fù creato per un pubblico non occidentale. Molte gag, che ai nostri occhi appaiono sciocche, 'inesistenti', fecero divertire moltissimo gli spettatori orientali. Se Lee non fosse scomparso, probabilmente questo film non avrebbe mai raggiunto i circuiti cinematografici internazionali. Credo sia il peggiore dei film interpretati da Bruce, per ovvie ragioni, ma forse è anche quello, (come ebbe a dire sua moglie Linda), dove si riesce a vedere il Bruce più simile alla realtà. Scherzoso, a volte buffonesco, (amava moltissimo Chaplin), insomma l'uomo, non la leggenda, il super eroe. Onestamente, c'è un unico vero motivo, per cui val la pena di guardare questa pellicola, ed è lo scontro finale ambientato nel Colosseo romano. Bruce dopo aver visitato diverse città europee, scelse proprio il Colosseo di Roma, già triste arena 2000 anni prima, ma perfetto, e suggestivo. In quelle seguenze di combattimento, completamente 'coreografate' da Lee, con ben 21 pagine di copione, Norris dopo qualche 'colpo' azzeccato all'inizio, soccombe davanti alla capacità di Lee di adattare, plasmare la sua 'tecnica' su quella dell'avversario. Senza sminuire le capacità di Norris, è come veder combattere un gorilla contro una pantera. Chuck è statico, legnoso, un tipico karateka. Lee è intorno a lui come un fantasma, inafferrabile, veloce come un cobra, agile come un giaguaro, letale. A differenza dei precedenti film quì Lee mostra per la prima volta pietà. Il nemico è sconfitto, ferito, Lee si sofferma, osserva le condizioni dell'avversario, fà un cenno come per ritrarsi, la sua espressione prima acuta, si addolcisce, scuote leggermente la testa come per dire:'finiamola quà'. Dà all'avversario l'opportunità di vivere, ma Norris in un ultimo gesto inutile, disperato di orgoglio, si scaglia claudicante contro Chen che lo afferra in una presa al collo, e lo uccide. Gli spettatori orientali non gradirono molto il rispetto che Lee mostra, quando raccoglie da terra la giacca di Norris, e la depone sul corpo esanime.
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