Oltre a essere la migliore trasposizione cinematografica del capolavoro "I am legend" di Richard Matheson, il film, precursore di tanti altri, è basato su una straordinaria drammaticità che gioca molto sulla paura del 'diverso' (affrontando i mostri si diventa come loro?) e sulla territorialità ostile ormai estesa a tutto il pianeta. Nonostante la realizzazione e la stessa recitazione palesemente datata, con effetti speciali rozzi seppur efficaci, "L'ultimo uomo della terra" è in realtà un'eccezionale opera (volutamente in bianco e nero) ascrivibile per appena un trenta per cento a Ragona. Il vero regista e supervisore è Sidney Salkow che, con estrema generosità, lasciò i crediti a Ragona per ragioni di produzione. Ottimo pure il DVD da poco in commercio che, oltre a rivalutare un film ingiustamente messo nel 'dimenticatoio' cinematografico, offre interessanti documentari e un corposo libretto informativo.
Cinema da imitare, insomma.
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