maria cristina nascosi
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lunedì 19 novembre 2007
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un capolavoro di otto preminger da rivedere,spesso
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ANATOMIA DI UN OMICIDIO di Otto Preminger
Una sottile, argutissima ironia di fondo caratterizza tutti i dialoghi del film, pieni di verve, di amarezza locati su di un plot-sceneggiatura ineccepibili, opera a quattro mani di John D. Voelker e Wendell Mayes che nel 1960 ottenne sette nominations agli Oscar.
L’interpretazione dell’avvocato James Stewart - che anticipa, per certi versi, di qualche anno-luce quella del Dustin Hoffman di Sleepers - è assolutamente eccezionale, senza superare, neppure per un attimo, il perfetto equilibrio recitativo.
Gli valse, a Venezia, lo stesso anno di uscita del film, il 1959, la Coppa Volpi come Miglior Attore protagonista.
Notevole anche la prova della ‘dark lady’ Lee Remick, di solito più a suo agio nei ruoli di fidanzata - moglie d’America, del falsamente scanzonato ma seriamente geloso Ben Gazzara, di un ineffabile George C.
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ANATOMIA DI UN OMICIDIO di Otto Preminger
Una sottile, argutissima ironia di fondo caratterizza tutti i dialoghi del film, pieni di verve, di amarezza locati su di un plot-sceneggiatura ineccepibili, opera a quattro mani di John D. Voelker e Wendell Mayes che nel 1960 ottenne sette nominations agli Oscar.
L’interpretazione dell’avvocato James Stewart - che anticipa, per certi versi, di qualche anno-luce quella del Dustin Hoffman di Sleepers - è assolutamente eccezionale, senza superare, neppure per un attimo, il perfetto equilibrio recitativo.
Gli valse, a Venezia, lo stesso anno di uscita del film, il 1959, la Coppa Volpi come Miglior Attore protagonista.
Notevole anche la prova della ‘dark lady’ Lee Remick, di solito più a suo agio nei ruoli di fidanzata - moglie d’America, del falsamente scanzonato ma seriamente geloso Ben Gazzara, di un ineffabile George C. Scott che prelude al ruolo pseudo-diplomatico del funzionario militare interpretato ne il Dr. Strangelove / Il Dr. Stranamore, uno dei capolavori di Stanley Kubrick del 1964.
Ma ottima anche la performance di Arthur O'Connell (interprete di un altro splendido film del passato, Picnic, di Joshua Logan del 1955) e superlativa – c’è da dirlo? – la colonna sonora in cui il jazz fa la parte del leone, vero commento ancor oggi moderno del grande Duke Ellington, apparentemente ‘a latere’, in realtà parte integrante a pieno titolo della splendida pellicola di Otto Preminger che ottenne, sempre nel 1959, il Grammy Awards.
Un film da vedere e rivedere, come molti dell’epoca, guarda caso: per imparare ad apprendere il vero buon cinema.
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albert
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sabato 28 dicembre 2024
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impulso incontrollabile
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Un tenente dell'esercito americano, che ha combattuto in Corea, ha ucciso, con cinque colpi di pistola, il proprietario di un bar, perché, a suo dire, ne ha violentato la moglie. La donna richiede l'assistenza per il processo al marito ad un avvocato interpretato da James Stewart. E come trama è sufficiente. Il film fu accusato, a quei tempi, di linguaggio ritenuto osceno e immorale, parlandosi spesso di stupro e "mutandine", tanto da avere parecchie nomination all'oscar,senza vincerne neanche uno. Forse non sarà un capolavoro, ma ci va molto vicino, perché un legal-thriller della durata di 2h 40' che si segua volentieri senza stancarsi, vuol dire che è fatto veramente bene.
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Un tenente dell'esercito americano, che ha combattuto in Corea, ha ucciso, con cinque colpi di pistola, il proprietario di un bar, perché, a suo dire, ne ha violentato la moglie. La donna richiede l'assistenza per il processo al marito ad un avvocato interpretato da James Stewart. E come trama è sufficiente. Il film fu accusato, a quei tempi, di linguaggio ritenuto osceno e immorale, parlandosi spesso di stupro e "mutandine", tanto da avere parecchie nomination all'oscar,senza vincerne neanche uno. Forse non sarà un capolavoro, ma ci va molto vicino, perché un legal-thriller della durata di 2h 40' che si segua volentieri senza stancarsi, vuol dire che è fatto veramente bene. Elogi per tutti: dal regista Preminger che affronta una tematica così scottante con grande attenzione per i particolari, soprattutto psicologici, da far pensare addirittura a "Delitto e castigo" dove l'omicidio viene"anatomizzato" in modo eccelso. La parte del leone la svolge un sempre magnifico James Stewart, con una recitazione decisa, ma allo stesso modo rassicurante.Fa parte di quella generazione hollywoodiana che tanto ha dato alla settima arte. I comprimari rappresentano un ottimo contorno, con una Lee Remick ineccepibile nel suo ruolo di donna provocante e fintamente ingenua. Ben Gazzara interpretata il suo personaggio in modo algido, quasi distaccato. Bravi anche tutti gli altri. Belle le musiche con un gradito cammeo per il mitico Duke Ellington.La sceneggiatura scorre fluida senza sbavature. Probabilmente Otto Preminger è un regista un po' sottovalutato.
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fedeleto
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mercoledì 6 aprile 2011
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anatomia di un capolavoro
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Dopo averci incollato con i gialli di grande intensita'(il segreto di una donna,vertigine,un angelo e' caduto),e con drammi entusiasmanti(l'uomo dal braccio d'oro,bonjour tristesse),inoltre avendoci fatto sorridere con buone commedie(la vergine sotto il tetto),Otto preminger dirige un film completamente estraneo a questi generi ,incentrando la pellicola su un processo tratto da un buon besst seller.James stewart impersona un avvocato di provincia e si ritrova a difendere un uomo che ha ucciso un presunto stupratore della moglie,ma tra le avances della moglie e l'accusa che mette sempre alle strette il povero avvocato ,come si potra' uscire fuori da questo caso?Il film si svolge quasi interamente in tribunale ,e la magistralita' dei dialoghi ma anche delle interpretazioni dona quel tocco di irresistibilita' nel vederlo fino alla fine per sentire il verdetto finale e scoprire cosa accadra',buoni tra l'altro come sempre i titoli di apertura,che compongono vari pezzi dell'uomo disegnato quasi come gli attori fossero parte appunto del tema principale ovvero l'omicidio effettuato dal colonnello.
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Dopo averci incollato con i gialli di grande intensita'(il segreto di una donna,vertigine,un angelo e' caduto),e con drammi entusiasmanti(l'uomo dal braccio d'oro,bonjour tristesse),inoltre avendoci fatto sorridere con buone commedie(la vergine sotto il tetto),Otto preminger dirige un film completamente estraneo a questi generi ,incentrando la pellicola su un processo tratto da un buon besst seller.James stewart impersona un avvocato di provincia e si ritrova a difendere un uomo che ha ucciso un presunto stupratore della moglie,ma tra le avances della moglie e l'accusa che mette sempre alle strette il povero avvocato ,come si potra' uscire fuori da questo caso?Il film si svolge quasi interamente in tribunale ,e la magistralita' dei dialoghi ma anche delle interpretazioni dona quel tocco di irresistibilita' nel vederlo fino alla fine per sentire il verdetto finale e scoprire cosa accadra',buoni tra l'altro come sempre i titoli di apertura,che compongono vari pezzi dell'uomo disegnato quasi come gli attori fossero parte appunto del tema principale ovvero l'omicidio effettuato dal colonnello.Non mancano anche momenti di ironia(il dialogo del busto tra la moglie del colonnello e l'avvocato,le battute continue che si scambiano gli avvocati),ed in complesso risulta un ottimo film che immortala indubbiamente james stewart.
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burton99
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mercoledì 9 febbraio 2011
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legal thriller serrato ben congeniato
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Legal thriller serrato ben congeniato, con una superlativa prova d'attore da parte di James Stewart, e con un cast che, insieme, funziona molto bene. Buona la regia, dell'ingiustamente dimenticato (da alcuni) Otto Preminger, e la sceneggiatura. Belle trovate nella trama, articolata e complessa. Il film è molto lungo, ma ti appassiona nei suoi affascinanti personaggi e colpi di scena. Ben fatto.
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figliounico
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domenica 17 novembre 2024
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una commedia con risvolti politici in forma di legal thriller
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Più che un dramma da camera è una commedia brillante con risvolti politici in forma di legal thriller di Otto Preminger. Il plot è tratto da un romanzo ispirato a una storia vera di cui l’autore, Robert Traver, fu protagonista in veste di difensore nella sua pregressa carriera di avvocato. A parte l’ambientazione realistica in un’aula di tribunale e la rigorosa riproduzione del processo nelle sue varie fasi e con tutti i suoi riti, la verisimiglianza della storia sta nell’ambiguità dei personaggi, a cominciare dal carattere dell’imputato, accusato di omicidio volontario, interpretato da un giovane Ben Gazzarra, che, sebbene fosse quasi un esordiente, diede vita a un personaggio controverso ed enigmatico che rimane indecifrabile fino all’ultima sequenza.
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Più che un dramma da camera è una commedia brillante con risvolti politici in forma di legal thriller di Otto Preminger. Il plot è tratto da un romanzo ispirato a una storia vera di cui l’autore, Robert Traver, fu protagonista in veste di difensore nella sua pregressa carriera di avvocato. A parte l’ambientazione realistica in un’aula di tribunale e la rigorosa riproduzione del processo nelle sue varie fasi e con tutti i suoi riti, la verisimiglianza della storia sta nell’ambiguità dei personaggi, a cominciare dal carattere dell’imputato, accusato di omicidio volontario, interpretato da un giovane Ben Gazzarra, che, sebbene fosse quasi un esordiente, diede vita a un personaggio controverso ed enigmatico che rimane indecifrabile fino all’ultima sequenza. James Stewart, invece, nel pieno della sua maturità artistica, ci regala un altro eroe sottotono, un altro straordinario uomo qualunque in cui tutti possono riconoscersi gratificandosi, un avvocato di mezza età ironico e compassato che ha rinunciato alla carriera e a una vita coniugale per coltivare i suoi hobbies, la pesca ed il jazz, ma che non ha i soldi per pagare la segretaria; i suoi unici amici sono un vecchio ubriacone, Arthur O'Connell, un tempo affermato giurista e un pianista di night, Duke Ellington in un breve cammeo. Al di là dell’intreccio da classico giallo, che ha una soluzione semplice per sé stessa ma complicata, come del resto accade nella vita reale, dalle diverse testimonianze che forniscono versioni contrastanti dello stesso fatto, e che tiene desta l’attenzione dello spettatore fino alla fine, il film, pur non essendo un capolavoro, resta a tutt’oggi godibile per i gustosi battibecchi a tre fra George C. Scott, rappresentante dell’accusa, James Stewart, la difesa, ed il giudice, Joseph Nye Welch, ed interessante per i risvolti politici che ebbe a suo tempo. Destò infatti scalpore il linguaggio utilizzato nel processo per descrivere la violenza carnale subita dalla moglie dell’imputato, Lee Remick, a tratti giudicato troppo crudo se non addirittura osceno ma che oggi farebbe sorridere qualsiasi platea. Il film, tuttavia, non fu attaccato dai benpensanti americani per eccesso di bigottismo ma per la polemica sottotraccia contenuta nella sceneggiatura contro la guerra in generale e per il personaggio principale, dipinto in modo niente affatto eroico, dell’Ufficiale dell’Esercito, per giunta reduce della recente guerra di Corea. La scelta di Preminger per il ruolo di giudice di Welch, attore dilettante ma vittima illustre del maccartismo, conferma l’orientamento politico dell’opera e spiega gli attacchi subiti dall’ambiente conservatore dell’epoca.
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stabiano
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mercoledì 11 gennaio 2006
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il sistema americano....
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la vicenda narrata è interessante e magari altre pellicole del genere hanno poi riproposto con qualche modifica la tematica di fondo, che ruota, peraltro, sulle caratteristiche del SISTEMA PROCESSUALE STATUNITENSE, dove il precedente giudiziario diventa sentenza della quale tener grandemente conto nel dibattimento in aula. Un avvocato preparato, abile e persuasivo è quello che serve per tirar fuori dai guai imputati magari anche colpevoli. Alla luce dell'interpretazione discreta e dei dialoghi "sciolti" e brillanti, questa pellicola merita una notazione particolare, anche se alcuni passaggi nella narrazione sono, come spesso accade, poco verosimili (e ciò fa parte della struttura stessa delle "finctions").
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