alessandra verdino
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martedì 2 settembre 2008
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l'eleganza
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"Testimone d'accusa" di Billy Wilder é senz'altro la migliore trasposizione cinematografica degli scritti di Agatha Christie.
Dico "scritti" perché qui si tratta di un racconto, non di un romanzo.
Questo racconto é stato anche una pièce teatrale di grandissimo successo, diretta dall'autrice.
Il film di Wilder é assolutamente sensazionale.
Innanzi tutto, la bravura degli interpreti.
Tyrone Power affronta, con grinta e professionalità, l'unico personaggio ambiguo della sua carriera.
Infatti, ha sempre interpretato l'eroe per eccellenza, l'ottima persona che si incontra raramente nella vita.
Charles Laughton, nei panni dell'avvocato della difesa ..... non riesco a trovare le parole.
Avvince, tiene inchiodati alla sedia nella sua drammaticità, con la forza dell'arringa ed anche con la sua ironia.
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"Testimone d'accusa" di Billy Wilder é senz'altro la migliore trasposizione cinematografica degli scritti di Agatha Christie.
Dico "scritti" perché qui si tratta di un racconto, non di un romanzo.
Questo racconto é stato anche una pièce teatrale di grandissimo successo, diretta dall'autrice.
Il film di Wilder é assolutamente sensazionale.
Innanzi tutto, la bravura degli interpreti.
Tyrone Power affronta, con grinta e professionalità, l'unico personaggio ambiguo della sua carriera.
Infatti, ha sempre interpretato l'eroe per eccellenza, l'ottima persona che si incontra raramente nella vita.
Charles Laughton, nei panni dell'avvocato della difesa ..... non riesco a trovare le parole.
Avvince, tiene inchiodati alla sedia nella sua drammaticità, con la forza dell'arringa ed anche con la sua ironia.
Le schermaglie con l'amata/odiata infermiera sono simpatiche, esilaranti, patetiche.
Ed ora arriviamo alla regina.
Marlene Dietrich. La fredda, sensuale Marlene dell'"Angelo Azzurro".
Il fuoco sotto la cenere.
La donna che ama. Che, soprattutto, sa amare.
Tanto da distruggersi, vittima di un "amour fou" che sa schiavizzarla.
Il colpo di scena finale, in cui avviene il totale smascheramento dei personaggi di questa incredibile storia é talmente coinvolgente da lasciare senza fiato.
Un'interprete eccezzionale per un film eccezzionale.
Basato sul gioco delle apparenze e sulla falsità.
Ma anche su una profonda verità: saper giudicare con il cuore, non fermarsi mai di fronte a false verità.
E poi entra in gioco una parola difficile: l'eleganza.
Questo film é talmente elegante da non avere nessun rivale ..... nemmeno Hitchcock.
Non é facile giudicare l'eleganza.
L'ambientazione, il ritmo serratissimo dei dialoghi, la finezza del portamento.
Una rarissima perla del cinema.
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rambo
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venerdì 1 giugno 2001
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giallo superbo
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Nonostante sia appena uscito da una clinica, l' esperto avvocato Laughton si assume la difesa dello spiantato Power, accusato di aver ucciso una ricca signora (che in effetti gli ha lasciato una enorme eredità). La chiave del processo è la testimonianza della moglie di lui (Dietrich).
Scorrevole, avvincente giallo processuale realizzato in modo superiore e attento a ogni dettaglio, assolutamente godibile nel suo intreccio criminoso che stuzzica l’ intelligenza dello spettatore e nei suoi momenti ironici affidati ai simpatici screzi tra Laughton e l’ infermiera Lanchester.
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mondolariano
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mercoledì 4 maggio 2011
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memorabile laughton
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“Testimone d’accusa” andrebbe visto sorseggiando un thermos di cacao: come si fa a resistere vedendo Laughton che beve cacao? E’ lui il protagonista di questo capolavoro, il mitico capitano Blight del viaggio sul Bounty, uno dei simboli dell’Inghilterra cinematografica e non, coi suoi 58 anni portati maluccio e qui vezzeggiato come un bambino. Superba interpretazione, aiutato dal doppiaggio italiano che ha la voce grossa e simpatica di Giorgio Capecchi. Ma il suo nome viene per terzo dopo quelli di Tyrone Power (al suo ultimo film) e di una Marlene Dietrich un po’ sotto tono. E’ noto che il regista avrebbe preferito William Holden e Ava Gardner.
La statica esiguità della trama e i verbosissimi dialoghi (di riamando all’omonima pièce teatrale di Agatha Christie) sono bilanciati da una serie spettacolosa di imprevisti e dall’umorismo di Billy Wilder, che risulta perfino eccessivo all’interno di una tragedia giudiziaria; il dramma lievita soltanto durante il terribile alterco tra Power e il suo accusatore.
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“Testimone d’accusa” andrebbe visto sorseggiando un thermos di cacao: come si fa a resistere vedendo Laughton che beve cacao? E’ lui il protagonista di questo capolavoro, il mitico capitano Blight del viaggio sul Bounty, uno dei simboli dell’Inghilterra cinematografica e non, coi suoi 58 anni portati maluccio e qui vezzeggiato come un bambino. Superba interpretazione, aiutato dal doppiaggio italiano che ha la voce grossa e simpatica di Giorgio Capecchi. Ma il suo nome viene per terzo dopo quelli di Tyrone Power (al suo ultimo film) e di una Marlene Dietrich un po’ sotto tono. E’ noto che il regista avrebbe preferito William Holden e Ava Gardner.
La statica esiguità della trama e i verbosissimi dialoghi (di riamando all’omonima pièce teatrale di Agatha Christie) sono bilanciati da una serie spettacolosa di imprevisti e dall’umorismo di Billy Wilder, che risulta perfino eccessivo all’interno di una tragedia giudiziaria; il dramma lievita soltanto durante il terribile alterco tra Power e il suo accusatore. Teatralità a tutto tondo nell’ultima scena a sorpresa. Da vedere in ottobre.
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luigi chierico
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giovedì 26 giugno 2014
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assolto
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Il notissimo regista Billy Wilder ha filmato e firmato capolavori drammatici e capolavori leggeri o addirittura esilaranti. Lo ricorderemo sempre almeno per “Il viale del tramonto”, per questo “Testimone d’accusa” come anche per “A qualcuno piace caldo”, “Irma la dolce”, “Sabrina” e per l’icona della gonna al vento della bellissima Marilyn Monroe in “Quando la moglie va in vacanza”.
Assistere ad un film di questo regista è come leggere un romanzo di Agatha Christie, non a caso “Testimone d’accusa” è stato tratto da un racconto della celebre scrittrice di gialli. La vicenda si svolge a Londra, quindi non mancano le bombette, gli ombrelli, le parrucche, i sir e i lord, la guida a sinistra, la pompa magna dei tribunali, e soprattutto l’humor.
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Il notissimo regista Billy Wilder ha filmato e firmato capolavori drammatici e capolavori leggeri o addirittura esilaranti. Lo ricorderemo sempre almeno per “Il viale del tramonto”, per questo “Testimone d’accusa” come anche per “A qualcuno piace caldo”, “Irma la dolce”, “Sabrina” e per l’icona della gonna al vento della bellissima Marilyn Monroe in “Quando la moglie va in vacanza”.
Assistere ad un film di questo regista è come leggere un romanzo di Agatha Christie, non a caso “Testimone d’accusa” è stato tratto da un racconto della celebre scrittrice di gialli. La vicenda si svolge a Londra, quindi non mancano le bombette, gli ombrelli, le parrucche, i sir e i lord, la guida a sinistra, la pompa magna dei tribunali, e soprattutto l’humor. “Lo sa, Miss Plimsoll, che nel mio letto di dolore ho seriamente pensato di strangolarla con uno dei suoi tubi di gomma? Poi avrei confessato il delitto e mi sarei assunto per la difesa.” “ È incredibile pensarla ora là nella stanza di soggiorno, assassinata. Le assicuro che a quest'ora è stata rimossa. Lasciarla lì in giro sarebbe inumano, illegale e antigienico.”
Raccontare la trama in tutti i suoi particolare, svelando ogni colpo di scena, sarebbe come mancare di rispeto a Billy Wilder, all’Avvocato Wilfrid Robarts, interpretato dal grandioso Charles Laughton, nonché a Christine Vole, la cui parte è sta affidata, più cha assegnata, alla bravissima Marlene Dietrich, qui superlativa, quanto affascinante nella sua bellezza che sembra nascondere sempre qualcosa. Come in ogni film che richiede la presenza di un tribunale, di una corte, di giurati e cancellieri vi è anche sempre un imputato, qui è presente Tyrone Power, nelle vesti di Leonard Love, che deve ricoprire le vesti dell’assassino, e dalla cui imputazione deve essere assolto. Non è più il giustiziere del film “Il segno di Zorro”, anche se il segno c’è ma non si vede! (sic !). Questo non è un giallo alla maniera del celebre regista inglese Hitchcock, dal quale è stato diretto in “Il caso Paradine”, è un film affidato soprattutto alla bravura dei protagonisti, a momenti di eccezionale intuizioni, vedi l’interrogatorio con l’uso del monocolo accecante, il thermos mostrato candidamente all’infermiera miss Plimsoll, e al solitario fatto con le pillole durante l’audizione dei testi. Ai principali protagonisti si affiancano benissimo: la moglie dell’ avvocato (Norma Varden), l’infermiera (Elsa Lanchester, nella vita moglie di Charles Laughton) e Brogan- Moore (John Williams II, tanto …noto a Scotland Yard e caro al citato Hitchcock , vedi: ”Caccia al ladro” “Il delitto perfetto”).
Come molti film degli anni ’50, anche questo è in bianco e nero e così lo si può apprezzare in tutte quelle scene in cui queste tinte esaltano la fotografia nella sua purezza senza bisogno di far ricorso a mille colori.
Il film è completo: interpretazione,fotografia,sceneggiatura,ricostruzione ambienti, dialoghi,trama,suspense,regia, per il suo genere se ieri era ottimo oggi è un capolavoro..
Una particolare attenzione e menzione merita il grandissimo Charles Laughton, a cui va un encomio solenne per averci lasciato a 58 anni, 5 anni prima di abbandonare i suoi ammiratori,un altro capolavoro,con una memorabile interpretazione che gli ha fatto giustamente meritare l’Oscar quale migliore attore straniero. Ma i grandi attori,come ogni artista, appartengono all’Umanità! chibar22@libero.it
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samanta
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martedì 8 marzo 2022
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la verità è sempre complessa
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Billy Wilder è ricordato spesso più per le sue commedie , in realtà fu un regista versatile, iniziò come sceneggiatore per poi passare alla regia con film prevalentemente drammatici (La fiamma del peccato, Viale del tramonto, L'asso nella manica, Giorni perduti, Stalag 17) , iniziando poi la direzione di commedie sentimentali e brillanti (Sabrina, Quando la moglie è in vacanza) in un suseguirsi di film di grande successo: A qualcuno, piace caldo, L'appartamento con digressioni in altri generi come Testimone d'accusa. Wilder vinse una valanga di Oscar, 2 come regista (Giorni perduti, L'appartamento) oltre a 6 nomination.
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Billy Wilder è ricordato spesso più per le sue commedie , in realtà fu un regista versatile, iniziò come sceneggiatore per poi passare alla regia con film prevalentemente drammatici (La fiamma del peccato, Viale del tramonto, L'asso nella manica, Giorni perduti, Stalag 17) , iniziando poi la direzione di commedie sentimentali e brillanti (Sabrina, Quando la moglie è in vacanza) in un suseguirsi di film di grande successo: A qualcuno, piace caldo, L'appartamento con digressioni in altri generi come Testimone d'accusa. Wilder vinse una valanga di Oscar, 2 come regista (Giorni perduti, L'appartamento) oltre a 6 nomination.
Il film è un thriller con venature noir uscito nel 1957 è tratto da una commedia di Agatha Christie di successo. La vicenda è imperniata su un giovane uomo Leonard Vole (Tyrone Power) sposato con una donna tedesca l'enigmatica Christine Helm (Marlene Dietrich) da lui conosciuta nel dopoguerra quando svolgeva il servizio militare in Germania.Vole che non ha lavoro è accusato dell'omicidio di un'anziana signora con cui aveva una relazione che gli ha lasciato nel testamento (conosciuto da Vole ne era) 80.000 sterline, non ha un alibi per l'omicidio salvo la moglie e tutti gli indizi sono contro di lui. Vole si affida al celebre avvocato Wilfrid Roberts (Charles Laughton), che ha appena ripreso il lavoro dopo un infarto, all'inzio l'avvocato pressato dall'infermiera governante Plimsoll (Elsa Lanchaster) rifiuta per la salute l'incarico e affida Vole ad un collega Brogan-Moore (John Williams) ma poi decide di partecipare alla difesa. Roberts non indica come testimone a difesa Christine perché come moglie non sarebbe creduta, inoltre la trova ambigua e inaffidabile. Nel tribunale dopo le testimonianze sono tutte contrarie a Vole compresa quella dell'anziana governante della defunta che lo aveva visto nel luogo del delitto. Improvvisamente l'accusatore Myers (Thorin Thacter) indica come teste d'accusa Christine, di qui una serie di colpi di scena con un finale che non rivelo.
Il film si regge innanzitutto la sceneggiatura di Billy Wilder precisa, attenta e avvincente, senza digressioni, mantenendo un un crescendo continuo di suspence, mostra dialoghi brillanti, da cui emerge la vena sarcastica del regista. Inoltre è presente un robusto cast di attori che grazie a Wilder presentano il meglio della loro professionalità. Prima di tutti Charles Laughton (ebbe la nomination all'Oscar), era un attore di grande livello (La tragedia del Bounty, Il caso Paradine, Spartacus, Tempesta su Washington) che un'interpretazione eccezionale, merita ampio riconoscimento Tyrone Power, era incasellato nella categoria dei belli (Robert Taylor, Errol Flynn) , considerato più adatto a film di avventura ma in questo film esprime un'interpretazione straordinaria: giovane spensierato, seduttore accorto, innocente sconvolto da un'accusa che porta alla pena di morte, disperato per l'approssimarsi dell'impiccagione. Oltre alla brava Dietrich, ottimo il restante cast Elsa Lanchester (Mary Poppins, La scala a chiocciola), Thorin Thacter (Carlo di Scozia, La tunica) e John Williams (Il delitto perfetto, Il caso Paradine, Sabrina). In assoluto il film è un capolavoro uno dei thriller migliori del cinema, per alcuni Wilder subì l'influenza di Hitchcock che quando lo incontrò gli disse "molti mi hanno attribuito la regia del film" Wilder spiritosamente rispose "molti mi hanno attribuito"Il caso Paradine "
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