matteo bettini 15 gennaio
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giovedì 22 dicembre 2016
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un trio di attori e un gran regista al proprio top
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Gloria Grahame, Glenn Ford, Lee Marvin (in aggiunta, c'è anche Jocelyn Brando, sorella di un certo..Marlon!). Tutti diretti da mr. Fritz Lang. Il quale, ne 'Il Grande Caldo', presenta tutti i suoi temi preferiti: l'uomo comune alle prese con una situazione da incubo, kafkiana; introspezione dei personaggi; e, soprattutto, il dualismo tra bene e male, rappresentato dal bellissimo volto di Gloria/Debbie (la Grahame, in una delle sue interpretazioni più avvincenti), parzialmente sfigurato dal caffè bollente gettatole in faccia dal suo amante, il cattivissimo Lee/Vince (un Marvin che, perlomeno, avrebbe meritato una nomination agli Oscar), perché si era fermata con il sergente Bannion Dave/Glenn (Ford che, a mio giudizio, ha recitato con pari intensità solamente in "Gilda": ma, ripeto, sono solo punti vista, soggettivi).
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Gloria Grahame, Glenn Ford, Lee Marvin (in aggiunta, c'è anche Jocelyn Brando, sorella di un certo..Marlon!). Tutti diretti da mr. Fritz Lang. Il quale, ne 'Il Grande Caldo', presenta tutti i suoi temi preferiti: l'uomo comune alle prese con una situazione da incubo, kafkiana; introspezione dei personaggi; e, soprattutto, il dualismo tra bene e male, rappresentato dal bellissimo volto di Gloria/Debbie (la Grahame, in una delle sue interpretazioni più avvincenti), parzialmente sfigurato dal caffè bollente gettatole in faccia dal suo amante, il cattivissimo Lee/Vince (un Marvin che, perlomeno, avrebbe meritato una nomination agli Oscar), perché si era fermata con il sergente Bannion Dave/Glenn (Ford che, a mio giudizio, ha recitato con pari intensità solamente in "Gilda": ma, ripeto, sono solo punti vista, soggettivi). Il film inizia con una scena molto violenta per l'epoca (1953): il suicidio di un poliziotto corrotto. Solamente Bannion intende proseguire l'indagine, nonostante sin da subito gli sia stato ordinato di lasciar perdere. Anche perché al suicidio iniziale del poliziotto fa seguito un altro delitto: quello di una ragazza che aveva confidato delle verità..scottanti sul suicidio iniziale. Così, dopo aver ricevuto anche una telefonata da un tipo anonimo che gli intima ulteriormente di lasciar perdere, Bannion si reca a casa di Mike Lagana (A. Scourby: bravo), il vero boss della città, e lo sida apertamente. Ed è qui, in questo punto, che gli sgherri di Lagana commettono un errore imperdonabile..Ma qui mi fermo, altrimenti rischio di sciupare tutto, rivelando dettagli che non lasciano spazio all'immaginazione! E' un film bellissimo. Nient'altro da aggiungere.
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samanta
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domenica 19 maggio 2024
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un bravo poliziotto
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E' un film poliziesco uscito nel 1953, regista l'austricao Fritz Lang che iniziò la direzione già con il muto (Dr. Mabuse, Metropolis) nel 1933 emigrò negli USa dove acquistò la cittadinanza ed ebbe una lunga carriera ad Hollywood, agli inizi un memorabile film Furia, proseguita con film di vario genere Thriller e noir (La strada scarlatta, Quando la città dorme; Gardenia blu; La bestia umana) western (Rancho Norious) film di di guerra (I guerriglieri delle Filippine), è considerato uno dei maestri del cinema.
In una grande città il boss mafioso Lagana (Alexander Scourby) domina una fitta rete di traffici illeciti, grazie anche alla corruzione della polizia, vive indisturbato nel lusso intrattenendo relazioni con l'alta società.
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E' un film poliziesco uscito nel 1953, regista l'austricao Fritz Lang che iniziò la direzione già con il muto (Dr. Mabuse, Metropolis) nel 1933 emigrò negli USa dove acquistò la cittadinanza ed ebbe una lunga carriera ad Hollywood, agli inizi un memorabile film Furia, proseguita con film di vario genere Thriller e noir (La strada scarlatta, Quando la città dorme; Gardenia blu; La bestia umana) western (Rancho Norious) film di di guerra (I guerriglieri delle Filippine), è considerato uno dei maestri del cinema.
In una grande città il boss mafioso Lagana (Alexander Scourby) domina una fitta rete di traffici illeciti, grazie anche alla corruzione della polizia, vive indisturbato nel lusso intrattenendo relazioni con l'alta società. Il sergente investigativo Dave Bannion (Glenn Ford) uomo onesto e tranquillodeve infagare sul suicidio del segente di polizia Duncan (la scena si vede all'inizio) che ha lasciato una lunga letttera indirizzata al Procuratore distrettuale, di cui s'impossessa la moglie Bertha (Jeanette Nolan) donna cattiva e amante del lusso che informa del contenuto Lagana ricattandolo dal momento che il morto era corrotto e conosceva i traffici del boss. Bannion scopre che Duncan aveva un'amante Lucy (Dorothy Green) la ritraccia e lei rivela che Duncan temeva per la propria vita e sapeva dei traffici di Lagana e ella corruzione nella polizia. Il ordina di ucciderla al suo braccio destro il violento Vince (Lee Marvin) che vive anche lui nel lusso con la bella e frivola amante Debbie (Gloria Grahame), ma il sicario incaricato Larry è maldestro e uccide la donna, ma invece di nascondere il corpo lo butta in una strada dove viene subito trovato, Bannion ha cosi una conferma del marcio esistente nella polizia. Lagana ordina di uccidere Bannion ma Larry mette una bomba sull'auto del segente in cui occasionalmente sale la moglie che muore. Bannion catttura il killer che rivela tutto sui traffici di Lagana e Vince. Nel frattempo indispettito dall'atteggiamento di Debbie Vince le rovescia sul viso una tazza di caffè bollente sfigurandole metà del volto. Debbie si rifugia da Bannion e confessa quello che sa specie di Bertha, però precede il sergente va da Bertha che l'aggredisce e lei l'uccide, poi va a casa di Vince e si vendica sfigurandogli volto nello stesso modo, Vince la ferisce mortalmente ma interviene Bannion che lo arresta. Bertha aveva fatto in modo che se fosse stata uccisa copie della lettera di Duncan fossero inviate alla stampa, così avviene e Lagana e i suoi complici vengono arrestati.
E' un noir classico, considerato uno dei migliori film di Lang che utilizza in maniera grandiosa la fotografia in bainco/nero, permettendo contrasti che avvogono la vicenda di tensione, la scena iniziale del suicidio è un capolavoro di utilizzo della macchina da ripresa, Duncan è ripreso alle spallementre posa la lettera e afferra la pistola, spara e si vede le spalle dell'uomo che posa la testa sulla scrivania con in mano ancora l'arma; niente visione frontale con il sangue che schizza da tutte le parti come si girerebbe adesso, però sarebbe una scena brutale non angosciante come quella girata da Lang. Il film in soli 90 minuti non solo racconta in modo esemplare una storia complessa e tortuosa ma anche rappresenta personaggi ben individuati psicologicamente, in questo ben aiutato dalla presenza di un cast autorevole. Innazitutto la presenza di Glenn Ford che nel 1953 era già una star: dopo l'inizio cinematografico con il successo di Gilda versatile proseguirà una lunga carriera con film di vario genere passando dal noir (La bestia umana) al western (Quel treno per Yuma, Uomini violenti) alla commedia (Angeli con la pistola con cui vinse un Golden Globe) e al dramma (I 4 cavalieri dell'Apocalisse). Brava anche Gloria Grahame bela e brava attrice che iniziò con La vita è meravigliosa, anche con il volto deturpato mostra la sua capacità recitativa, una menzione merita Lee Marvin efficace criminale psicopatico e che diventerà una colonna dei film d'azione (Quella spoca dozzina).
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tomdoniphon
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domenica 7 settembre 2014
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lang a contatto con il noir
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Il sergente Dave Bannion (Ford) indaga sul suicidio di un collega che era al soldo della gang di Lagana: la mafia gli uccide la moglie e lo costringe alle dimissioni, ma lui prosegue l'indagine da solo, aiutato da Debbie (Grahame), l'amica di Stone (Marvin), braccio destro di Lagana. Uno dei migliori noir dell'epoca d'oro e una delle vette di Lang. La rappresentazione della società americana, dilaniata da una corruzione dilagante, non ha pari nel cinema americano dell'epoca. Al centro del film, i due personaggi interpretati da Ford e dalla Grahame (una delle figure femminili più riuscite del noir anni Cinquanta), i quali sono costretti a diventare violenti, "secondo l'idea centrale in Lang che ogni uomo nasconde in sé potenzialità da assassino" (Mereghetti).
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Il sergente Dave Bannion (Ford) indaga sul suicidio di un collega che era al soldo della gang di Lagana: la mafia gli uccide la moglie e lo costringe alle dimissioni, ma lui prosegue l'indagine da solo, aiutato da Debbie (Grahame), l'amica di Stone (Marvin), braccio destro di Lagana. Uno dei migliori noir dell'epoca d'oro e una delle vette di Lang. La rappresentazione della società americana, dilaniata da una corruzione dilagante, non ha pari nel cinema americano dell'epoca. Al centro del film, i due personaggi interpretati da Ford e dalla Grahame (una delle figure femminili più riuscite del noir anni Cinquanta), i quali sono costretti a diventare violenti, "secondo l'idea centrale in Lang che ogni uomo nasconde in sé potenzialità da assassino" (Mereghetti). Per questo ricorre a delle scene brutali e violente (come quella del caffè bollente), ma filmate con uno stile controllatissimo (si veda in particolare la scena iniziale, che non sveliamo). Lang, infatti, non si lascia "ingabbiare" dalle convenzioni e dai canoni del genere hollywoodiano classico, ma al contrario ne sfrutta al massimo le capacità espressive e spettacolari. Da non perdere, poi, i dialoghi da antologia ("Complimenti, lei dovrebbe fare l'uomo politico: parla molto e non dice niente").
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il cinefilo
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mercoledì 27 ottobre 2010
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the big heat
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All'epoca il pubblico rimase esterrefatto per la dose di violenza di questa pellicola,diretta magistralmente da Fritz Lang,ma se quello stesso pubblico avesse avuto la possibilità di visionare certi film attuali se ne deduce che sarebbero fuggiti in massa dalla sala cinematografica.
Questo film raconta la classica,ma sempre avvincente,vicenda di un poliziotto in lotta contro il crimine(che si è impadronito anche dei"piani alti"della polizia)mettendo a rischio la sua stessa vita ma non riuscendo a salvare quella di sua moglie anche se troverà un appoggio nella fidanzata di uno dei membri della banda.
Il vertice della,sopra citata,violenza si tocca nella sequenza in cui la ragazza viene sfigurata con il caffè bollente(e si comprende per quale ragione gli spettatori rimasero allibiti)e quella finale in cui lei stessa si vendicherà nello stesso modo.
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All'epoca il pubblico rimase esterrefatto per la dose di violenza di questa pellicola,diretta magistralmente da Fritz Lang,ma se quello stesso pubblico avesse avuto la possibilità di visionare certi film attuali se ne deduce che sarebbero fuggiti in massa dalla sala cinematografica.
Questo film raconta la classica,ma sempre avvincente,vicenda di un poliziotto in lotta contro il crimine(che si è impadronito anche dei"piani alti"della polizia)mettendo a rischio la sua stessa vita ma non riuscendo a salvare quella di sua moglie anche se troverà un appoggio nella fidanzata di uno dei membri della banda.
Il vertice della,sopra citata,violenza si tocca nella sequenza in cui la ragazza viene sfigurata con il caffè bollente(e si comprende per quale ragione gli spettatori rimasero allibiti)e quella finale in cui lei stessa si vendicherà nello stesso modo.
Il regista tende a sottolineare la gravità di una società che rischia di essere sopraffatta dalla corruzione e lascia trasparire l'idea che solamente facendosi"giustizia con le proprie mani"si riesca a riportare l'ordine ma,molto probabilmente,il regista possedeva una concezione molto diversa della legalità malgrado l'ambigua apparenza dimostrata in questo film.
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fedeleto
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domenica 5 dicembre 2010
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un caldo che ustiona...
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L'inesorabile,l'Ineguagliabile lang,maestro del cinema,dopo gardenia blu torna in scena dirigendo un noir eccellente da titolo il grande caldo.Tratto dal romanzo di mcgivern,la storia racconta la lotta contro il crimine da parte di un poliziotto incorruttibile chiamato dave bannion,che vuole distruggere il capo di questa organizzazione senza pieta',e appena gli uccidono la moglie ,la sua vendetta sara' implacabile.Lang ancora una volta ci porta in un mondo di illusione (come dice Bannion appena arriva nella lussuosa villa di lagana -non c'e' posto per l'omicidio e la polizia in un posto dove ci sono persone che ballano e si divertono)Lagana e' il capo del crimine e vuol far credere alla citta' di essere un uomo perbene e si cimenta nella politica,decisamente un dualismo che non puo' durare almeno fino a quando bannion non gli porra' fine.
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L'inesorabile,l'Ineguagliabile lang,maestro del cinema,dopo gardenia blu torna in scena dirigendo un noir eccellente da titolo il grande caldo.Tratto dal romanzo di mcgivern,la storia racconta la lotta contro il crimine da parte di un poliziotto incorruttibile chiamato dave bannion,che vuole distruggere il capo di questa organizzazione senza pieta',e appena gli uccidono la moglie ,la sua vendetta sara' implacabile.Lang ancora una volta ci porta in un mondo di illusione (come dice Bannion appena arriva nella lussuosa villa di lagana -non c'e' posto per l'omicidio e la polizia in un posto dove ci sono persone che ballano e si divertono)Lagana e' il capo del crimine e vuol far credere alla citta' di essere un uomo perbene e si cimenta nella politica,decisamente un dualismo che non puo' durare almeno fino a quando bannion non gli porra' fine.Nella storia subentra anche una donna debby ,amante di uno sgherro di lagana ,che oscilla tra il buon poliziotto e la feccia (metaforicamente si ustionera' il volto da una parte come a significare che da una parte accetta e riconosce le ingiustizie e dall'altra non vuole separarsene perche' gli rendono soldi).Degna di lode la sequenza iniziale dove un poliziotto si uccide e si vede immediatamente la pistola come simbolo iniziale,e l'orologio,dramma della fine e di un nuovo inizio.
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