In nome della Legge |
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Un film di Pietro Germi.
Con Massimo Girotti, Jone Salinas, Camillo Mastrocinque, Charles Vanel, Turi Pandolfini.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 99 min.
- Italia 1949.
MYMONETRO
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Spaghetti western made in Sicily
di gianleo67Feedback: 61487 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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giovedì 24 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovane e integerrimo pretore palermitano viene inviato in un piccolo e desolato villaggio dell'entroterra per sostituire il dimissionario e pavido collega. Dovrà ristabilire la Legge e l'ordine contro lo strapotere della Mafia e del Signorotto locale. Finale a sorpresa. Curioso western di ambientazione sicula che ricalca fedelmente i classici del genere declinandone gli stereotipi secondo una singolare sensibilità oleografica. Sulle lande desolate e brulle di una terra di frontiera, ritroviamo banditi che assaltano la 'diligenza' d'un povero carretto siciliano (abigeato), il treno sbuffante che scarica l'ombroso eroe di turno, i groppuscoli stanziali di taciturni autoctoni che si accalcano per le vie di un misero villaggio, il viscido e corrotto signore locale, la banda organizzata dello spietato ranchero che governa con la legge del più forte, la rivolta di peones affamati e finanche il classico saloon-tabaccheria dove si serve l'Anice(stellato) al posto dello Wishey (sic!). E' indubbio che la naturale cornice scenografica si presti perfettamente (con la sua topografia desolata,la vegetazione alloctona di fichi d'india e agave, le architetture residuali della dominazione spagnola) a ricreare il classico villaggio tex-mex così consono al cinema di genere.Tuttavia è anche e soprattutto lo sviluppo dell'intreccio principale che richiama fedelmente il soggetto classico dello scontro di potere tra i foresti paladini della Legge e i protervi rappresentanti di una giustizia sommaria 'amministrata' secondo un consolidato codice d'onore.La prova di Germi tuttavia appare viziata da una evidente ingenuità antropologica e da accenti retorici e moraleggianti che ne penalizzano la credibilità come attendibile documento di costume. Restano comunque degne di nota le scelte stilistiche che richiamano i grandi spazi della frontiera (campi lunghi e lunghissimi) e la violenza
dialettica tra i protagonisti (con tagli in primo piano e l'uso accorto del contro campo), nonchè una fotografia capace ora di accendere l'abbacinante sole del meriggio, ora di proiettare le ombrosità romantiche sul giardino notturno eletto come classica cornice per un rendez-vous di in amore proibito.Interessante è pure la sottotrama romantica ordita sullo sviluppo principale (sceneggiatura firmata tra gli altri da Monicelli e Fellini) e il simpatico macchiettismo delle figure di contorno (uno spassoso Turi Pandolfini). Massimo Girotti ha l'ombrosità affascinante di un nostrano Tyron Power e Charles Vanel il grugno beffardo di un marsigliese in trasferta. Da antologia la scena finale dell'arresto di Messana.Pittoresco.
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