Ennio Flaiano
C’è una Russia che tutti conoscono geograficamente e un’altra di cui si sente spesso parlare: è la Russia francese del dopoguerra, una Russa punto franco del gran porto parigino, uno stato illegale e favoloso provvisoriamente accampato sulle colline di Montmartre e abitato da conducenti di tassì, da principi portieri di albergo, da eredi al trono e da granduchesse guardarobiere. Questa Russia ha dato argomento inesauribile di agitazione ai romanzieri francesi. Come, del resto, restare insensibili davanti allo spettacolo di un milione d’emigrati, tutti di nascita illustre e di grande casato, precipitati con gli ultimi gioielli e le patenti di nobiltà nella capitale della «Victoire»? Cosa non deve pensare un romanziere che si trova a poter studiare con calma un simile fenomeno?
Kessel lo stesso autore di Equipage, romanzo destinato a vita allo schermo, non si lasciò scappare una così smagliante occasione e lavorò il romanzetto Nuits de princes. [...]
di Ennio Flaiano, articolo completo (5158 caratteri spazi inclusi) su 14 agosto 1940