Questo"Zucchero, miele e peperoncino"(1980, di Sergio Martino, scritto da Castellano e Pipolo), esempio di film comico made in italu , è da rivalutare: la storia di Pippo Franco, in particolare, ossia il secondo episodio, quello dell'intellettuale sfortunato costretto a fingersi cameriera in una casa con marito macho e sposa prosperosa(inevitabili le conseguenze, quando si svela il suo genere..), quella di Renato Pozzetto, taxista non prono ai poteri forti(e"Uber"non c'era ancora...), che viene rapito da un clan pacifico(insomma...)di siciliani che costringono una loro compaesana a un matrimonio forzato, quella di Lino Banfi scambiato(equivoco del giudce, completamente"fuori")per un pericoloso bandito, causa un complesso di con-cause, altro ancora. Per dimostrare le croniche insufficienze della giustizia italiana, gli equivoci come fonte di disastri, molto altro ancora, Castellano e Pipolo creano gags a raffica, tutte sostanzialmente improntate allo spirito della commedia dell'arte, a sua volta risalente alla satura e all'atellana, poi al teatro di Plauto, alle sacre rappresentazioni medievali, sacre sì, ma a loro volta piene di provocazioni non antireligiose ma anti-clero(cui anche Machiavelli attingerà a piene mani, nella"Mandragola"e nella"Clizia"). Lo spirito italico, al suo meglio, con forte accentuzazioni delle caratteristiche locali-dialettali, con Glauco Honorato in un'ottima caratterizzazione e le femmes Edwige Fenech, Dagmar Lassander, patrizia Garganese. Un cinema semplice, ma complessivamente non sciocco né banale, sanamente "scurrile", nella tradizione prima accennata- El Gato
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